1) ACCOGLIAMOLI TUTTI
la teoria di Luigi Manconi (sociologo, senatore Pd, presidente della commissione Diritti umani a Palazzo Madama) e della ricercatrice Valentina Brinis, contenuta nell’omonimo libro edito da Il Saggiatore. L’assunto è semplice, ma non banale: «Per salvare l’Italia e gli immigrati non si deve partire da una concezione buonista che strizza l’occhio allo straniero a prescindere. Ma si deve partire da un presupposto di utilità sociale».
Per Manconi «si devono considerare gli stranieri per quello che sono, cioè una risorsa. Tant’è che in termini di Pil valgono tra l’11 e il 12 per cento». E lancia la sua proposta: «L’Italia deve proporre al prossimo Consiglio europeo un piano di protezione temporanea di un anno, rinnovabile definendo quote di accoglienza per ciascuno Stato membro».
Come la mettiamo, allora, con la Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza Maroni? Il senatore Pd guarda oltre: «Accogliere gli stranieri è più conveniente che respingerli. Perché — spiega — questi meccanismi di criminalizzazione non fanno altro che incrementare la già ampia popolazione carceraria costituita da stranieri».
E, proseguendo, in quest’ottica di utilità sociale, mettere in soffitta l’aberrante logica del vu’ cumprà, vu’ rubà, vu’ stuprà diventa più semplice. Manconi lo dimostra nel suo libro: in primis perché gli immigrati ringiovaniscono la «vecchia Italia» (il nostro tasso di fecondità è tra i più bassi dei Paesi occidentali), in seconda battuta perché la manodopera di italiani è «iperspecializzata» a fronte di una richiesta di personale meno qualificato. Ergo — spiega — «l’Italia ha bisogno di migranti e viceversa».
2) VIRTU' CHE CAMBIANO IL MONDO
Conversione ecologica, cioè profondo cambiamento della produzione e dei propri stili di vita in direzione di una maggiore sobrietà, ma anche difesa dei beni comuni. Orizzonti e virtù per cambiare il mondo. Il nuovo saggio di Guido Viale
L’ultimo libro di Guido Viale, Virtù che cambiano il mondo. Partecipazione e conflitto per i beni comuni (Feltrinelli Milano, pag. 154, 12 euro) viene innanzi tutto a rendere più netta la singolarità del profilo di questo intellettuale nel panorama culturale italiano. Viale non ha una collocazione accademica e dunque non possiede un definito profilo professionale e disciplinare. In senso stretto, non è un economista, né un politologo, né un filosofo. Non è neppure un ideologo – nel senso che in Francia si dà a questo termine – una figura che anche da noi ha talora un retroterra universitario e più spesso si ritrova fra gli intellettuali militanti ai margini estremi dei partiti politici. Lo potrei definire più precisamente un ricercatore, il quale sceglie ambiti rilevanti dell’universo sociale del nostro tempo per esplorarne i meccanismi, tentando di estrarre e di elaborare, dal nodo dei problemi che li caratterizza, soluzioni possibili a favore dell’interesse generale. E in tale operazione, come un onesto artigiano, va a cercarsi gli utensili che gli servono, vale a dire la molteplicità degli specialismi offerti dal sapere scientifico che quei problemi lumeggiano in ordine sparso.
Per questo nei suoi scritti ritroviamo, fuse in una argomentazione unitaria, le più varie discipline: dall’economia alla filosofia, dalla storia alla sociologia, dalla politologia alle scienze ecologiche. E naturalmente tali ricerche pluridisciplinari non sono finalizzate a una verifica accademica, ma si misurano con una loro possibile traducibilità operativa e politica in contesti territoriali determinati. Con piena coerenza, l’ideazione originaria della ricerca di Viale nasce nell’ humus dei conflitti sociali, si nutre anche culturalmente dei saperi di cui questi sono portatori, e ad essi ritorna, come al proprio committente, per orientarli con una superiore strumentazione teorica. E’ questa la modalità dei percorsi che io intravedo, ad esempio, nei suoi numerosi saggi sui rifiuti – a partire da Un mondo usa e getta del 1994 – agli studi sull’automobile e sul traffico – sin da Tutti in taxi, del 1996 – ai più recenti saggi sul riciclo e sulla conversione ecologica. Significativamente, in queste Virtù che cambiano il mondo, Viale registra tale modalità come una caratteristica diffusa dell’oggi: «La novità maggiore di questa nuova stagione sta qui: cultura, democrazia e partecipazione coincidono».
3) IL CAPITALISMO USA E GETTA
IL CAPITALISMO USA E GETTAIl nuovo libro di Serge Latouche, «Usa e getta. Le follie dell’obsolescenza programmata» (Bollati Boringhieri), prende le mosse dallo stroardinario documentario, «The Light Bulb Conspirancy» di Cosima Dannoritzer (qui linkato). Ecco come il dominio capitalista crea un ciclo continuo, e sempre di più breve durata, di produzione e distruzione delle merci. Tutta colpa di quelle fabbriche statunitensi che nel 1872 misero improvvisamente sul mercato milioni di colli e polsini da camicia non lavabili...
http://comune-info.net/2013/04/il-capitalismo-usa-e-getta/
4) LE PRIME RADICI
LA VIA ITALIANA ALLA COOPERAZIONE ED AL MERCATO -di Luigino Bruni
Il capitalismo ha fallito e rischia di far fallire gli Stati, il comunismo è morto o quasi. E la terza via non sta mica tanto bene.
L'alternativa? Secondo l'economista e storico Luigino Bruni c'è già ed è già stata sperimentata. E' l'economia civile, una tradizione che affonda le sue radici nel medioevo, da cui ha preso origine - è questa la tesi più innovativa del libro - anche il movimento cooperativo italiano. Luigino Bruni ci mostra dunque una storia del movimento cooperativo molto più ricca, plurale ed antica di quanto gli stiudiosi della cooperazione ci abbiano finora raccontato, una storia che può essere ancora capace di futuro
5) IO CREDO: Dialogo tra scienza e fede
DIALOGO tra una scienziata atea e un prete laico fuori da ogni schema. Non stupisce che Io credo, il libro che raccoglie una settimana intera delle loro fertili conversazioni, uscito qualche settimana fa per Nuovadimensione, sia diventato in breve tempo un piccolo caso editoriale grazie soprattutto al passaparola.
Lei è Margherita Hack, astrofisica di fama internazionale e autrice di innumerevoli saggi, lui è don Pierluigi Di Piazza, noto come "il prete dell'accoglienza" e fondatore del Centro Balducci a Zugliano, nei pressi di Udine.
Legati da stima reciproca di vecchia data, la scienziata che ha da poco compiuto i novant'anni e il prete di frontiera schierato dalla parte dei deboli, parlano tra loro e si confrontano su concetti universali come la vita, la morte, l'amore, la morale, la religione, la sessualità. Ma anche sulle attitudini e azioni umane che determinano l'esistenza quotidiana: il male di vivere, il coraggio, la politica, le passioni, le questioni ambientali e sociali, il lavoro e la giustizia. E il loro punto di vista, diverso per impostazione e convinzione, espresso con chiarezza nel rispetto reciproco senza pregiudizi o gabbie ideologiche, arriva a volte perfino a incontrarsi, grazie a valori come etica, intelligenza e coerenza.
Ma discutono anche di temi sociali e di vita reale Hack e Di Piazza: di degrado della politica, di modi di essere, di lavoro e d'ambiente e il risultato è un dialogo che costringe la mente a una sana forma di ginnastica intellettuale, e che invita a riflettere e pensare. Io credo apre nuovi orizzonti e, soprattutto, veicola il messaggio che confrontarsi è sempre utile: a tentare di comprendere meglio il mondo che ci circonda e i misteri che lo popolano.
Lei è una scienziata laica, che cosa l'ha spinta a dialogare con un prete?
Pierluigi Di Piazza è un prete che si definisce "laico", e quindi vicino a me. Si va d'accordo su tante cose fondamentali, non c'è bisogno di credere in Dio per avere un'etica comune: ama il prossimo tuo come te stesso. Certo l'etica di un ateo per me è preferibile a quella di un credente perché un ateo si comporta bene perché la sua coscienza glielo dice, non perché spera in una ricompensa in paradiso o perché teme una punizione all'inferno...
Oltre all'etica io e Di Piazza condividiamo i valori legati alla giustizia, alla libertà e alla solidarietà (rispetto del prossimo, attenzione verso le persone più deboli, più disastrate, che hanno più bisogno d'aiuto) e soprattutto laicità: non voler imporre le proprie idee e rispettare quelle di tutti.
6) L'EGOISMO DEL NOI
Non sappiamo se sia nata una nuova civiltà dello stare insieme, come sostiene l’autore di «L’egoismo è finito». Di sicuro si moltiplicano i tentativi per ricomporre le relazioni tra persone e per ripensare la vita nelle città. La cultura della proprietà e del consumo individuale rischia di perdere il suo primato. Mutuo soccorso e cooperazione guidano sempre più spesso i comportamenti di persone e reti
Per molti anni la fabbrica, il partito, il sindacato ma anche la parrocchia e soprattutto la piazza sono stati i luoghi dello stare insieme. Il cortocircuito che li ha svuotati o eliminati dalla scena è ancora in corso. Tuttavia, il bisogno di spazi per il «noi» è sempre alla ricerca di soddisfazioni. «L’egoismo è finito» (Einaudi) di Antonio Galdo cerca di individuare le nuove forme con le quali le persone mettono in discussione il dogma dell’«io», sperimentando case comuni diverse.
7) L'INDUSTRIA DELLA CARITA'
Da storie e testimonianze inedite il volto nascosto della Solidarietà
di Valentina Furlanetto
"Per salvaguardare oceani, balene, foreste, ambiente Greenpeace Italia ha utilizzato 2 milioni 349.000 euro, meno di quanto spenda per pubblicizzarsi e cercare nuovi iscritti: 2 milioni 482,000"
(Dati bilancio 2011)
La bontà disarmata, incauta, inesperta e senza accorgimento non è neppure bontà, è ingenuità stolta e provoca solo disastri (Antonio Gramsci)
8) 10 big per una nuova economia
Esordio in libreria per il primo volume della collana VITA, realizzata in collaborazione con Feltrinelli. Volumi agili, spunti di pensiero destinati ai "costruttori di società e di bene comune". Primo titolo: "Del cooperare"
Giulio Sapelli, Geminello Alvi, Luca de Biase, Adone Brandalise, Mauro Magatti, Pierangelo Dacrema, Pietro Barcellona, Giorgio Agamben, Silvano Petrosino, Guido Rossi. Una formazione di pensatori top riuniti in poco meno di 200 densissime pagine. Sta tutta rachiuso nella forza di questi nomi il valore di "Del cooperare. Manifesto per una nuova economia" (192 pp., 10 euro), il primo volume della nuova collana di libri VITA che sbarca oggi nelle librerie.
Uno scavo, più che mai attuale, nelle zone d'ombra dell'economia contemporanea, e una proposta aperta (un Manifsto, appunto), che mette le basi per una nuova e rivoluzionaria economia del cooperare. Un volume che spiega perfettamente lo scopo di questa collana, realizzata in partnership con Feltrinelli: dare strumenti di pensiero (e di azione) ai “costruttori di bene comune”. Volumetti densi ma agili, che vanno ad approfondirei temi d’avanguardia della contemporaneità e propongono ipotesi - praticabili - di futuro. Da un’intervista -dialogo con il cardinale Angelo Scola alle riflessioni di Ivan Ilic sul tema dell’educazione-istruzione, lo spazio d’intervento che, mese dopo mese, la collana va a coprire è ampio. «È sicuramente un'avventura», spiega Giancarlo Foglia, direttore editoriale di Feltrinelli, «ma non c'è niente di avventuroso: sappiamo qual è il mondo cui Vita si rivolge, e sappiamo quanta forza di iniziativa, di coinvolgimento e di attenzione alle idee intorno a Vita è possibile movimentare. Quello della collana è stato l'innesco che mancava, è stata l'occasione per concretizzare un rapporto e una collaborazione con un mondo che è diverso ma complementare al nostro».
Eppure quello del "bene comune" dovrebbe essere un tema popolare per eccellenza. È un tema che, etimologicamente, ci riguarda tutti…
«È vero. Ma è ancora, paradossalmente, un tema emergente: ora però che la situazione economico-sociale ci costringe a mettere in discussione i paradigmi culturali dominanti, o quanto meno a sottoporli a una critica profonda, questi temi non possono che conoscere una grande fortuna. Diventano di per sé popolari, e con questa collana ci poniamo all'avanguardia di questo cambiamento. Vogliamo provare a far fare a questi temi un passo avanti a livello di consapevolezza diffusa».
9) "Incontrarsi - Racconti di donne migranti"
E’ in libreria "Incontrarsi - Racconti di donne migranti" (edizioni Ediesse), una raccolta di cui fa parte il racconto "Intorno a me" scritto dalla socia ATDAL OVER 40 Kathiusca Toala Olivares.
Si tratta di un’antologia di 34 racconti sul tema dell’incontro scritti da donne migranti e native, che hanno partecipato al concorso letterario “Incontrarsi”, promosso dal «Caffè letterario» della Casa internazionale delle Donne e patrocinato dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Roma.
10) IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Zalab presenta:
In Nome del Popolo
Italiano (doc, 7’, Italia,
2012)
di Gabriele Del Grande e Stefano Liberti
Padri di famiglia, lavoratrici, ragazzi e ragazze
nati in Italia. Al centro di identificazione
e espulsione (CIE) di Roma ne arrivano ogni giorno. Non hanno commesso alcun
reato, eppure rischiano di passare 18 mesi dietro le sbarre in attesa di essere
espulsi. La loro detenzione è convalidata da un giudice di pace. In nome del
popolo italiano. Basta un permesso di soggiorno scaduto. Lo dice la legge e
questo basta a tranquillizzare l'opinione pubblica e a rimuovere il problema.
Noi però abbiamo deciso di andare a vedere.
Ne è nato un documentario breve, un viaggio per immagini e storie nel CIE di Roma.
Perché siamo convinti che mostrare quei luoghi e ascoltare quelle voci
significa rompere una definizione. E ribadire che nessun essere umano è
illegale. Nemmeno quando lo dice una legge.
è il primo di una serie di documentari
brevi prodotti da ZaLab con il sostegno di Open Society Foundations sulle più gravi
emergenze democratiche dell’Italia di oggi. Lo scopo dei mini-doc è raccontare
le molte violazioni di diritti fondamentali che attravesano il paese e
raccogliere la voce di chi le vive sulla propria pelle, fuori dagli schemi e
dalle semplificazioni giornalistiche. I documentari brevi di ZaLab nascono per la diffusione sul web e
nell'ambito di campagne di sensibilizzazione e advocacy.
11) E’ appena uscito il libro degli Atti del XVI Convegno
Studi a cura dell’associazione culturale Famiglia Aperta
(www.famiglia-aperta.org) sul tema:
“Primato delle persone nella società
multietnica”
Nasce infatti innanzitutto
dalla riflessione pacata su di un congruo numero di vissuti e di
esperienze raccolti su diversi territori italiani nella tappa
biennale di ricerca educativa preparatoria al convegno e poi
trascritti nella Cartella dei lavori di base, e
confluisce poi, coi puntuali approfondimenti di svariate discipline
umanistiche , in indicazioni interdisciplinari stimolanti un alto
impegno culturale e politico della società civile.
La società multietnica va
accettata proprio per poterla “costruire interetnica e
interculturale, attraverso pratiche che favoriscano il dialogo fra culture
diverse e creino le condizioni per andare oltre l’integrazione,mettendo
in atto processi di interazione reciproca”, afferma nella bella sintesi
introduttiva il prof. G. Piana,docente di Etica ed Economia all’Università di
Torino.
Le puntualizzazioni teoriche sono tutte
a firma di noti studiosi italiani di Pedagogia e di Psicologia,di
Sociologia e di Storia dell’economia,di Filosofia e di Teologia nella prima
parte
del libro:Le relazioni del convegno, e peraltro
tutte verificate nella seconda parte: Le proposte di vita,testimonianze di persone e famiglie, che in vari modi sottolineano l’attenzione alle persone immigrate accolte nelle loro identità culturali e aiutate a inserirsi con dignità in territori con tradizioni da conoscere e ordinamenti diversi da osservare.
Questo libro di 220 pagine pertanto si qualifica,in tempi spesso turbati da episodi razzisti e attraversati da un’indistinta paura del diverso, non solo come un interessante e piacevole libro di approfondimento culturale per persone con responsabilità professionali e sociali di vario tipo, ma soprattutto come un vivace “strumento di lavoro” per educatori impegnati nelle
discussioni coi giovani in gruppi classe degli Istituti scolastici
e nei gruppi di lettura delle Biblioteche e delle varie associazioni culturali del territorio.
Può essere richiesto
versando 15 euro per una copia, e 130 euro per 10
copie sul conto corrente postale n.13945068 intestato a Famiglia Aperta c.p.83-
27036 Mortara(PV). www.famiglia-aperta.org
12) UN NUOVO QUOTIDIANO «ECONOMICO» RIBELLE
COMUNE-INFO E' DA OGGI ON LINE
Comune-info è un sito dedicato ai temi dei beni
comuni, della decrescita e dell’altra economia, promosso da un gruppo romano di
giornalisti, ricercatori, artisti , formatori e operatori sociali. Un nuovo
quotidiano alter-economico on line da oggi per ripensare gli stili di vita e la
città, a cominciare da Roma e dal suo territorio regionale, con contaminazioni e
sguardi da altre regioni e paesi. La presentazione di Comune-info è in programma
venerdì 30 alla 17,30, all’ex mattatoio di Testaccio, durante la tre giorni in
difesa della Città dell’altra economia.
Comune-info è uno spazio web di informazione
indipendente. Un sito con aggiornamenti, divisi per temi, settimanali e
quotidiani.
Siamo convinti che, pur tra limiti e
contraddizioni, il variegato e frammentato universo dei movimenti possa dare un
contributo importante per la nostra città. Crediamo infatti che oggi i
cambiamenti sociali profondi possano avvenire proprio dai i tanti tessuti
sociali vivi ed attivi nei territori. Tuttavia, sentiamo anche il bisogno di
nuovi linguaggi, di nuove pratiche, di nuove contaminazioni con altri movimenti
e singoli cittadini/e: dobbiamo rinnovarci per essere in grado di rispondere a
una crisi che chiaramente non è soltanto economica. E dobbiamo essere in grado
di parlare a tutti, non solo con coloro che già condividono punti di vista
critici sulla società e sull’economia oppure con coloro che li condividono ma
hanno altre proposte.
http://comune-info.net
13) A SCUOLA DI BUONA POLITICA
(VERA, REALE, PRATICATA E... CONDIVISA):
http://www.commercioetico.it/libri/625/Marco-Boschini/Viaggio-nell-Italia-della-buona-politica.aspx
14) L'Economia della Felicità
In DVD il potente documentario con il quale Helena Norberg-Hodge, Premio Nobel alternativo, spiega perché bisogna abbandonare la globalizzazione. Per la scrittrice, solo la localizzazione potrà salvare il mondo.
15) Un mondo da salvare
di Linda Maggiori
Inquinare di meno è doveroso e possibile, ed oggi sempre più genitori, cittadini, operatori sanitari
e scolastici sono uniti dalla volontà di preservare la salute dell'uomo che sappiamo indissolubilmente
legata alla salubrità dell'ambiente - a partire dalla tutela del latte materno, insostituibile Bene Comune,
simbolo stesso della vita e dell'amore materno.
La storia è stata scritta da una mamma di Faenza (Ravenna) ed illustrata dai bambini delle scuole
Primarie di Venafro e Sesto Campano Taverna (Isernia), paesi con gravi problemi di contaminazione
ambientale.
I disegni sono più di 40, tutti bellissimi (blog www.difesalattematerno.wordpress.com).
Grazie a Linda Maggiori per aver condiviso questa bella fiaba; un grande grazie ai bambini, alle
maestre, alla dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Statale “Leopoldo Pilla” e alle meravigliose
“Mamme per la salute e l’ambiente di Venafro” che hanno reso possibile tutto questo.
Grazie infine alla casa editrice Controvento per aver realizzato il progetto e per aver condiviso fino
in fondo i nostri ideali!
Diceva Lorenzo Tomatis, scienziato e ricercatore: “Le generazioni a venire non ci perdoneranno
i danni che stiamo loro facendo.”
Ognuno di questi disegni ci interroga e mette sotto accusa questo modello di sviluppo insostenibile,
ma allo stesso tempo ci lancia un messaggio di speranza e cambiamento.
Sono i nostri figli a chiedercelo: DOBBIAMO ascoltarli!
Le portavoci della Campagna Nazionale per la Difesa del Latte materno dai contaminanti ambientali
Patrizia Gentilini e Paola Negri
16) Collana Campo de Fiori
Cari amici,
l’anno scorso Elido Fazi ed io abbiamo creato la collana “Campo dei fiori”, il cui nome ricorda la nota piazza romana dove la Santa Inquisizione era solita giustiziare le sue vittime, tra le quali la più celebre è il filosofo ed ex frate domenicano Giordano Bruno, arso vivo il 17 febbraio 1600.
Chiamando la nostra collana “Campo dei fiori” abbiamo voluto evocare tutti i martiri della libertà religiosa, testimoni obbedienti del primato della coscienza, e promuovere la libera ricerca teologica e spirituale.
Il che significa:
- riprendere il genere classico delle vite esemplari, come nella biografia di Gandhi di Jacques Attali e in quella di Montaigne di Sarah Bakewell;
- coltivare l’esegesi della Bibbia all’insegna della libertà dello spirito e della gioiosa creatività, come in “Versetti pericolosi” di Alberto Maggi;
- formulare una teologia come critica e rinnovamento della coscienza cristiana come nel mio“Obbedienza e libertà”.
Oggi vogliamo presentarvi il nuovo sito della collana www.campodeifiori.eu, uno strumento che intende integrare e ampliare l’interesse per queste tematiche. In esso troverete informazioni, recensioni, filmati e anticipazioni sui nostri libri e i loro autori, e potrete esprimere le vostre opinioni, non solo sul sito ma anche sul nostro canale Facebook. E se lo desiderate, potrete ricevere la nostra newsletter.
Infine, perché le idee in cui crediamo possano raggiungere un più ampio numero di persone, ti chiediamo la cortesia di segnalare www.campodeifiori.eu sul tuo sito, o blog, o pagina facebook e twitter.
Ringraziando per l’interesse e l’attenzione, vi prego di ricevere i miei più cari saluti.
Vito Mancuso
Nessun commento:
Posta un commento