15 febbraio 2011
Affezionata piccola grande famiglia di Fatti Mail
Nei giorni scorsi a Lampedusa sono sbarcati migliaia di immigrati africani, migliaia di persone …
C’è chi arriva …
E c’è anche chi non è arrivato mai …
“Veniamo dal centro della terra, risaliamo la gabbia dei paralleli, non ci facciamo fermare da nessuna espulsione, da nessun campo di prigionia, nessun naufragio. Lastrichiamo di ossa il vostro mare, siamo la vostra nuova barriera corallina. Veniamo da così lontano che nessuna distanza ci sgomenta. Siamo scalzi e non sentiamo spine, scottature, morsi di scorpione, abbiamo un cuoio per pelle, un cuore pieno di ossigeno rosso e un colore imbrunito.
Nessuna polizia ci può offendere più di quanto già siamo stati offesi. Nessuna prepotenza può pretendere da noi la minima sorpresa. Siamo lapilli usciti dal vulcano, siamo senza numero e anche ridotti a questo, a solo numero, ci moltiplichiamo all'orizzonte facendo scimunire i contatori.
Appoggiatevi a noi, sopra di noi, vi reggeremo il corpo, pagheremo i tributi della vostra età di pensione, spaleremo la neve, sbatteremo i tappeti, allisceremo il prato perché noi siamo i piedi e conosciamo il suolo del mondo passo a passo” (Erri De Luca, Lettera ai piedi)
E mentre la preoccupazione generale di questo Paese ruota intorno al timore di cosa o quanto questa gente possa “toglierci” … desiderio di questa nostra piccola rete di solidarietà è oggi chiedersi cosa e quanto questa gente possa darci, offrirci … insegnarci!
Ogni cultura approfondisce punti di vista propri sulla vita e sulla storia … Punti di vista che possono diventare spunti di riflessione per chi ha sviluppato altre prospettive.
Alcuni viaggiatori e scrittori alla scoperta dell’Africa hanno evidenziato interessanti considerazioni:
“In poco tempo siamo finiti in un altro mondo, in un altro spazio, in un altro tempo, quello che Francesco mi ha insegnato a chiamare tempo africano Una sorta di presente continuo, di vita interamente distesa sul letto del quotidiano. Una morbidezza che farebbe bene anche a noi, sempre cosi stretti nell’ansia del futuro, sempre cosi angosciati nel pensiero del passato”. (Luisa Bossa)
“Chi è stato in Africa, in particolare in quei paesi della zona tropico-equatoriale, ha imparato a regolarsi usando la “meridiana”. Già! Proprio come facevano i nostri antenati … E qui, nel buco del mondo, alzi lo sguardo e vedi il sole già alto, significa che è ora di alzarsi; quando la tua ombra sparisce, sai che è ora di andare a pranzare. Il rapido tramonto, ti dice che la giornata lavorativa è conclusa. Tutto ciò che sta nel mezzo, fra il pranzo e la cena, è assolutamente irrilevante.
Questo è l’elemento che maggiormente sorprende dell’Africa. Sì! Proprio così! Il Tempo.
Ci sono alcuni momenti “cardinali” mentre tutto il resto non è scandito dalle lancette di un orologio, bensì dall’uomo che sceglie se un evento, dovrà esistere o meno. E questo, per noi occidentali, è sconvolgente, forse anche un po’ sconcertante.… chi scandisce la propria vita con il ticchettio di un orologio, non si rende conto della forza dell’uomo che, almeno finché è in vita, ha il sopravvento sulla natura delle cose. E questo elemento, non mi sembra di poco conto.
Mi viene da pensare che diventare tutti un po’ più africani sarebbe fantastico. Ci aiuterebbe a non svendere il nostro tempo! È nostro e usiamolo come meglio crediamo. E se un appuntamento salta, non vediamo solo l’aspetto negativo: in realtà non abbiamo voluto che una certa cosa avvenisse.
Dopo esser stato in Africa, ho smesso di vedere il mio tempo come un progredire di giorni.
Non mi lamento più che vorrei giornate più lunghe per fare di più. No! Sbagliato! Ricordo che le ore sono 24. Più che altro, cerco di rendere il tempo che ho a disposizione realmente attraente, prima di tutto verificando se sto facendo quello che mi piace, anche mentre sono a lavoro.” (Flaviano Di Franza)
… ad una cultura che ha coniato il motto: il tempo è danaro … l’Africa ha forse da insegnare più di quanto non immaginiamo … e noi, che amiamo imparare, proviamo a prenderci un po’ di tempo per leggere le richieste di chi ha affidato alla nostra solidarietà la sua speranza!
(VI PREGO DI AVVISARE LE PERSONE DA VOI SEGNALATE E DI CUI FORNITE SOLO UN NUMERO DI TELEFONO CHE POTREBBERO RICEVERE TELEFONATE IN CUI SI FA RIFERIMENTO A “FATTI MAIL” … è importante aiutare due persone estranee che si parlano a poter superare il disagio iniziale che spesso viene proprio dalla mancanza di fiducia …)
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