Il film dura 95 minuti ma è uno di quei film che non finisce … ineludibile continua a “girare” nella testa, nel cuore, nello spirito
Non ci sono risposte. Solo un delicato finale che non può essere considerato “fine” ma tappa di un viaggio molto più lungo ed importante: quello che segna la ricerca della giusta distanza tra ognuno di noi.
Cosa fa accogliere e cosa fa rifiutare l’altro. Il veramente “altro”.
Questo, a mio sentire, il tema che il film consegna alla riflessione. Prima ancora che Napoli, la camorra o il degrado urbano. Prima ancora che “la masseria” in cui ragazzini e volontari tessono normalità, creatività, speranza, condivisione. Prima ancora che due donne “epiche” capaci di sfidare, ognuna a suo modo, la trama - più scontata – del proprio destino. Giovanna, fondatrice del centro, che offre un’alternativa all'emarginazione e alla violenza con la fede in un’accoglienza senza se e senza ma. Maria, moglie del camorrista, in cerca di un luogo di "frontiera" da cui provare ad oltrepassare il “male” che l’ha segnata.
Un film che rivela un limite: quello che abita ognuno di noi tra vedere e negare, avvicinare e respingere, accettare o rifiutare
E poi ci sono i bambini.
Le loro schermaglie. I loro colori. I loro volti.
Bambini che sanno guardare il mondo con occhi limpidi. Occhi senza pregiudizi. Occhi capaci di andare oltre ogni differenza. Occhi unici perché vedono, oltre ogni "categoria", solo altri bambini.
Gli adulti, la maggior parte degli adulti, non sa farlo più. Ed invece di cogliere l’opportunità di imparare dai "piccoli" altera il proprio sguardo con quelle che chiamano ragioni mentre sono solo muri che non fanno vedere più.
Se dovessi raccontare questo film in pochissime parole direi che è un film che spinge a guardare molto profondamente dentro noi stessi alla ricerca di quello sguardo con cui sia ancora possibile fendere ogni giudizio fino a tornare ad essere semplicemente … umani
g.s.
BABYLON SISTERS:
Capita di andare a vedere un film
BABYLON SISTERS
e … non uscirne più.
Restare dentro ad una storia perché quella storia parla di tutto ciò in cui credi.
E ne parla usando parole, accadimenti, volti tanto pieni di poesia quanto di verità
Una storia tanto leggera quanto attraversata dalle sfide più dure della realtà: la discriminazione, l'ingiustizia, l'emarginazione.
Una storia che traccia il confine tra l’egoismo e la solidarietà
Un confine segnato da scelte semplici quanto rivoluzionarie:
ascoltarsi, essere accanto, interessarsi,
condividere i pesi gli uni degli altri,
essere “vicini” di fatto e non solo di nome.
Non sono le difficoltà – anche grandi – a farci crollare
È restare soli ad affrontarle
4 famiglie – straniere - abitano una casa fatiscente nella periferia di Trieste
Tutte sono al limite della sopravvivenza. Tutte sono lì “in nero”
Arriva lo sfratto.
L’amicizia tra 4 donne – vicine di casa – saprà tessere una rete
capace di tenere la caduta e trasformare le sconfitte di ognuno in piccole vittorie
... tutto narrato attraverso lo sguardo delicato e senza filtri di una bambina di 12 anni ...
Invito chiunque ad utilizzare questo film come un trampolino per
affrontare in modo costruttivo temi importanti e non sempre facili come
integrazione, migranti, diversità, multiculturalità
per visioni e … condivisioni (in tutta Italia):
Antonella Montesi
che ringrazio per avermi fatto scoprire un film che
Semina … Speranza
BABYLON SISTERS di Gigi Roccati
"Una fiaba contemporanea che a ritmo di musica celebra la forza e la bellezza della multiculturalità"
Il PALAZZO DEL VICERE'
di Gurinder Chadha
E’ un film storico …
E’ un film che fa propria la sfida a raccontare la complessità degli eventi …
E’ un film che svela ora la ricchezza ora la pochezza delle persone al di là del loro essere importanti “personalità” …
E’ un film coinvolgente …
E’ un film con il merito di offrire molti importanti spunti di riflessione su temi assolutamente attuali …
… se quelle finora espresse fossero domande le risposte sarebbero tutti SI
Un palazzo, la dissoluzione dell’Impero Anglo-Indiano, la nascita di due Stati: India e Pakistan, ed infine le vicende umane, civili e sentimentali di chi si sia trovato a subire cambiamenti epocali.
Grazie sempre ad Antonella Montesi per questa nuova condi-VISIONE
Sono uscita dal cinema ripensando a quelle file interminabili di uomini, donne, bambini trasformati da sudditi a popolo, da popolo a nemici, da nemici a profughi. Costretti a perdere case, famiglie, convivenza, vita. Bastano pochi tratti di inchiostro su un foglio di carta a scatenare nazionalismi, a cancellare prossimità naturali, a fomentare intolleranze. La Storia non insegna, noi non riusciamo ad imparare.
Sono uscita dal cinema riflettendo sulla ragioni della guerra e della pace, alle logiche che muovono i fili della Storia, alla relatività che il tempo svela ma nessuno mai considera veramente.
Sono uscita dal cinema con qualche consapevolezza e qualche dubbio in più che è esattamente ciò che un buon film … dovrebbe suscitare.
Sono uscita dal cinema … con un sorriso amaro
per essermi ricordata una manciata di parole - in fondo vere - di Pennac:
“È per sistemare la storia che si incasina la geografia”
g.s.
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