SOLIDARIETA' ... come altro?

SOLIDARIETA' ... come altro?
Ci impegniamo senza giudicare chi non s'impegna, senza accusare chi non s'impegna, senza condannare chi non s'impegna, senza cercare perché non s'impegna, senza disimpegnarci perché altri non s'impegna. Ci impegniamo per trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra vita, una ragione che non sia una delle tante che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore, un utile che non sia una delle solite trappole generosamente offerte ...dalla gente pratica. Si vive una sola volta e non vogliamo essere giocati in nome di nessun piccolo interesse. (Primo Mazzolari)

Sapere solidale



1ACCOGLIAMOLI TUTTI 
la teoria di Luigi Manconi (sociologo, senatore Pd, presidente della commissione Diritti umani a Palazzo Madama) e della ricercatrice Valentina Brinis, contenuta nell’omonimo libro edito da Il Saggiatore. L’assunto è semplice, ma non banale: «Per salvare l’Italia e gli immigrati non si deve partire da una concezione buonista che strizza l’occhio allo straniero a prescindere. Ma si deve partire da un presupposto di utilità sociale».
Per Manconi «si devono considerare gli stranieri per quello che sono, cioè una risorsa. Tant’è che in termini di Pil valgono tra l’11 e il 12 per cento». E lancia la sua proposta: «L’Italia deve proporre al prossimo Consiglio europeo un piano di protezione temporanea di un anno, rinnovabile definendo quote di accoglienza per ciascuno Stato membro».
Come la mettiamo, allora, con la Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza Maroni? Il senatore Pd guarda oltre: «Accogliere gli stranieri è più conveniente che respingerli. Perché — spiega — questi meccanismi di criminalizzazione non fanno altro che incrementare la già ampia popolazione carceraria costituita da stranieri».
E, proseguendo, in quest’ottica di utilità sociale, mettere in soffitta l’aberrante logica del vu’ cumprà, vu’ rubà, vu’ stuprà diventa più semplice. Manconi lo dimostra nel suo libro: in primis perché gli immigrati ringiovaniscono la «vecchia Italia» (il nostro tasso di fecondità è tra i più bassi dei Paesi occidentali), in seconda battuta perché la manodopera di italiani è «iperspecializzata» a fronte di una richiesta di personale meno qualificato. Ergo — spiega — «l’Italia ha bisogno di migranti e viceversa».
2VIRTU' CHE CAMBIANO IL MONDO
Conversione ecologica, cioè profondo cambiamento della produzione e dei propri stili di vita in direzione di una maggiore sobrietà, ma anche difesa dei beni comuni. Orizzonti e virtù per cambiare il mondo. Il nuovo saggio di Guido Viale 

L’ultimo libro di Guido Viale, Virtù che cambiano il mondo. Partecipazione e conflitto per i beni comuni (Feltrinelli Milano, pag. 154, 12 euro) viene innanzi tutto a rendere più netta la singolarità del profilo di questo intellettuale nel panorama culturale italiano. Viale non ha una collocazione accademica e dunque non possiede un definito profilo professionale e disciplinare. In senso stretto, non è un economista, né un politologo, né un filosofo. Non è neppure un ideologo – nel senso che in Francia si dà a questo termine – una figura che anche da noi ha talora un retroterra universitario e più spesso si ritrova fra gli intellettuali militanti ai margini estremi dei partiti politici. Lo potrei definire più precisamente un ricercatore, il quale sceglie ambiti rilevanti dell’universo sociale del nostro tempo per esplorarne i meccanismi, tentando di estrarre e di elaborare, dal nodo dei problemi che li caratterizza, soluzioni possibili a favore dell’interesse generale. E in tale operazione, come un onesto artigiano, va a cercarsi gli utensili che gli servono, vale a dire la molteplicità degli specialismi offerti dal sapere scientifico che quei problemi lumeggiano in ordine sparso.
Per questo nei suoi scritti ritroviamo, fuse in una argomentazione unitaria, le più varie discipline: dall’economia alla filosofia, dalla storia alla sociologia, dalla politologia alle scienze ecologiche. E naturalmente tali ricerche pluridisciplinari non sono finalizzate a una verifica accademica, ma si misurano con una loro possibile traducibilità operativa e politica in contesti territoriali determinati. Con piena coerenza, l’ideazione originaria della ricerca di Viale nasce nell’ humus dei conflitti sociali, si nutre anche culturalmente dei saperi di cui questi sono portatori, e ad essi ritorna, come al proprio committente, per orientarli con una superiore strumentazione teorica. E’ questa la modalità dei percorsi che io intravedo, ad esempio, nei suoi numerosi saggi sui rifiuti – a partire da Un mondo usa e getta del 1994 – agli studi sull’automobile e sul traffico – sin da Tutti in taxi, del 1996 – ai più recenti saggi sul riciclo e sulla conversione ecologica. Significativamente, in queste Virtù che cambiano il mondo, Viale registra tale modalità come una caratteristica diffusa dell’oggi: «La novità maggiore di questa nuova stagione sta qui: cultura, democrazia e partecipazione coincidono».


3IL CAPITALISMO USA E GETTA

IL CAPITALISMO USA E GETTAIl nuovo libro di Serge Latouche, «Usa e getta. Le follie dell’obsolescenza programmata» (Bollati Boringhieri),  prende le mosse dallo stroardinario documentario, «The Light Bulb Conspirancy» di Cosima Dannoritzer (qui linkato). Ecco come il dominio capitalista crea un ciclo continuo, e sempre di più breve durata, di produzione e distruzione delle merci. Tutta colpa di quelle fabbriche statunitensi che nel 1872 misero improvvisamente sul mercato milioni di colli e polsini da camicia non lavabili...
http://comune-info.net/2013/04/il-capitalismo-usa-e-getta/


4LE PRIME RADICI

LA VIA ITALIANA ALLA COOPERAZIONE ED AL MERCATO  -di Luigino Bruni
 Il capitalismo ha fallito e rischia di far fallire gli Stati, il comunismo è morto o quasi. E la terza via non sta mica tanto bene.
L'alternativa? Secondo l'economista e storico Luigino Bruni c'è già ed è già stata sperimentata. E' l'economia civile, una tradizione che affonda le sue radici nel medioevo, da cui ha preso origine - è questa la tesi più innovativa del libro - anche il movimento cooperativo italiano. Luigino Bruni ci mostra dunque una storia del movimento cooperativo molto più ricca, plurale ed antica di quanto gli stiudiosi della cooperazione ci abbiano finora raccontato, una storia che può essere ancora capace di futuro

5IO CREDO: Dialogo tra scienza e fede

DIALOGO tra una scienziata atea e un prete laico fuori da ogni schema. Non stupisce che Io credo, il libro che raccoglie una settimana intera delle loro fertili conversazioni, uscito qualche settimana fa per Nuovadimensione, sia diventato in breve tempo un piccolo caso editoriale grazie soprattutto al passaparola.

Lei è Margherita Hack, astrofisica di fama internazionale e autrice di innumerevoli saggi, lui è don Pierluigi Di Piazza, noto come "il prete dell'accoglienza" e fondatore del Centro Balducci a Zugliano, nei pressi di Udine. 

Legati da stima reciproca di vecchia data, la scienziata che ha da poco compiuto i novant'anni e il prete di frontiera schierato dalla parte dei deboli, parlano tra loro e si confrontano  su concetti universali come  la vita, la morte, l'amore, la morale, la religione, la sessualità. Ma anche sulle attitudini e azioni umane che determinano l'esistenza quotidiana: il male di vivere, il coraggio, la politica, le passioni, le questioni ambientali e sociali, il lavoro e la giustizia. E il loro punto di vista, diverso per impostazione e convinzione, espresso con chiarezza nel rispetto reciproco senza pregiudizi o gabbie ideologiche, arriva a volte perfino a incontrarsi, grazie a valori come etica, intelligenza e coerenza.

Ma discutono anche di temi sociali e di vita reale Hack e Di Piazza: di degrado della politica, di modi di essere, di lavoro e d'ambiente e il risultato è un dialogo che costringe la mente a una sana forma di ginnastica intellettuale, e che invita a riflettere e pensare. Io credo apre nuovi orizzonti e, soprattutto, veicola il messaggio che confrontarsi è sempre utile: a tentare di comprendere meglio il mondo che ci circonda e i misteri che lo popolano. 
Lei è una scienziata laica, che cosa l'ha spinta a dialogare con un prete?
Pierluigi Di Piazza è un prete che si definisce "laico", e quindi vicino a me. Si va d'accordo su tante cose fondamentali, non c'è bisogno di credere in Dio per avere un'etica comune: ama il prossimo tuo come te stesso. Certo l'etica di un ateo per me è preferibile a quella di un credente perché un ateo si comporta bene perché la sua coscienza glielo dice, non perché spera in una ricompensa in paradiso o perché teme una punizione all'inferno... 
Oltre all'etica io e Di Piazza condividiamo i valori legati alla giustizia, alla libertà e alla solidarietà (rispetto del prossimo, attenzione verso le persone più deboli, più disastrate, che hanno più bisogno d'aiuto) e soprattutto laicità: non voler imporre le proprie idee e rispettare quelle di tutti.


6L'EGOISMO DEL NOI

Non sappiamo se sia nata una nuova civiltà dello stare insieme, come sostiene l’autore di «L’egoismo è finito». Di sicuro si moltiplicano i tentativi per ricomporre le relazioni tra persone e per ripensare la vita nelle città. La cultura della proprietà e del consumo individuale rischia di perdere il suo primato. Mutuo soccorso e cooperazione guidano sempre più spesso i comportamenti di persone e reti

Per molti anni la fabbrica, il partito, il sindacato ma anche la parrocchia e soprattutto la piazza sono stati i luoghi dello stare insieme. Il cortocircuito che li ha svuotati o eliminati dalla scena è ancora in corso. Tuttavia, il bisogno di spazi per il «noi» è sempre alla ricerca di soddisfazioni. «L’egoismo è finito» (Einaudi) di Antonio Galdo cerca di individuare le nuove forme con le quali le persone mettono in discussione il dogma dell’«io», sperimentando case comuni diverse. 

7) L'INDUSTRIA DELLA CARITA'

Da storie e testimonianze inedite il volto nascosto della Solidarietà
di Valentina Furlanetto

"Per salvaguardare oceani, balene, foreste, ambiente Greenpeace Italia ha utilizzato 2 milioni 349.000 euro, meno di quanto spenda per pubblicizzarsi e cercare nuovi iscritti: 2 milioni 482,000"
(Dati bilancio 2011)

La bontà disarmata, incauta, inesperta e senza accorgimento non è neppure bontà, è ingenuità stolta e provoca solo disastri (Antonio Gramsci)


8)  10 big per una nuova economia

Esordio in libreria per il primo volume della collana VITA, realizzata in collaborazione con Feltrinelli. Volumi agili, spunti di pensiero destinati ai "costruttori di società e di bene comune". Primo titolo: "Del cooperare"


Giulio Sapelli, Geminello Alvi, Luca de Biase, Adone Brandalise, Mauro Magatti, Pierangelo Dacrema, Pietro Barcellona, Giorgio Agamben, Silvano Petrosino, Guido Rossi. Una formazione di pensatori top riuniti in poco meno di 200 densissime pagine. Sta tutta rachiuso nella forza di questi nomi il valore di "Del cooperare. Manifesto per una nuova economia" (192 pp., 10 euro), il primo volume della nuova collana di libri VITA che sbarca oggi nelle librerie.
Uno scavo, più che mai attuale, nelle zone d'ombra dell'economia contemporanea, e una proposta aperta (un Manifsto, appunto), che mette le basi per una nuova e rivoluzionaria economia del cooperare. Un volume che spiega perfettamente lo scopo di questa collana, realizzata in partnership con Feltrinelli: dare strumenti di pensiero (e di azione) ai “costruttori di bene comune”. Volumetti densi ma agili, che vanno ad approfondirei temi d’avanguardia della contemporaneità e propongono ipotesi - praticabili - di futuro. Da un’intervista -dialogo con il cardinale Angelo Scola alle riflessioni di Ivan Ilic sul tema dell’educazione-istruzione, lo spazio d’intervento che, mese dopo mese, la collana va a coprire è ampio. «È sicuramente un'avventura», spiega Giancarlo Foglia, direttore editoriale di Feltrinelli, «ma non c'è niente di avventuroso: sappiamo qual è il mondo cui Vita si rivolge, e sappiamo quanta forza di iniziativa, di coinvolgimento e di attenzione alle idee intorno a Vita è possibile movimentare. Quello della collana è stato l'innesco che mancava, è stata l'occasione per concretizzare un rapporto e una collaborazione con un mondo che è diverso ma complementare al nostro».
Eppure quello del "bene comune" dovrebbe essere un tema popolare per eccellenza. È un tema che, etimologicamente, ci riguarda tutti…
«È vero. Ma è ancora, paradossalmente, un tema emergente: ora però che la situazione economico-sociale ci costringe a mettere in discussione i paradigmi culturali dominanti, o quanto meno a sottoporli a una critica profonda, questi temi non possono che conoscere una grande fortuna. Diventano di per sé popolari, e con questa collana ci poniamo all'avanguardia di questo cambiamento. Vogliamo provare a far fare a questi temi un passo avanti a livello di consapevolezza diffusa».


9"Incontrarsi - Racconti di donne migranti" 

E’ in libreria "Incontrarsi - Racconti di donne migranti" (edizioni Ediesse), una raccolta di cui fa parte il  racconto "Intorno a me" scritto dalla socia ATDAL OVER 40 Kathiusca Toala Olivares.

Si tratta di un’antologia di 34 racconti sul tema dell’incontro scritti da donne migranti e native, che hanno partecipato al concorso letterario “Incontrarsi”, promosso dal «Caffè letterario» della Casa internazionale delle Donne e patrocinato dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Roma.




10)        IN NOME DEL POPOLO ITALIANO



Zalab presenta:

In Nome del Popolo Italiano (doc, 7’, Italia, 2012)
di Gabriele Del Grande e Stefano Liberti



Padri di famiglia, lavoratrici, ragazzi e ragazze nati in Italia. Al centro di identificazione e espulsione (CIE) di Roma ne arrivano ogni giorno. Non hanno commesso alcun reato, eppure rischiano di passare 18 mesi dietro le sbarre in attesa di essere espulsi. La loro detenzione è convalidata da un giudice di pace. In nome del popolo italiano. Basta un permesso di soggiorno scaduto. Lo dice la legge e questo basta a tranquillizzare l'opinione pubblica e a rimuovere il problema.

Noi però abbiamo deciso di andare a vedere. Ne è nato un documentario breve, un viaggio per immagini e storie nel CIE di Roma. Perché siamo convinti che mostrare quei luoghi e ascoltare quelle voci significa rompere una definizione. E ribadire che nessun essere umano è illegale. Nemmeno quando lo dice una legge.

è il primo di una serie di documentari brevi prodotti da ZaLab con il sostegno di Open Society Foundations sulle più gravi emergenze democratiche dell’Italia di oggi. Lo scopo dei mini-doc è raccontare le molte violazioni di diritti fondamentali che attravesano il paese e raccogliere la voce di chi le vive sulla propria pelle, fuori dagli schemi e dalle semplificazioni giornalistiche. I documentari brevi di ZaLab nascono per la diffusione sul web e nell'ambito di campagne di sensibilizzazione e advocacy.

11) E’ appena uscito il libro degli Atti del XVI Convegno Studi a cura dell’associazione culturale Famiglia Aperta (www.famiglia-aperta.org) sul tema:


Primato delle persone nella società multietnica
Nasce infatti innanzitutto dalla riflessione pacata su di un congruo numero di vissuti e di esperienze raccolti su diversi territori italiani nella tappa biennale di ricerca educativa preparatoria al convegno e poi trascritti nella Cartella dei lavori di base, e confluisce poi, coi puntuali approfondimenti di svariate discipline umanistiche , in indicazioni interdisciplinari stimolanti un alto impegno culturale e politico della società civile.
La società multietnica va accettata proprio per poterla “costruire interetnica e interculturale, attraverso pratiche che favoriscano il dialogo fra culture diverse e creino le condizioni per andare oltre l’integrazione,mettendo in atto processi di interazione reciproca”, afferma nella bella sintesi introduttiva il prof. G. Piana,docente di Etica ed Economia all’Università di Torino.
Le puntualizzazioni teoriche sono tutte a firma di noti studiosi italiani di Pedagogia e di Psicologia,di Sociologia e di Storia dell’economia,di Filosofia e di Teologia nella prima parte
del libro:Le relazioni del convegno, e peraltro tutte verificate nella seconda parteLe proposte di vita,testimonianze di persone e famiglie, che in vari modi sottolineano l’attenzione alle persone immigrate accolte nelle loro identità culturali e aiutate a inserirsi con dignità in territori con tradizioni da conoscere e ordinamenti diversi da osservare.
Questo libro di 220 pagine pertanto si qualifica,in tempi spesso turbati da episodi razzisti e attraversati da un’indistinta paura del diverso, non solo come un interessante e piacevole libro di approfondimento culturale per persone con responsabilità professionali e sociali di vario tipo, ma soprattutto come un vivace “strumento di lavoro” per educatori impegnati nelle discussioni coi giovani in gruppi classe degli Istituti scolastici e nei gruppi di lettura delle Biblioteche e delle varie associazioni culturali del territorio.
Può essere richiesto versando 15 euro per una copia, e 130 euro per 10 copie sul conto corrente postale n.13945068 intestato a Famiglia Aperta c.p.83- 27036 Mortara(PV). www.famiglia-aperta.org

12UN NUOVO QUOTIDIANO «ECONOMICO» RIBELLE COMUNE-INFO E' DA OGGI ON LINE
Comune-info è un sito dedicato ai temi dei beni comuni, della decrescita e dell’altra economia, promosso da un gruppo romano di giornalisti, ricercatori, artisti , formatori e operatori sociali. Un nuovo quotidiano alter-economico on line da oggi per ripensare gli stili di vita e la città, a cominciare da Roma e dal suo territorio regionale, con contaminazioni e sguardi da altre regioni e paesi. La presentazione di Comune-info è in programma venerdì 30 alla 17,30, all’ex mattatoio di Testaccio, durante la tre giorni in difesa della Città dell’altra economia.
Comune-info è uno spazio web di informazione indipendente. Un sito con aggiornamenti, divisi per temi, settimanali e quotidiani.
Siamo convinti che, pur tra limiti e contraddizioni, il variegato e frammentato universo dei movimenti possa dare un contributo importante per la nostra città. Crediamo infatti che oggi i cambiamenti sociali profondi possano avvenire proprio dai i tanti tessuti sociali vivi ed attivi nei territori. Tuttavia, sentiamo anche il bisogno di nuovi linguaggi, di nuove pratiche, di nuove contaminazioni con altri movimenti e singoli cittadini/e: dobbiamo rinnovarci per essere in grado di rispondere a una crisi che chiaramente non è soltanto economica. E dobbiamo essere in grado di parlare a tutti, non solo con coloro che già condividono punti di vista critici sulla società e sull’economia oppure con coloro che li condividono ma hanno altre proposte.
http://comune-info.net


13)  A SCUOLA DI BUONA POLITICA 
(VERA, REALE, PRATICATA E... CONDIVISA):
http://www.commercioetico.it/libri/625/Marco-Boschini/Viaggio-nell-Italia-della-buona-politica.aspx

14L'Economia della Felicità

In DVD il potente documentario con il quale Helena Norberg-Hodge, Premio Nobel alternativo, spiega perché bisogna abbandonare la globalizzazione. Per la scrittrice, solo la localizzazione potrà salvare il mondo.





15Un mondo da salvare

di Linda Maggiori
Inquinare di meno è doveroso e possibile, ed oggi sempre più genitori, cittadini, operatori sanitari
e scolastici sono uniti dalla volontà di preservare la salute dell'uomo che sappiamo indissolubilmente
legata alla salubrità dell'ambiente - a partire dalla tutela del latte materno, insostituibile Bene Comune,
simbolo stesso della vita e dell'amore materno.
La storia è stata scritta da una mamma di Faenza (Ravenna) ed illustrata dai bambini delle scuole
Primarie di Venafro e Sesto Campano Taverna (Isernia), paesi con gravi problemi di contaminazione
ambientale.
I disegni sono più di 40, tutti bellissimi (blog www.difesalattematerno.wordpress.com).
Grazie a Linda Maggiori per aver condiviso questa bella fiaba; un grande grazie ai bambini, alle
maestre, alla dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Statale “Leopoldo Pilla” e alle meravigliose
“Mamme per la salute e l’ambiente di Venafro” che hanno reso possibile tutto questo.
Grazie infine alla casa editrice Controvento per aver realizzato il progetto e per aver condiviso fino
in fondo i nostri ideali!
Diceva Lorenzo Tomatis, scienziato e ricercatore: “Le generazioni a venire non ci perdoneranno
i danni che stiamo loro facendo.”
Ognuno di questi disegni ci interroga e mette sotto accusa questo modello di sviluppo insostenibile,
ma allo stesso tempo ci lancia un messaggio di speranza e cambiamento.
Sono i nostri figli a chiedercelo: DOBBIAMO ascoltarli!
Le portavoci della Campagna Nazionale per la Difesa del Latte materno dai contaminanti ambientali
Patrizia Gentilini e Paola Negri


16) Collana Campo de Fiori 
Cari amici,
l’anno scorso Elido Fazi ed io abbiamo creato la collana “Campo dei fiori”, il cui nome ricorda la nota piazza romana dove la Santa Inquisizione era solita giustiziare le sue vittime, tra le quali la più celebre è il filosofo ed ex frate domenicano Giordano Bruno, arso vivo il 17 febbraio 1600.
Chiamando la nostra collana “Campo dei fiori” abbiamo voluto evocare tutti i martiri della libertà religiosa, testimoni obbedienti del primato della coscienza, e promuovere la libera ricerca teologica e spirituale.
Il che significa:
- scoprire la natura come luogo concreto dove ritrovare lo spirito, come "In principio era la gioia" di Matthew Fox;
- coltivare l’attenzione e la passione per la memoria storica, come nella “Storia dei papi” di John O’Malley e in “Vita e morte di Michele Serveto” di Roland Bainton;
- aprirsi al dialogo con le religioni non cristiane, come in “Senza Buddha non potrei essere cristiano” di Paul Knitter, “Le religioni del mondo” di Huston Smith e “La giustizia deve essere di questo mondo” di Donatella Di Cesare;
- riprendere il genere classico delle vite esemplari, come nella biografia di Gandhi di Jacques Attali e in quella di Montaigne di Sarah Bakewell;
- coltivare l’esegesi della Bibbia all’insegna della libertà dello spirito e della gioiosa creatività, come in “Versetti pericolosi” di Alberto Maggi;
- formulare una teologia come critica e rinnovamento della coscienza cristiana come nel mio“Obbedienza e libertà”.
Oggi vogliamo presentarvi il nuovo sito della collana www.campodeifiori.eu, uno strumento che intende integrare e ampliare l’interesse per queste tematiche. In esso troverete informazioni, recensioni, filmati e anticipazioni sui nostri libri e i loro autori, e potrete esprimere le vostre opinioni, non solo sul sito ma anche sul nostro canale Facebook. E se lo desiderate, potrete ricevere la nostra newsletter.
Infine, perché le idee in cui crediamo possano raggiungere un più ampio numero di persone, ti chiediamo la cortesia di segnalare www.campodeifiori.eu sul tuo sito, o blog, o pagina facebook e twitter.
Ringraziando per l’interesse e l’attenzione, vi prego di ricevere i miei più cari saluti.
Vito Mancuso












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mi chiamo Futuro ... tu come ti chiami ?

mi chiamo Futuro ... tu come ti chiami ?
Dio mi liberi dalla saggezza che non piange, dalla filosofia che non ride e dall'orgoglio che non s'inchina davanti ad un bambino" (K. Gibran)

LENTE D'INGRANDIMENTO - CITTADINANZA ATTIVA

COALIZIONE PER I BENI COMUNI:

Un’ampia delegazione della Coalizione per i Beni Comuni, ha depositato, presso gli uffici competenti del Comune di Roma, la proposta di delibera popolare per l’approvazione del regolamento per la gestione condivisa beni comuni.

Una rete informale di cittadinanza attiva – composta da 104 realtà romane - nata con l’obiettivo di presentare al Comune di Roma una Delibera di Iniziativa Popolare per l’approvazione di un “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione in forma condivisa dei beni comuni urbani” finalizzato non solo a definire i rapporti tra le amministrazioni locali e quanti vogliono offrire il proprio contributo volontario per la cura, la rigenerazione e la gestione dei beni comuni urbani, ma anche ad attivare nuove forme di collaborazione tra le parti, basate sul principio di sussidiarietà orizzontale e non sulla totale delega di responsabilità ai cittadini.

Questo l’obiettivo scaturito dalle 104 realtà romane che, con la consegna della proposta di delibera popolare, danno il via ufficiale alla RACCOLTA DELLE 5.000 FIRME valide necessarie per essere discussa in Consiglio.

Una rete informale che continuerà a crescere e a coinvolgere gruppi organizzati e non, comitati, associazioni e cittadini fino al raggiungimento dell’obiettivo: l’approvazione del “Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione in forma condivisa dei beni comuni”, per il benessere collettivo e il miglior utilizzo anche dal punto di vista dei bambini.

Una raccolta firme che avrà non solo l’importante compito di dotare anche Roma di uno strumento che avvicina cittadini e istituzioni, ma anche quello di sensibilizzare e informare le persone sulla sua importanza strategica

FACEBOOK

https://www.facebook.com/coalizioneperibenicomuni/


coalizioneperibenicomuni@gmail.com

389 5826326 - 3386587734

FORSE NON TUTTI SANNO CHE:

1) Mangiare, Dormire, Lavarsi ... è x tutti
sul sito della Comunità di S. Egidio è possibile "sfogliare" guide solidali che informano sulle realtà CITTADINE disponibili a sostenere chi si trovi in difficoltà

http://www.santegidio.org/index.php?&pageID=228


SOLIDARIETA' E AMBIENTE

ACQUA, un popolo di spreconi

ACQUA, un popolo di spreconi

Un popolo di spreconi.

Ne consumiamo ogni giorno più di 250 litri a testa, più di ogni altra nazione europea.

Non siamo i più puliti, ma solo i più spreconi.



Ogni giorno utilizziamo centinaia di litri d’acqua senza prestare molta attenzione; in genere l’atteggiamento più diffuso è quello di pensare che «basta aprire un rubinetto e servirsene a piacere», in realtà le cose non stanno proprio così, è necessario fermarsi a riflettere un attimo per dare il giusto valore ad una risorsa che purtroppo non è infinita.

Senza acqua nessuna forma di vita è possibile, è un bene d’assoluta necessità che diventa sempre più scarso con il passare del tempo per motivi sia di ordine quantitativi (l’acqua oggi a disposizione è pari a circa un terzo di quella disponibile negli anni ‘50 e tra cinquanta anni sarà ulteriormente dimezzata), sia qualitativi (per ogni litro d’acqua potabile, almeno otto risultano contaminati dall’attività umana).

Gli effetti di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti: casi crescenti di razionamento idrico; il consumo di acqua minerale o filtrata diventato quasi un obbligo; lievitazione del costo dell’acqua potabile ecc.

Se poi allarghiamo lo sguardo a livello mondiale, il panorama diventa ancora più preoccupante: circa un miliardo e mezzo di persone non dispongono di acqua potabile.

Di fronte ad un quadro tutt’altro che roseo, oltre ad avvicinarsi al rubinetto con maggiore rispetto, diventa importante porsi il problema di come contribuire in prima persona a migliorare la situazione.

D’altra parte, un uso più appropriato dell’acqua non fa bene solo all’ambiente, ma anche al portafogli e con molta probabilità anche alla pace tra i popoli, perché sono oramai numerosi gli analisti politici che individuano nella carenza d’acqua uno dei possibili motivi di conflitto armato tra i paesi.

Che fare?

Per eliminare gli sprechi idrici si può agire su tre fronti: -Ridurre i consumi d’acqua, in modo da erodere il meno possibile questa preziosa risorsa e contrarre l’impatto ambientale (produrre, trasportare e smaltire acqua potabile richiede energia e produce inquinamento). -Contrarre l’impiego di additivi per ridurre l’inquinamento dell’acqua, della natura e dell’ambiente domestico. -Diminuire il consumo energetico per scaldare e distribuire l’acqua al fine di ridurre l’inquinamento ambientale e il consumo di energia fossile. Per raggiungere questi obiettivi è necessario intervenire sia a livello degli stili di vita, modificando alcune abitudini radicate nel tempo, sia a livello di impiantistica, utilizzando apparecchiature progettate con particolare attenzione al risparmio idrico ed energetico per garantire un’efficacia uguale o superiore rispetto ai dispositivi convenzionali. Spesso si tratta di mettere mano al portafogli, ma il più delle volte il risparmio che deriva dall’uso di tali dispositivi ripaga in poco tempo la spesa affrontata per il loro acquisto. Il massimo dei risultati si ottiene quando entrambe queste strategie, cioè modifica delle abitudini e nuova impiantistica, sono adottate insieme. Vediamo ora in dettaglio le varie soluzion possibili.

Riduzione dei consumi

Iniziamo dalla tipologia di utilizzo che impatta maggiormente per poi passare alla seconda e così via prendendo come riferimento il diagram-ma a torta (vedi il grafico ripartizione dei consumi domestici), in altre parole guardiamolo con occhi famelici e gettiamoci a capofitto sulla fetta più grossa per poi passare a quella di dimensioni immediatamente inferiori e cosi via!

  • Docce e bagni.
  • La doccia presenta un minor consumo d’acqua, rispetto al bagno, soprattutto se si tiene l’acqua aperta solo quando serve.
    Inoltre è possibile adottare docce a risparmio energetico, in grado di ridurre i consumi oltre il 70%. In termini pratici, considerando una doc-cia al giorno si possono risparmiare in un anno oltre 50.000 litri d’acqua e diverse centinaia di euro.
    La cosa importante è di utilizzare docce che non si limitino a ridurre il consumo d’acqua (allora tanto vale non aprire totalmente il rubinetto, con il risultato che s’impiega più tempo a lavarsi e si consuma lo stesso quantitativo di acqua), ma sfruttino in maniera più intelligente l’acqua, garantendo un elevato potere lavante a fronte di minori consumi.
    Vi sono inoltre vantaggi secondari interessanti: nel caso di boiler elettrico, più persone riescono a fare la doccia consecutivamente e minori sono i cali di portata per gli altri utenti, l’unico rovescio della medaglia è che, passando meno acqua nei tubi, si deve attendere più tempo l’arrivo dell’acqua calda.

  • Lavaggio stoviglie e biancheria.
  • Nel caso in cui si utilizzino lavatrici o lavastoviglie è bene farle girare sempre a pieno carico; nel caso dei lavaggi a mano evitare l’uso d’acqua corrente e preferire l’acqua raccolta in un lavabo o in una bacinella.
    Sempre per ridurre gli sprechi, non lasciate diventare vecchio lo sporco dei piatti e le macchie ostiche dei tessuti perché richiedono un lavaggio più impegnativo sia da un punto di vista chimico (detersivi) sia energetico (tempi e temperature più elevate); lavare separatamente i pezzi a seconda del grado di sporco.
    Molti si chiederanno: si consuma più acqua, energia e detersivi lavando a mano o a macchina?
    Per rispondere in maniera corretta a questa domanda è necessario conoscere due fattori: grado di riempimento ed «economicità» della macchina da una parte e capacità di lavaggio manuale dall’altra.
    Comunque alcuni studi in materia hanno dimostrato che per lavare lo stesso quantitativo di stoviglie, pari ad un carico intero di una lavapiatti, mediamente si consumano 80 litri d’acqua se lavati a mano; 60 se lavati a macchina; 12 litri nel caso di apparecchi ad elevata efficienza, i quali oltre al risparmio d’acqua consentono una notevole contrazione dei consumi di detersivi ed energia.

  • Vaschette del WC.
  • Le vaschette tradizionali, in genere contengono circa 24 litri, un volume d’acqua tale da permettere una buona azione lavante nel caso di presenze solide…, ma eccessivamente elevata nel caso di rifiuti liquidi.
    Mediamente, con tali sciacquoni si ha un consumo giornaliero di circa 100 litri a persona, in gran parte sprecati.
    Più efficienti sono le vaschette a due mandate, una da 3 e l’altra da 6 litri, grazie alle quali il consumo giornaliero, a parità di funzione, scende a 15 litri d’acqua.
    Se utilizzate in maniera corretta, ossia schiacciando il tasto giusto al momento giusto, con le vaschette a doppia mandata si arriva a risparmiare circa 17.000 litri d’acqua l’anno a persona.
    Quando non si hanno a disposizione vaschette ad hoc, è possibile modificare i tradizionali cassonetti introducendo dei pesi che permettono di ottenere le stesse prestazioni.
    Un altro metodo è di inserire nella vaschetta un mattone o più semplicemente una bottiglia piena d’acqua.
    In quest’ultimo caso si risparmia molta acqua, ma si riduce anche la quantità disponibile per ogni scarico con l’inconveniente di ridurre l’azione lavante.

  • Rubinetti.
  • Vanno aperti solo quando serve e tenuti chiusi mentre ci si insapona o ci si lava i denti; analogamente per lavare la frutta e la verdura è sufficiente usare acqua raccolta in una bacinella e non quella corrente.
    Per dare un’idea concreta di quanto questi gesti quotidiani possano far variare notevolmente il livello dei consumi idrici, analizziamo in dettaglio cosa accade durante il lavaggio dei denti: tenendo aperto il rubinetto per tutto il periodo di pulizia, si arriva a consumare 10.000 litri l’anno a persona; quando il rubinetto viene aperto solo per il risciacquo il consumo d’acqua si riduce a 1600; se poi invece dell’acqua corrente si utilizza quella contenuta in un bicchiere, si arriva a non più di 200 litri d’acqua l’anno!
    Un bel risparmio, vero?
    Per quanto concerne interventi di tipo impiantistico, è possibile sostituire i normali filtrini dei rubinetti (quelli che ogni tanto dobbiamo pulire dal calcare e da altre sporcizie) con dei modelli risparmio energetico (aeratori).
    Come per le docce vale il discorso di acquistare dei modelli che non si limitino a ridurre la portata dell’acqua, ma che producano un getto di eguale capacità lavante con consumi inferiori.

  • Perdite dalle guarnizioni.
  • L’acqua, che a causa di perdite delle guarnizioni gocciola dai rubinetti o dallo sciacquone, sembra poca cosa, ma essendo continuativo, anche il semplice gocciolamento comporta uno spreco inutile di migliaia di litri d’acqua (e di euro).
    Nel caso in cui l’impianto è dotato di accumuli dell’acqua calda, come ad esempio i boiler elettrici, oltre al consumo d’acqua le perdite idriche si tramutano anche in uno spreco d’energia elettrica.
    È pertanto consigliabile di sostituire immediatamente le guarnizioni danneggiate.

  • Ridurre l’Impiego di Additivi
  • Tutti i detergenti, compresi quelli ecologici, comportano un impatto ambientale per la loro produzione, il trasporto e lo smaltimento.
    Inoltre, soprattutto nel caso di detergenti convenzionali, si ha una liberazione di residui tossici nell’ambiente che poi vengono assimilati attraverso la respirazione, la pelle e il consumo di alimenti.
    Ecco perché è bene ridurre al minimo l’impiego di detergenti e detersivi e in ogni caso preferire i prodotti ecologici.
    Ma cosa c’entrano i detersivi con l’acqua?
    È molto semplice: in tutti i processi di pulizia viene utilizzata l’acqua come diluente che, se usata in modo intelligente, riserva ottime sorprese!
    Per il lavaggio di stoviglie e del bucato è possibile trattare energicamente l’acqua con opportuni dispositivi da applicare direttamente alle condotte dell’acqua o direttamente nelle macchine da lavare o sotto forma di additivi, ottenendo circa un dimezzamento dei consumi dei detersivi.
    Per quanto concerne la pulizia delle superfici è consigliabile impiegare dei panni in microfibra dove l’azione chimica degli additivi è completamente sostituita dall’azione meccanica, ossia si pulisce e si sgrassa unicamente utilizzando l’acqua.
    Ma anche in questo caso, per non avere risultati deludenti, è necessario scegliere prodotti d’elevata qualità.

  • Combattere il Calcare
  • Il calcare è ben noto per la tendenza a creare incrostazioni, assai difficili da rimuovere da box doccia, lavelli e rubinetteria in generale; ma i maggiori inconvenienti, il calcare li crea all’interno dell’impianto idraulico, ossia nelle condutture e, soprattutto, nei generatori d’acqua calda (elettrici o a gas).
    Tali depositi creano due tipi di barriere: una termica e una fisica.
    La prima si traduce in un maggior consumo di energia per nulla trascurabile, infatti, per ogni millimetro di deposito di calcare nei tubi, si registra un aumento dei consumi elettrici di circa il 10% e siccome lo strato accumulato in un generatore d’acqua calda può diventare molto spesso, nel tempo, i consumi possono crescere vertiginosamente.
    Analogamente, lo strato di calcare crea anche una barriera fisica al passaggio dell’acqua che, nel caso d’impianto dotato di autoclave, fa anch’esso aumentare i consumi di elettricità.
    Infine va detto che il calcare sollecita maggiormente l’impianto idraulico riducendone la durata.
    Una verifica della presenza di calcare all’interno dei tubi può essere realizzata con una semplice prova.
    Aprite al massimo il rubinetto dell’acqua fredda e notate la portata; dopo qualche istante ripetete la stessa cosa con il rubinetto dell’acqua calda.
    La minore portata dell’acqua calda è essenzialmente dovuta alle incrostazioni di calcare presenti nel generatore di calore!
    Le soluzioni utili per vincere il calcare si dividono in due categorie: trattamenti in grado di inibire il potere di coesione del calcare che, pur continuando ad essere presente nell’acqua, non è più in grado di for-mare incrostazioni; trattamenti di rimozione del calcare dall’acqua.

Ecologia Domestica

Del primo gruppo fanno parte i trattamenti energetici dell’acqua, i catalizzatori ceramici e i campi magnetici.

I primi uniscono le proprietà anticalcare alla riduzione dei consumi di detersivi ed all’eliminazione del problema della formazione della ruggine (molti modelli possono essere installati senza ricorrere all’idraulico).

I catalizzatori ceramici sono estremamente efficaci, ma richiedono un intervento impiantistico così come i dispositivi basati sull’effetto dei campi magnetici.

Tra i dispositivi che operano la rimozione parziale del calcare dall’acqua vi sono gli addolcitori, il cui impiego richiede periodicamente l’aggiunta di sale e un’accurata manutenzione.
Inoltre, sia l’installazione che la manutenzione richiede l’intervento di tecnici specializzati.

SOLIDARIETA' E CONSUMI

L’economia solidale

è, prima di tutto, un atteggiamento da cui derivano dei comportamenti che determinano un particolare stile di vita. Non si tratta solo, infatti, di aderire alle formule del commercio equo solidale, ma anche, e soprattutto, di rivoluzionare le nostre abitudini quotidiane: l’economia solidale comprende anche il nostro modo di lavare e lavarsi, ossia la quantità e la qualità di acqua, sapone e detersivi che utilizziamo.

Partire, quindi, dalle piccole cose, dalle attività quotidiane che, alla fin fine, costituiscono, in termini di tempo d’esecuzione, una porzione molto ampia di ogni nostra giornata. Limitare i consumi, specie d’acqua, evitare gli sprechi, cooperare con gli altri, sostituire la moda dell’ “usa e getta” con quella del recupero, utilizzare prodotti ecocompatibili, utilizzare l’automobile solo in casi di estrema necessità, impegnarsi a non inquinare, scambiare (tipo libri, cd, attrezzi, ecc.) per evitare di acquistare, sono alcuni imperativi per uno stile di vita un po’ più sobrio.

Zucchero equo-solidale

La nostra società si basa su un flusso continuo di merci e prodotti, e per questo viene definita consumistica. E, certamente, per cambiare le cose occorre intervenire (interferire) su questi automatismi.

Potremmo abbozzare una sorta di decalogo: compra leggero (ovvero prodotti con uno “zaino ecologico” non troppo pesante); compra durevole; compra semplice (in genere, gli oggetti più sofisticati sono meno durevoli, più delicati); compra vicino (per ridurre i danni ambientali che ogni trasporto comporta); compra sano; compra più giusto (e qui ci avviciniamo al discorso del commercio equo); compra prudente (a dispetto di normative e regolamentazioni, non è detto che il materiale acquistato non sia nocivo); compra sincero (evitare cioè i prodotti troppo pubblicizzati, dato che la pubblicità ce la paghiamo noi ed è spesso lontana dalla verità); compra mano d’opera (un metodo per aumentare l’occupazione); investi in futuro

INDIRIZZI UTILI

http://www.retelilliput.org/

http://www.utopie.it/http://www.retecosol.org/

http://www.networketico.it/

http://www.volint.it/http://www.zoes.it/

http://www.vita.it/

http://www.nuovomunicipio.org/

http://www.decrescita.it/

http://www.equonomia.it/

http://www.altreconomia.it/

http://www.altroconsumo.it/

http://www.valori.it/



COMMERCIO EQUO SOLIDALE

http://www.assobdm.it/

http://www.altromercato.it/

http://www.equoland.it/

http://www.transfair.it/

http://www.agices.org/

http://www.commercioetico.it/

http://www.equo.it/

http://www.mondosolidale.it/

http://www.cooperativaisola.org/

http://www.equociqua.it/

GAS

http://www.economia-solidale.org/

http://www.retegas.org/



FINANZA ETICA

http://www.bancaetica.com/

http://www.finanza-etica.itt/



TURISMO RESPONSABILE

http://www.aitr.org/

http://www.tures.it/

http://www.viaggiemiraggi.org/

http://www.viaggisolidali.it/

http://www.humanaitalia.org/



BARATTO

http://www.eticambio.it/

http://www.zerorelativo.it/

http://www.barattopoli.com/

http://www.tuttobaratto.it/

http://www.suesu.it/

da Fatti Mail a ... Song-Taaba ONLUS - Africa e Solidarietà

da Fatti Mail, da una mail spedita per chiedere una mano per il Burkina Faso, l'incontro con Padre Jean Ilboudo e la nascita, nel 2008, di Song-Taaba ONLUS.... Song-Taaba incontra Chiara Castellani, il suo Congo ed inizia un'esperienza umana di amicizia e solidarietà ... di conoscenza e consapevolezza ... che fa compiere ogni giorno nuovi passi ... guardando avanti ...

"A salvare veramente l’Africa non saranno i fondi e gli aiuti. Salveranno vite umane, permettendo loro di sopravvivere, ma non salveranno la vita dell’Africa. Cio’ che importa non sono i mezzi, ma le condizioni. Bisogna permettere all’Africa di ricostruirsi. Bisogna aiutarla a ricostruirsi. L’Africa deve essere prima che avere". (Joseph Ki-Zerbo)

L'Africa deve essere prima che avere ...

e come l'Africa, ognuno di noi

La strada dell'essere è quella i cui passi sono domande e la meta non è un dove ma un chi ...

Una strada che lo sguardo lungo e visionario di Padre Jean Ilboudo ha fatto intravedere a tutti noi

Song-Taaba è e vuole essere questo: la possibilità di percorrere questa strada

http://song-taabaonlus.ning.com/

Be Ye Ka Ye?: cosa c'è lì che non c'è qui?

Nulla o forse tutto: la voglia di muoversi, di interrogarsi,
di cercare il valore della vita ...

http://www.youtube.com/watch?v=WQGF1fqEruQ

la vita di Chiara Castellani

http://www.youtube.com/watch?v=HON6FoFUPnI

e di chiunque abbia voglia di vivere la solidarietà ...
se sei fra questi ... contatta:
segreteria@song-taabaonlus.org,


.... x iniziare a guardare l'Africa dal ... lato giusto:
Nel suo docu-film, Silvestro Montanaro, svela un'Africa
consapevole, dignitosa, aperta al futuro, segnata da ferite interne ed esterne,
creativa, saggia. Un' Africa da ascoltare, da capire, da scoprire e da cui
imparare:
http://www.ceraunavolta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-5a587b72-ded6-4320-942f-572599d3406c.html,