30 gennaio
2013
Affezionata piccola grande
famiglia di Fatti Mail
Ero adolescente quando ho iniziato a
sentire il bisogno disperato di sapere.
Forse capire.
Ma questa è una realtà che pone
inevitabilmente in conflitto sapere e capire.
Acquisire l’uno sembra far perdere l’altro.
Si possono capire le ragioni
dell’economia, del potere,
di un'ideologia, perfino della guerra.
Ma
nessuna di queste ragioni sfiora quella che ho sempre sentito come la
ragione o verità ultima della Shoah. Una ragione sotterrata. Taciuta. Confusa.
Ho letto libri. Tutti quelli che
potevano spingermi in questo tunnel senza fine e senza senso che ha
attraversato l’Europa. Ho visto film.
Tanti film.
Ma può l’indicibile essere detto?
Possono le parole esprimere l’indegnità di una follia che neanche il silenzio riesce forse ad
onorare?
La memoria - però -
non ha alternative al racconto.
Ed i racconti, come lucciole nel buio fitto della Storia, tentano allora di illuminarci sui confini
ultimi del male.
Racconti di sopravvissuti, di eroi, di
razze, religioni, emarginazione, vita
nei ghetti, nei campi di lavoro, storie di
segregazione prima, di sterminio poi. Racconti di esodi. Partenze senza
ritorni. Deportazioni. Annientamento.
In tutti questi anni ho però sempre intuito
come ogni pezzetto aggiunto al puzzle di questa abominevole pagina del passato
piuttosto che aiutare a definirne il senso finisse per sfumarlo, allontanarlo da me.
Forse perché il sacrosanto bisogno di celebrare
la memoria ha fatto emergere principalmente
uno dei protagonisti della Storia. Una “parte”.
Una parte rappresentata da sei milioni di persone. Ma comunque una sola
parte.
Non si possono compiutamente onorare
quei sei milioni di morti riducendo
tutta la Storia ad un’indegna partita tra nazisti ed ebrei.
L’inquietudine dolorosa che in questi
anni ha attraversato le mie letture e le mie visioni - lentamente - ha preso forma
e corpi.
Altri corpi però. I corpi vivi dei
milioni e milioni di europei che hanno visto giorno dopo giorno comprimere
libertà, sottrarre beni, cancellare diritti, annichilire la dignità dei loro
vicini di casa, colleghi di lavoro, insegnati dei figli, medici curanti, conoscenti, amici, parenti … ebrei … senza far lavorare i necessari
anticorpi.
Che il male aggredisca un organismo –
individuale o collettivo – è nell’ordine delle cose. Esistono gli anticorpi
proprio perché se è impossibile immaginare che il male non attacchi è possibile
invece fermarne la pervasività. Non è allora il male a dare scandalo. E’
l’assenza di reazione. E’ accettare di vedere vignette denigratorie, cartelli
di divieto, ghetti urbani, leggi razziali senza reagire. Senza insorgere. Senza
individuare il punto oltre il quale nessuno può costringere qualcun altro a
spingersi a meno di perdere ineluttabilmente ogni forma e
grado di consenso. Senza far scattare appunto gli anticorpi. Anticorpi che obbligano
a ribellarsi o ammutinarsi.
Un punto - quel punto - dato dal valore unico e condiviso dell’essere
- tutti - “umani”
L’atrocità, la mostruosità, la
nefandezza della Shoah è fortemente marcata, nel raccontarla, dall’enormità dei
numeri: 6 milioni di ebrei morti nei campi di sterminio. Ma se proprio dobbiamo
“dare i numeri” per attivare le coscienze
e valutare i fatti della Storia
dobbiamo necessariamente affiancare al numero dei morti quello dei vivi. I
circa 230 milioni di europei che hanno convissuto con questa empietà.
230 milioni di anticorpi che hanno
rinunciato ad attivarsi ed a distinguere l’essere dal fare.
Posso scegliere di fare o non fare.
Posso essere quindi colpito per ciò che ho fatto o non ho fatto.
Ma non posso scegliere di essere o non
essere.
Né è pensabile colpire qualcuno per ciò
che è – alto, calvo, cattolico, nero,
francese, ebreo … – o per ciò che non è.
Per
ciò che non nasca da una volontà o per ciò che non dia adito ad una scelta.
Banale.
Banale come il male.
E nella banalità assoluta del male c’è
perfino la sua scarsa operosità.
Come sintetizza sapientemente Edmund
Burke – filosofo e politico irlandese vissuto nel 1700 - Tutto ciò che è necessario
per il trionfo del male è che gli uomini buoni non facciano nulla.
La storia dell’olocausto – se vogliamo
ricordarla onorevolmente - ha quindi più
protagonisti: gli ebrei, i nazisti ed i milioni e milioni di cittadini europei
ciechi muti e sordi di fronte alla banalità del male.
Non tutti. E’ vero. Ma raccontare le
storie di chi reagì è proprio nel segno
dell’ eccezione e questo basta a confermare la tragicità della regola.
Conosciamo le principali discriminanti:
disinformazione, manipolazione del sapere, paura, antisemitismo ideologico.
Ma non arrivano a cancellare quel
piccolissimo ma dirimente 230 milionesimo di responsabilità.
Sul territorio del Terzo Reicht furono
istituiti più di 20,000 campi (strutture varie di detenzione). Di questi 6
furono campi di sterminio. Nel periodo di massima attività furono uccisi fino a
6000 ebrei al giorno.
Nel 1933 in Germania furono emanate le
leggi di “degiudeizzazione” con cui si iniziò ordinando il licenziamento e l’esclusione
da tutte le cariche pubbliche degli
ebrei.
Quante domande quei 230 milioni di
anticorpi avrebbero potuto porsi ogni giorno … quante …
E’ possibile che in campo di “prigionia”
arrivino quotidianamente migliaia di persone e questo campo abbia sempre le
stesse dimensioni?
E’ possibile veder cancellare diritti
fondamentali di individui solo in nome del loro credo? Individui che
magari conosci anche personalmente e non far nulla ?
E’ possibile veder partire e passare
treni blindati con voci e mani di donne, anziani, bambini – civili - senza
chiedersi quale guerra possa giustificarne la riduzione a merci?
E’ possibile non voler sapere o capire cosa stesse
accadendo ?
Infinite domande.
Una risposta certa: è ed è stato
possibile.
Ed allora … potrebbe - può - essere possibile ancora.
E’ questo il brivido che taglia l’anima
di chiunque si accosti alla storia della Shoah.
Perché la storia possa insegnare bisogna
leggerla con l’umiltà del voler imparare.
Sostituendo alla superbia dell’ oggi
non potrebbe accadere più la vigilanza
dell’esercizio quotidiano dei propri anticorpi.
E sono tante le realtà piccole e grandi
- di emarginazione, ingiustizia, diseguaglianza, discriminazione - che ogni giorno “chiamano” la nostra indignazione prima e la nostra reazione
poi … ad esercitarsi a “rispondere”. A fare e farci domande. A non girare la testa. A
scegliere la parte da cui stare (perché c’è sempre una parte giusta ed una
sbagliata) A non giustificare tutto e tutti. A dare il proprio piccolissimo
“buon” contributo.
Perché il male prevalga non è
prioritario che qualcuno faccia del male ma che ognuno di noi riduca, comprima,
rinunci alla possibilità di compiere
quotidianamente il bene possibile.
Una lezione questa che una rete di
solidarietà non può non voler apprendere e tentare di mettere in pratica …
Tante le ricerche di lavoro: leggiamo
ognuna come se fosse l’unica, facendo nostra la trepidazione delle amiche ed
amici che l’abbiano scritta!
AVVISATE LE PERSONE DA VOI SEGNALATE -
DI CUI FORNITE SOLO UN NUMERO DI TELEFONO -CHE POTREBBERO RICEVERE TELEFONATE IN CUI SI FA
RIFERIMENTO A “FATTI MAIL” … è importante aiutare due persone
estranee che si parlano a superare il disagio iniziale dovuto spesso proprio
alla mancanza di fiducia … Considerate che l’espandersi di Fatti Mail se da una
parte aumenta i lettori (e le opportunità di risposte solidali) dall’altra
estende anche al di fuori delle spedizioni di Fatti Mail via e-mail la
possibile lettura del bollettino. Chiedete quindi a chi vi chiami o vi contatti
come sia venuto a conoscenza della vostra richiesta, regolandovi
conseguentemente.
BUONA
LETTURA :
1)
OCSANA CERCA LAVORO:
Cara
Gaia,
conosco una ragazza ventottenne dello sri lanka, a
cui è morto da poco il
Carissima
Gaia, leggo sempre con estremo piacere il
bollettino mensile “fatti mail”
Gradirei
venisse inserito un appello ed una segnalazione a favore di una Signora, Pavlyshyn
Ocsana , Ucraina di anni 44, prossima a rientrare qui in Italia dopo un
periodo di qualche mese trascorso nel suo paese (Ternopoli)
Detta signora, eccellente sotto ogni
profilo e da me conosciuta personalmente nel corso del suo primo soggiorno, ha
fatto un’esperienza come badante fissa presso una signora anziana (attività
intrapresa grazie ad una mia segnalazione …), ma malgrado che questa signora
fosse pienamente soddisfatta del servizio ricevuto, Ocsana non ha potuto
proseguire questo tipo di collaborazione a causa della limitatissima libertà e
delle continue vessazioni subite. Rientrando ora in Italia sarebbe più propensa
a intraprendere un’attività più consona alle sue capacità ed alle sue
esperienze (nel suo paese è stata insegnante di musica, ispettrice teatrale e
presentatrice televisiva )
Sarebbe
quindi interessata innanzitutto a
trovare una stanza presso una signora anziana (Roma Nord)
garantendo assistenza notturna e pulizia dell’abitazione in cambio di vitto e
alloggio. Sarebbe inoltre disponibile a collaborare durante il
giorno presso studi privati ( medici, legali, commerciali) in qualità di “receptionist”
addetta cioè al ricevimento dei Clienti/utenti ed a piccoli lavori di
segreteria. Tale compito le è congeniale per lo stile della persona, la
dolcezza ed il garbo dei tratti nonché dalla ottima presenza della sua figura..
Le sue pretese economiche sono assolutamente miti e limitate.
Qualsiasi
segnalazione gradirei poterla ricevere al mio n.ro personale .... a cui
risponde Fernando Carboni (in qualità di volontario della Caritas)
Grazie di
cuore per tutto quello che potrà nascere da questo appello !!!
Buona
domenica cara Gaia !
Dott. Fernando Carboni
e-mail: gaiaspettaespera@tiscali.it,
2)
ABOU CERCA LAVORO!
Cara Gaia,
Ciao
Gaia,
ricevo da un'amica che si sta dando da fare per questo
ragazzo ivoriano, e ho pensato di segnalarlo a Fatti Mail.
Grazie!
Paula
Vi
trasmetto in allegato il curriculum di un mio amico ivoriano, Abou Bakary
Touré, residente a Roma, con perfetta
conoscenza dell'italiano e del francese, oltre che di alcune lingue africane.
Di professione sarebbe attore e anche mediatore culturale, ma è rimasto
senza lavoro e in questo periodo vorrebbe trovare un'occupazione fissa che gli
consenta di mantenersi in Italia. E' molto bravo con i ragazzi, quindi come
baby-sitter, animatore, intrattenitore, accompagnatore, ecc., ma è disposto a
lavorare, oltre che nei suoi settori di interesse, anche nel campo della
ristorazione/alberghiero/pulizie/servizi/assistenza diurna anziani, ecc., a
ROMA e dintorni.
Vi
prego di far circolare queste informazioni e di contattare me o Abou
direttamente per qualsiasi opportunità lavorativa.
Un sentito ringraziamento!
Cristina Gaggiani - ....
Se necessario Abou può
fornire anche altre referenze (ad es. quella del Direttore del Centro
Affabulazioni di Ostia, con il quale egli collabora da parecchio).
Grazie per quello che
fate e incrociamo le dita!
Buona giornata, Cristina
Buonasera,
ho il piacere di inviarvi il mio cv
per proporvi la mia collaborazione. Mi chiamo Bakary Touré, sono originario
della Costa D'Avorio e vivo in Italia da circa 10 anni.Sono di Madrelingua
francese e parlo perfettamente l'Italiano, il bambarà e alcune lingue africane.
Lavoro nell'ambito dell'Intercultura come Mediatore Interculturale e in
progetti di teatro ed educazione alla multiculturalità con alcune
associazioni.Mi piacerebbe incontrarvi per una possibile collaborazione.
Distinti Saluti Bakary Touré -
gaiaspettaespera@tiscali.it,
3)
MAURIZIO CERCA LAVORO:
Mi chiamo Maurizio fra
pochi gg compiro' 49 anni e da circa un anno ho perso il mio lavoro .
Mi sto' adoperando
affinché il lavoro di mia conoscenza non
venga perduto e cerco costantemente di migliorare con nuovi corsi .
Di cosa mi occupo : sono un Promoter o Consulente per quanto
riguarda i materiali di consumo quali la cancelleria , i mobili per ufficio ,
toner , stampa e quantaltro .
Ora da pochi gg sto
effetuando un corso su la sicurezza del proprio appartamento o ufficio .
Sono tutte ditte di serieta' e questo e' il requisito piu' importante
per me . Sono a Vs disposizione per ulteriori informazioni o altro .
Comunque Vi ringrazio per
l'ascolto e che il Signore Vi illumini nell'amore e fraternità.
Vi saluto e ringrazio . -
Maurizio -
gaiaspettaespera@tiscali.it,
4)
LAURA CERCA LAVORO:
Salve, mi chiamo Laura
Fracassi, sono un'educatrice professionale con laurea tri
ennale, ho 36 anni ed una splendida famiglia che da poco più di un anno
comprende un bellissimo bambino di nome Giacomo. Dopo 13 anni di lavoro in una casa famiglia con bambini dai o ai 10
anni mi ritrovo senza lavoro! Quindi mi rivolgo a chi avesse bisogno di una BABY-SITTER esperta con cui andare sul
sicuro, anche con bimbi molto piccoli!Potrei essere la persona di fiducia che
cercate!
Laura
gaiaspettaespera@tiscali.it,
5)
ROSARIO CERCA PRIMO LAVORO:
Cara Gaia,
affido a te e a fattimail la fiduciosa ricerca di
primo impiego del mio caro amico Rosario
Sarcià, giovane siciliano ex studente universitario quasi trentenne che si
affaccia con fiducia al mercato del lavoro romano. Rosario cerca
prevalentemente un impiego nella
organizzazione di promozione prodotti/eventi. Per come lo conosco (e lo
conosco bene), posso assicurare che è un ragazzo poliedrico, brillante e
creativo, che può dare molto a un'azienda o associazione che sia alla ricerca
di figure professionali per la promozione. Si è sempre dedicato a fotografia,
spettacolo, musica e si muove con una certa dimestichezza ad un livello
professionale in questi settori. Rosario così si descrive:
"Nel campo dell'organizzazione di eventi di
spettacolo ho lavorato nell'organizzazione del festival del cinema
africano di Roma-Panfricana 2007- (accompagnatore di registi di lingua inglese;
presentazione di film in programma).
In comunicazione ho sviluppato delle competenze
relative alla figura del copywriter (autore
testi/soggetti per pubblicità, clame).
In fotografia ho una
conoscenza tecnica sia relativa al livello analogico (sviluppo e stampa in
baritata) che a quello digitale (buono utilizzo di photoshop, esperienza con
reflex base Nikon D40).
La mia figura professionale di riferimento è quella
del copywriter per la promozione di prodotti/servizi/imprese. Affine a
ciò concepisco l'attività di promozione/organizzazione eventi anche in figure
attigue a quella promozionale (ufficio stampa; interazione coi direttori
artistici, prestatori d'opera etc.;)
Rosario Sarcià
Cell: ....
Sono ovviamente disposto a fornire referenze e a
rispondere a ogni domanda. Ho informato Rosario dell'inserimento in fattimail,
dicendo che presto qualcuno lo contatterà
gaiaspettaespera@tiscali.it,
6)
OFFRO LAVORO:
Cara Gaia,
un'amica cerca una
persona a supporto dell'ufficio esteri della sua azienda; ecco i dettagli,
spero non sia un testo troppo lungo. Grazie e un saluto. Valeria
Ruolo: Office Manager
Supporta l'ufficio Estero interfacciandosi con
il Dirigente preposto nella gestione quotidiana delle attività, con compiti
di carattere sia organizzativo che esecutivo.
Responsabilità:
· gestione
delle relazioni con i clienti secondo le procedure in atto nell'ufficio estero;
· raccolta
e analisi delle esigenze del cliente per trasformarle in specifiche proposte da
sottoporre al Manager di riferimento;
· gestione
agenda e incontri del Manager di riferimento;
· gestione
della corrispondenza telematica e cartacea;
· prenotazione
e organizzazione di viaggi, meeting e Fiere;
· organizzazione
delle spedizioni; gestione ordini dei clienti nel rispetto delle procedure vigenti;
· predisposizione
di presentazioni e relativi documenti;
· ricerca e
archiviazione documenti;
· elaborazione dati e
predisposizione di report mensili.
Il candidato, deve possedere un Diploma di maturità o
Laurea ed eccellenti competenze linguistiche (ottimo inglese con almeno
una seconda lingua straniera preferibilmente Cinese o Russo).
Deve anche avere ottime capacità organizzative e di
relazione ad alti livelli, spirito di iniziativa e problem solving, capacità di
negoziazione e diplomazia e deve possedere anche una eccellente padronanza
dei mezzi informatici. Completano il profilo un’esperienza pregressa nel
ruolo all'interno di contesti organizzativi multinazionali,
forte adattabilità e disponibilità al lavoro di gruppo.
Occorre che il colloquio avvenga sia in Italiano che
in Inglese.
Cordiali
Saluti
Giordana
Danesi
gaiaspettaespera@tiscali.it,
7)
CRISTINA CERCA LAVORO:
COLF BABY SITTER TATA
BRAVISSIMA DISPONIBILE 8.30-14.30
Cristina ha 30
anni, rumena, è molto dolce con i bambini, esperta anche di neonati.
Ha la patente della
macchina e ha conseguito anche la patente europea del computer.
Parla un italiano molto
buono ed è perfettamente in grado di gestire sia la casa (fare la spesa,
cucinare, fare il bucato, stirare), sia i bambini (dare le medicine,
prenderli a scuola, starci insieme il pomeriggio, gestire i capricci...) in
totale autonomia.
Puntuale, superaffidabile
e ordinata, è stata da noi per 5 anni.
Ha avuto un bambino e cerca ora un lavoro più breve dalle 8.30 alle 14.30
Contatti: Cristina ...
Referenze: Chiara Aluffi ...
gaiaspettaespera@tiscali.it,
8)
ETTORE CERCA LAVORO X UN AMICO
Cara Gaia,
ho il marito della badante di mia suocera che fino ad oggi ha aiutato
un Signore di 93 anni facendogli tutto e restava a casa anche la domenica
ovviamente pagato. Poichè è rimasto senza lavoro causa morte dell'anziano è
disponibile subito.
Per contatti telefonatemi cell. ....o scrivetemi: ...
Grazie
Ettore -
gaiaspettaespera@tiscali.it,
9)
SOS OSPITALITA’:
Cari
amici
Ricevo
questa comunicazione che mi premuro di diffondere più possibile -
Si
cerca ospitalità per questi 5 ragazzi: 3 maschi - 2 femmine
se
conoscete qualcuno che ha la possibilità di rispondere a questa esigenza,
chiamate
questo nr. ....
Grazie
per la collaborazione - Rosa Graziuso
KERCH
Italiani
di Crimea - ( ID annuncio: L13011745152723 )
Cell....
Nella
regione della Crimea (Ucraina) vive una piccola comunità di circa 300 persone
di origine italiana, discendenti di emigrati Italiani di Crimea
- soprattutto pugliesi arrivati lì all'inizio dell'800. Deportati nei
Gulag della Siberia nel 1942 come rappresaglia contro l'invasione italiana
dell'Unione Sovietica, gli italiani di Crimea - la cui unica "colpa"
era quella di essere appunto di origine italiana - sono stati decimati
dal freddo, dalla fame e dai lavori forzati. Dopo la dissoluzione dell'Unione
Sovietica sono tornati in Crimea e ora lo Stato italiano li sta aiutando
in vari modi, in particolare offrendo borse di studio per mantenere vivo il
ricordo della lingua.
Cinque ragazzi arriveranno appunto il
2 di marzo, per frequentare un corso di italiano alla Dante Alighieri (centro
di Roma), ma la borsa di studio non è particolarmente generosa. Cerchiamo
quindi una sistemazione per tre mesi, a Roma, a Ostia o a Ciampino, in un
unico appartamento con tre stanze da letto (due doppie e una singola) per i
mesi di marzo, aprile e maggio con wifi free.
Sono
persone assolutamente per bene e affidabili, già venute lo scorso anno a
Perugia sempre grazie a una borsa trimestrale del Ministero degli Esteri.
Nella foto vediamo alcuni di loro riuniti a studiare italiano in casa
dell'insegnante, a Kerch, in Crimea.
IMPORTANTE:
i
ragazzi hanno già avviato le pratiche per la richiesta del visto e tra i
documenti che devono allegare c'è anche il contratto d'affitto
dell'alloggio, quindi la decisione va presa in tempi rapidi.
Rosa -
gaiaspettaespera@tiscali.it,
10)
CERCO PARTNER:
PER
LIBRERIA ARTISTICA+BISTROT MA NON SOLO...
Cerco partner(s) per condividere l'uso di uno spazio molto centrale (più
stanze, con affaccio su strada), attualmente libero e in stand by, già dotato
di licenza di libreria-bistrot, in zona via Merulana/Colle Oppio (di fatto già
Rione Monti).
L'idea:
saresti
ad esempio interessato/a all'affitto in esclusiva di una stanza (in particolare
per una qualche attività di vendita attinente a libri,
arte/letteratura/cultura) oppure alla condivisione di un affitto per tot ore a
settimana, al fine di poter tenere in questa zona tuoi corsi* di: musica,
recitazione, scrittura, arte varia, fotografia?? (*Ovviamente SOLO qualora
sapessi di avere un tuo potenziale bacino di utenti o in ogni caso ti facesse
comodo disporre di una tale location, a fronte di un affitto commisurato alle
sole ore di utilizzo).
Rispondi
direttamente x email o chiamami: ....
Grazie.
Raffaele
-
gaiaspettaespera@tiscali.it,
11)
AFFITTO APPARTAMENTO:
Cara
Gaia,
ho un
delizioso appartamento a monte verde nuovo che si è liberato. Puoi aiutarmi a
far girare la voce per trovare un bravo inquilino? L’appartamento è stato
appena ristrutturato ed è TUTTO nuovo (pavimenti, porte, finestre,
cucina, bagni, zanzariere ecc.) si trova in Vicolo di Valtellina una stradina
privata su via agnelli, molto silenziosa; ha posto auto e moto nel giardino
condominiale chiuso agli esterni; è un II piano senza ascensore; 2
camere; soggiorno con cucina, bagno soppalco termo autonomo ….. è davvero una
delizia! Il prezzo è Euro ….
Per info .... Valeria
Grazie
della collaborazione
Valeria
Ciavarelli -
gaiaspettaespera@tiscali.it,
12)
AFFITTO
CAMERA
Affittasi CAMERA singola zona Battistini-Boccea, in
casa con salotto, giardino, posto auto, termoautonomo, internet,
telefonate gratis verso i fissi. Metro a 10 minuti a piedi, autobus, anche
notturni, sotto casa. Libera dal 1 Marzo
Silvia,
gaiaspettaespera@tiscali.it,
CONDIVIDO:
EVENTI, ATTVITIVA’, INIZIATIVE A CARATTERE SOLIDALE E/O
CULTURALE.
A SEGUIRE ALCUNE SEGNALAZIONI DI EVENTI, ATTVITIVA’,
INIZIATIVE A CARATTERE SOLIDALE E/O CULTURALE. … vita e solidarietà … per
imparare a crescere insieme
BUONA LETTURA:
INCONTRI CARCERATI
E CARCERE
Carissimi amici,
venerdì 1° febbraio alle
19,15 a san Policarpo avremo il secondo incontro su CARCERATI E CARCERE
promosso
dal Gruppo Missionario della Parrocchia san Policarpo insieme
con AIFO Gruppo Roma Sud.
In particolare parleremo
di LAVORO, sia in carcere che dopo il carcere.
Avremo occasione di ascoltare gli interventi:
- del Garante per i Diritti dei Detenuti del Lazio
(Angiolo Marroni),
- di una educatrice nel carcere di Rebibbia (Luisa
Giustiniani),
- di un commissario nel carcere di Rebibbia,
- di un volontario Caritas nel Centro di Ascolto di
Rebibbia (Guido Salamone).
Avremo poi le testimonianze di chi il lavoro in
carcere e fuori del carcere lo "realizza" veramente: le
Cooperative Sociali
- EDERA,
- MADE IN JAIL,
- SYNTAX ERROR progetto LIBERAMENS...A.
Per
ogni eventuale chiarimento potete contattarmi.
FINANZA E POTERE
NELLA CHIESA:
Roma
- 16 febbraio 2013, ore 10-17
Sala
dei Verbiti (via dei Verbiti, 1 - Metro B Piramide)
Il rapporto tra Dio e Cesare nell'epoca della secolarizzazione e
della religione civile: FINANZA E POTERE NELLA CHIESA
Marina Caffiero
Le ragioni del Vangelo e quelle di Costantino: un bivio ricorrente nella
storia della Chiesa
Sergio Tanzarella
Dal
potere temporale al potere "Concordato": e la Chiesa dei
poveri?
Ferruccio Pinotti
I soldi e il Vaticano: finanza, immobili, uso del territorio a partire
dalle vicende dello IOR
Coordina Giovanni Avena
pranzo a buffet
ore 14.30 - Tavola Rotonda
Chiesa povera: promessa disattesa o utopia impossibile?
A partire dal patto delle catacombe sottoscritto da 40
Padri conciliari prima di lasciare Roma
Introduce e coordina Marco Politi
Interventi di
Giovanni Franzoni, Enzo Marzo, Gian
Mario Gillio, Flavia Zucco
ore 16 - Dibattito
UN IMPEGNO CHE CONTINUA
Oggi alla luce della lezione conciliare e inserendoci
nell'ambito delle riflessioni di cattolici, cristiani, non credenti e
diversamente credenti avviata a 50 anni dall'apertura di quella inattesa e
sorprendente apertura della Chiesa cattolica, vogliamo andare ancora più a
fondo nell'analisi della commistione tra trono ed altare, attraverso uno studio
su eredità costantiniana e fede cristiana nel cattolicesimo italiano che tenti
di enucleare quegli interessi materiali che sono stati l’inconfessabile causa
del tradimento del dettato evangelico.
Nel Concilio ebbe una sua specifica e irrisolta
vicenda la problematica della "Chiesa dei poveri". Alla fine dei
lavori, 40 vescovi - prima di lasciare Roma – si riunirono in una catacomba
della città e sottoscrissero un ”patto delle catacombe”. Con questo patto quei
vescovi assumevano l'impegno di una vita povera al servizio dei poveri.
Alla luce di quel Patto ci proponiamo di esaminare
come la Santa Sede e la Chiesa italiana coniugano il rapporto fra FINANZA E
POTERE, e come questo sia alternativo alla testimonianza evangelica.
Promotori: Adista - Nuova Proposta - Cipax -
Gruppo di controinformazione ecclesiale - Comunità Cristiana di Base San Paolo
- Noi siamo chiesa (Nodo romano) - Confronti
DICHIARIAMO
ILLEGALE LA POVERTA’
La Comunità cristiana di base di San Paolo e il Cipax (Centro
Interconfessionale per la pace)
Invitano a partecipare
alla presentazione del manifesto
“Dichiariamo illegale la povertà”
Giovedì 31 gennaio 2013 ore 18,00
Ne parleranno:
Nicoletta
Teodosi del Collegamento Italiano Lotta
alla Povertà, Roma - European Anti Poverty Nework
Bruno
Amoroso del Centro Studi F. Caffé,
Università
di Roskilde, Danimarca
Giovanni
Franzoni della Comunità cristiana di base di San Paolo
Presso il salone della Comunità, in Via Ostiense 152/B
(metro B Garbatella – bus 23 e769)
LE MASCHERE DELL’IDENTITA’:
WORKSHOP Le maschere
dell'identità
sabato 9 febbraio ore 10-16.30
I/le partecipanti
esplorano la tematica dell'identità e della maschera sociale attaverso il
metodo del Teatro dell'Oppresso e della Narrazione partecipata.
Il laboratorio è condotto
da Uri Noy Meir e Ilaria Olimpico.
Uri Noy Meir è
regista, attore e facilitatore di laboratori di arte partecipativa. Ha condotto
laboratori in Nepal, USA, Croazia, Israele/Palestina, Estonia, India, Italia e
Irlanda del Nord. Ilaria Olimpico è formatrice/facilitatrice e raccontastorie.
Si occupa di intercultura, questioni di genere e gestione non violenta dei
conflitti, intrecciando narrazione, teatro ed educazione non formale.
Sabato
9 e domenica 10 febbraio "TheAlbero Aperto" presso Il Piccolo Re di
Roma (Via Trebula 5, Roma) , due giorni di workshops e spettacoli:
"Non solo la
Moglie Ebrea", un adattamento di Brecht con Forum; "Lo Zingaro
felice" di e con Antun Blazevic; un workshop sulle questioni delle
identità con tecniche di Teatro dell'Oppresso e non solo; lo spettacolo e la
mostra interattiva "Storie e Immagini dalla Palestina" a cura del
gruppo "Resistenza Teatrale"; Workshop di Playback Theater di Hanin
Tarabay del FREEDOM THEATER dalla Palestina.
Prenotazioni obbligatorie thealbero@ymail.com 3393294223
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EQUOCIQUA’
Care amiche e cari amici,
la bottega Equociquà! Laurentina (Via della Divisione Torino 51) vi
invita a due preziosi momenti
dedicati alla tradizione della narrazione orale curati da
Giovanna Conforto, narratrice, autrice, attrice, storyteller internazionale:
sabato 2 febbraio Giovanna
proporrà dalle16:30 alle 17:30
FAVOLE
DALL'ORIENTE VICINO E LONTANO, l'ingresso è
libero!
Dopo le favole offriremo una merenda equa a tutti i
bambini;
martedì 5 febbraio Giovanna
condurrà un vero e proprio Laboratorio di Tecniche
di Narrazione Orale,
dalle ore 20:00 alle 23:00: il lavoro sarà dedicato principalmente alla voce e
alla differenza tra la narrazione in terza persona e quella in prima persona
partendo da una delle fiabe delle Mille
E Una Notte.
Quota di partecipazione 15,00 €, iscrivetevi entro lunedì
4 febbraio con una mail a eventi@equociqua.it
Vi aspettiamo!!
Equociquà! -
RUAH ACTION:
CENTRO CULTURALE
RUAH ACTION
Roma, VIA RASELLA 54
(solo tesserati)
Mercoledi- 30 gennaio- ore 19.00
Spazio Libro
L’azione dello Spirito
La Morte non esiste (Edizioni Piemme) con Pippo Franco
Presenta Alberto Di Giglio/ Legge
Cinzia Carrea
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Giovedi 31 gennaio ore 19.00
Spazio Cinema Ciclo di conferenze su
Roberto Rossellini e il Sacro
Relatore Padre Virgilio Fantuzzi-
Critico cinematografico di
Civiltà Cattolica
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Venerdi 1 FEBBRAIO ore 19.00
Spazio Docu-Arte
SINFONIE DI COLORI
Magie dell’Arte Catalana e
Fiamminga
Due documentari di Luigi Boneschi
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Sabato 2 FEBBRAIO ore 19.00
Spazio Cinema
IL CIBO DELL'ANIMA
di Piero Cannizzaro
(Viaggio nelle comunità ebraiche
e nella clausura monastica)
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Prenotazione obbligatoria
Info:336.863610
La serata su Francesco d'Assisi con
Liliana Cavani è stata spostata a venerdi 8 febbraio.
Non più venerdi 1 febbraio.
I MISTERI DEL FEMMINILE:
I MISTERI DEL FEMMINILE
LABORATORIO ESPERIENZIALE PER
DONNE IN CAMMINO
Condotto da Paola M.
Vitale
DOMENICA 17 FEBBRAIO
h 9.30 – 18.00
LA FANCIULLA SENZA MANI
Fiaba dell’Europa Centrale
“La
fanciulla senza mani” copre con le sue tematiche il viaggio dell’intera
esistenza di una donna; la fiaba ci parla dei viaggi fondamentali
dell’anima femminile, del suo procedere in un percorso di iniziazione che dura
tutta la vita. Ci dona coraggio per continuare il nostro cammino ricordandoci
che anche quando tutto sembra oscurarsi la luce della nostra anima è sempre
pronta a guidarci verso la vita.
Il
laboratorio “I Misteri del Femminile” è rivolto a tutte le donne
che vogliono ricercare un contatto autentico con il proprio essere femminile,
sperimentare le proprie potenzialità, portare la ricchezza dell’essere donna
nei diversi ambiti di vita.
Il
laboratorio, a carattere esperienziale, utilizza la parola, il movimento, la
musica, l’espressione artistica e creativa e fornisce come sfondo e guida al lavoro
personale la fiaba. Nella fiaba infatti viviamo l’esperienza del contatto
con immagini archetipiche, ovvero modelli, “potenze del destino”, che parlano
il linguaggio della nostra anima e che sono attive nella vita di ognuna di noi.
Il
laboratorio si articola in incontri periodici di una giornata.
Paola
Maria Vitale, 51 anni, è medico omeopata e psicoterapeuta. Negli anni ha
approfondito il significato delle tematiche del femminile rispetto alle diverse fasi della vita della donna.
Per informazioni e prenotazioni:
Studio “…il sole e l’altre stelle”
Via Sangemini 46 int. A2 00135 Roma
CONSAPEVOLEZZA&SOLIDARIETA’
Una
cittadinanza consapevole è una cittadinanza più solidale.
SENZA
CORRUZIONE RIPARTE IL FUTURO
Due anni fa Libera e Avviso Pubblico hanno lanciato la campagna
“Corrotti!”. Un grido per risvegliare coscienze e impegno contro un malcostume
sociale che ha profonde ripercussioni sull’economia del Paese. La corruzione sottrae ingenti risorse al bene pubblico,
quindi a quei diritti e a quelle opportunità – sanciti dalla Costituzione – che
dovrebbero garantire a ciascuno una vita libera, dignitosa, laboriosa.
Quella campagna raccolse ben 1 milione e 200mila firme, e giocò
un ruolo non indifferente nel chiedere una legge sulla corruzione che ponesse
il nostro Paese all’altezza degli standard europei e delle democrazie più
avanzate.
Una legge, nel novembre scorso, è stata approvata, ma in una
forma non sufficientemente incisiva.
L’obiettivo è di potenziare la legge anticorruzione entro i
primi cento giorni di legislatura, e di far crescere in ogni ambito della vita
sociale la consapevolezza e la corresponsabilità.
È essenziale non solo che tu firmi
la petizione, ma che
la diffondi e la fai circolare: tante più saranno le adesioni, tanto più forte,
trasversale e collettivo sarà quel grido che chiede alla politica un salto di
qualità affinché sia davvero politica trasparente, politica al servizio del
bene comune.
d. Luigi Ciotti
ARANCE
DIGNITA’ LAVORO
Emergenza Rosarno. La raccolta delle arance
diventa nuovamente una vergogna. Oltre mille persone vivono al freddo
dell’inverno nella tendopoli di San Ferdinando, in condizioni disumane dentro un ghetto fatto di alloggi di fortuna in plastica
o eternit.
Tra poco ci saranno le elezioni
e per questo vogliamo lanciare un messaggio a tutti i candidati premier: non vi
voteremo senza il vostro impegno per Rosarno.
A tutti i candidati: non vi
voteremo in mancanza di un impegno concreto in campagna elettorale. Per
conquistare la nostra fiducia, dovrete richiedere alle Istituzioni di inviare i
fondi necessari per abitazioni degne.
Siamo di Terrelibere.org, uno
dei primi siti web italiani a produrre inchieste, tra cui quella su Rosarno. Lo
facciamo perchè siamo convinti dell'importanza di tenere alta la guardia su un
caso mediatico che è esploso e poi è stato dimenticato, lasciando i braccianti
di Rosarno nelle stesse condizioni di sfruttamento senza contratti regolari,
salari giusti e condizioni abitative dignitose.
…
ATTIVARE LA VIGILANZA E LA CAPACITA’ DI PORCI DOMANDE PUO’ FAR ARRIVARE DAVANTI
AD UN “MURO” … CHE MAI AVREBBE DOVUTO RAPPRESENTARE UNA “SOLUZIONE” …
GERUSALEMME
- IL PIANTO DEL MURO (DI Guia Faglia)
Gerusalemme. Ho esultato quando abbiamo trovato una casa con
vista. Muro.
Di lá
non c’è il verde del Parco, ma la Palestina che si è per poco imbiancata di
neve.
Subito dopo la cupola della roccia e il muro del pianto è il luogo
piú simbolico da
vedere dalla finestra. Inoltre è vicino alla scuola di mia figlia e ovviamente
piú economico.
Luogo
controverso, illegale, paradigmatico è uno spazio condiviso che allo stesso
tempo sancisce l’unilateralitá del potere israeliano come forza occupante.
Cionostante
è capace di creare fenomeni di socializzazione dei piú disparati.
Nelle
aree urbane è costituito da pannelli prefabbricati alti 8-9 metri con un buco
in alto per essere installati con la gru. Ne esistono varianti a mattoni e con
motivi decorativi come se fosse possibile imbellettarlo. In alcune parti è
fatto di rete metallica elettrificata.
Il
cemento grigio trasuda squallore contenutistico ed estetico.
Artisti di strada come il francese JR1 e l’inglese Banksy2 sono
stati capaci di trasformarlo in luogo d’arte. Bansky ha chiaramente espresso
il suo parere sul muro di separazione: è una disgrazia, la struttura piú
invasiva e degradante al mondo, che offre peró l’eccitante possibilitá di
potersi trasformare nella piú lunga galleria della libertá di parola e cattiva
arte3. In diversi artisti hanno
contribuito, ognuno per qualche metro. Su 708 chilometri di muro, il successo
rimane parziale.
JR ha
affisso poster enormi affiancando ritratti di una persona israeliana e una
palestinese che fanno lo stesso lavoro. La provocazione è che è raramente
possibile distinguere la nazionalitá dei due. Ho scattato la foto qui sotto
circa un anno e mezzo fa a Betlemme e ieri ho visto che purtroppo i manifesti
di JR si sono quasi completamente dissolti per l’azione della pioggia e del
sole, lasciando di nuovo emergere il grigiore.
Banksy
fa sognare: che ci siano paesaggi caraibici oltre il muro, dipingendo finestre
e scostando tende; che il cemento sia carta, suggerendo una linea tratteggiata
con una forbice per ritagliarvi un’apertura; che sia fantasticamente
superabile, con una scaletta a pioli o come fa una bambina con le treccine,
appesa ai suoi palloncini
Il muro stesso è luogo di illegalitá.
La sua costruzione è iniziata nel 2002 da parte dello stato di Israele in
difesa dei propri cittadini per prevenire ‘l’infiltrazione di terroristi ed
elementi criminali’. La Corte Internazionale di Giustizia, pur riconoscendo ad
Israele il diritto all’autodifesa, si è detta non convinta che la costruzione
del muro fosse l’unica risposta possibile. L’impressione è che ci sia un chiaro
desiderio espansionistico connesso alla realizzazione del muro, declinato
nell’acquisizione forzata di terra, in violazione del’articolo 2 (4) della
Carta delle Nazioni Unite. Si stima infatti che una volta completato, il muro
sia all’85% su suolo palestinese e non lungo la ‘green line’, ovvero il confine
tracciato sulla mappa con una penna verde nel 1949 e internazionalmente
accettato come confine tra Israele e Palestina. Se quest’operazione contnuasse,
il muro sarebbeluogo di annessione,
donando a Israele di 530 km2 di terra
palestinese, inclusa tutta Gerusalemme Est, e lasciando una popolazione di
350.000 palestinesi intrappolata tra il muro e la green line.
Nel 2004 la Corte Internazionale di Giustizia ha sancito che la
costruzione del muro e il regime di controllo ad esso associato sono contro le
leggi internazionali. Ha quindi richiesto l’immediata interruzione della
costruzione, il suo smantellamento e la restituzione di, tra gli altri, case,
aziende e poderi agricoli requisiti ai palestinesi o la compensazione di coloro
a cui sono stati demoliti. Da allora nulla è successo. Anzi, è continuata la
costruzione.
La
domanda su cosa sia illegale sorge spontanea quando vedo ragazzi e uomini palestinesi
che scavalcano il muro aprendosi un varco tra il filo spinato e calandosi con
una corda da quell’altezza considerevole. Rischiano parecchio, perché se
vengono perquisiti e sono senza permessi vanno dritti in galera. Non voglio
parlare qui della condizione di chi viene incarcerato per mesi senza nemmeno il
diritto di sapere perché né di poter essere visitato dalla famiglia. Una
condizione che ha sollevato una forte protesta qualche mese fa con un
lunghissimo sciopero della fame da parte di alcuni detenuti.
Al muro sono connessi i posti di blocco, punti in cui la linea
doppia continua si fa tratteggiata. Per alcuni: gli internazionali, gli
israeliani e i palestinesi a cui è stato concesso il permesso, evento piuttosto
raro e complesso, come mostra il video gioco ironico ma esplicativo realizzato
e pubblicato con sottotitoli in inglese da due organizzazioni israeliane per la
difesa dei diritti umani .
Per i Palestinesi che contestano l’occupazione e il muro, i
posti di blocco sono luoghi
di protesta. Qalandiya, situato tra Gerusalemme
e Ramallah, è uno tra i piú rinomati per la severitá dei controlli israeliani.
Alcune organizzazioni internazionali vietano ai propri operatori di passarci
perché è spesso arena di scontri.
Dalla parte palestinese un gruppo di ragazzi manifestava urlando
slogan e sventolando bandiere. Avanzava verso il posto di blocco, sulla strada
dove le macchine erano in attesa di passare. Osservavo da una postazione
privilegiata, dall’alto di un sedile vicino al finestrino sull’autobus
proveniente da Ramallah, anch’esso in coda. Sullo spartitraffico, lungo il mio
stesso lato, due soldati israeliani avanzavano in direzione contraria alla coda
di veicoli. Alla mia altezza, con il loro elmetto appena sotto al mio naso al
di lá del vetro, uno ha dato una gomitata d’incoraggiamento all’altro che ha
preso la mira con un fucile che terminava in una specie di funghetto bianco e
ha sparato un fumogeno. Un rumore che fa sobbalzare, una scena da guerriglia
urbana intanto che la quotidianitá scorre imperterrita tra donne velate che
spingono il passeggino e venditori ambulanti che propongono merci improbabili
ai finestrini degli automobilisti fermi. I ragazzi si sono sparpagliati
correndo tra le macchine e i militari sono tornati alla jeep parcheggiata sul
lato israeliano di quel luogo
di conflitto per riposizionare un nuovo
fumogeno sull’arma.
Qalandiya è anche luogo di solidarietá. Dal 2001 l’organizzazione di donne israeliane
Machsomwatch conduce osservazioni quotidiane nei posti di blocco per
documentare quello che accade, le violazioni nei confronti dei Palestinesi e la
negazione del loro diritto a muoversi liberamente nella loro terra. Diffondendo
la documentazione raccolta cercano di influenzare l’opinione pubblica in
Israele e nel mondo per porre fine all’occupazione che ritengono distruttiva
sia per la societá israeliana che per quella palestinese. Ho avuto il grande piacere di
conoscere Ilana che mi ha raccontato della sua esperienza di volontaria per
Machsomwatch e della frustazione quando da parte israeliana è stato loro
imposto di condurre l’osservazione da dietro una transenna, ad una certa
distanza dai militari. In questo modo è stata fortemente ridotta la loro
capacitá di interagire coi soldati per promuovere un comportamento rispettoso
dei diritti umani ed evitare che Qalandiya continuasse ad essere un noto ed
odiato luogo di sopraffazione.
Che anche un luogo di frattura come il muro costruito da Israele in Palestina istituisca
interessanti relazioni sociali è un gradevole dato di fatto che non fa comunque
smettere di augurarsi il suo pronto abbattimento.
Guia Faglia
Guia Faglia si è
occupata di educazione, giovani, architettura e teatro a Monza e dintorni fino
alla trentina.
Poi si è trasferita in Montenegro con il marito Marco e due figlie di pochi
anni. Ha lavorato cosí appassionatamente su educazione e diritti dei bambini
con i Rom rifugiatisi li’ dopo la guerra in Kossovo che all’ufficio d’igiene di
Monza le hanno chiesto se fosse nomade. Forse anche per via di una figlia molto
abbronzata e decisamente spettinata.
Ma le vaccinazioni sarebbero servite loro per trasferirsi sei anni in Uganda,
nell’Africa orientale. Passata ai diritti delle donne, si è occupata di
progetti contro la violenza di genere nel Nord Uganda massacrato dalla
guerriglia.
Dopo aver agito, è andata a pensarci su in Ighilterra grazie a un master su
Genere, Sessualitá e Diritti Umani.
Da poco piú di un anno vive a Gerusalemme Est dove fa volontariato con le donne
Palestinesi, coordina i volontari in tutto il mondo per una rete che si occupa
della relazione tra genere e disastri e lavora a un progetto mediterraneo.
RETI AMICHE:
Segnalo a tutti gli amici di Fatti Mail le reti amiche con
cui spesso condividiamo sfide solidali:
- la rete di Raffaele Magrone
- Scambiotutto di Saverio Ambrogetti
Lo spirito
di gratuità che muove Fatti Mail implica che chiunque abbia ricevuto (o riceva)
ospitalità circa un proprio comunicato lo faccia in spirito di
condivisione dell'idealità solidale accettando
di essere parte di uno spazio in cui la comunicazione sia tanto un dire quanto un
ascoltare. La solidarietà ha infatti necessariamente due direzioni
quella del chiedere e quella dell'offrire. Se non sono entrambe vissute ed
accolte non potrà esserci spazio di solidarietà.
Nei Fatti - e nelle Mail - questo significa accettare:
-
che il proprio indirizzo e-mail entri
nella mailing list di Fatti Mail (che non ne farà uso alcuno al di fuori della
spedizione on-line delle news letter 2/3 volte al mese)
-
ed essere disponibili a leggere i
bollettini che si riceveranno con la stessa solidarietà che si è sperato altri
abbiano messo in gioco leggendo il
proprio annuncio
condivido 3 tra le varie risposte ricevute perché aggiungono punti di vista ulteriori al tema della responsabilità individuale nei confronti della Storia:
RispondiEliminaCara Gaia,
mi è piaciuta moltissimo la riflessione di apertura.
E che la Storia non insegni nulla lo dimostra il fatto che proprio Oggi continuano soprusi, violenze eccidi e genocidi di massa, nel silenzio, indifferenza e/o manipolazione informatica non solo degli europei, ma di gran parte del mondo "civilizzato"
Vorrei tanto che la Giornata della Memoria fosse dedicata non solo a quel che successe agli Ebrei, ma anche agli Armeni, ai Curdi, ai Tutsi, ai nativi americani, alle vittime di dittatura e così via, senza dimenticare i Palestinesi che da 50 anni ormai patiscono i soprusi ( e gli eccidi sistematici) di un sistema imposto con la potenza delle armi....ironia della sorte...proprio da parte di chi rappresenta quelle vittime che oggi giustamente commemoriamo.
Un abbraccio
Emanuela
Cara Gaia,
I brividi me l’hai fatti venire questo è certo, tutte storie terribili che so perché grazie a Dio il silenzio per questo orribile sterminio non è mai calato da allora.
Purtroppo devo dire che come 230.000.000 di europei tacquero allora, oggi si tace sugli stermini dei cristiani nel mondo ad opera sempre più spesso di gruppi armati mussulmani.
Ma gli stermini dei cristiani ci sono sempre stati nei secoli e gli stessi cattolici tendono pure quasi ad esaltare il tutto, con il discorso del cosiddetto “sacrificio del sangue” a testimonianza della propria fede.
Il fatto che non avvengano in massa, ma sicuramente con una cadenza quasi giornaliera quindi conti fatti si parla di milioni di morti anche se distribuiti nel tempo, non significa che siano meno atroci e assurdi.
Tutto questo dovrebbe far riflettere sul fatto che siamo ancora ciechi e sordi a volte, di fronte agli orrori contemporanei di questa umanità.
Siccome tra vent’anni forse si capirà la mostruosità del tutto, non voglio fare parte di quelli che hanno taciuto in questa occasione.
Esprimiamo quindi un pensiero e un tributo, per tutti quei popoli o minoranze religiose che subiscono stermini ancora oggi.
Maria Luisa
La riflessione sulla responsabilità di "tutti" o quasi rispetto a quanto accaduto durante la shoah, mi fa pensare a cosa dirà la storia, le generazioni future rispetto al nostro silenzio e al nostro "non fare", riguardo alle violenze che subiscono i migranti qui da noi e nei paesi che attraversano per arrivare in Europa; alle migliaia di morti nei nostri mari ma anche nei deserti africani, alla situazione dei sopravvissuti, sia nei campi in Italia sia in quelli in Africa, dove le leggi ed i diritti sono sospesi ... siamo tutti responsabili? Credo proprio di sì... Alessandro