Fatti Mail
Affezionata piccola grande
famiglia di Fatti Mail
“Islam
viene dalla radice slm, la medesima di Salam, in ebraico Shalom,
"pace". Ricondurre tutti alle proprie radici, ecco il compito”
(Vito Mancuso)
Volevo iniziare quest’anno
con la parola GRATITUDINE
Una parola che sento
risuonare forte e nasce dal percepire l’esistenza attraversata da doni
Doni fatti di parole, di
prospettive, di orizzonti, di diversi punti di vista, di persone altre da me.
Quel tipo di doni che
rifondano il nostro rapporto con i limiti perché laddove io non capisco c’è chi
saprà spiegarmi, laddove io non vedo c’è chi saprà condividere la propria
visione, laddove io non so agire c’è chi saprà offrirmi un esempio, laddove io
non so orientarmi c’è chi saprà indicarmi una strada
Nella vita le proprie
capacità o incapacità potrebbero essere gestite con maggior leggerezza se
sapessimo guardare agli altri come ad un dono
Sono stata recentemente al convegno invernale di Ore Undici
Un caleidoscopio di colori,
parole, novità, condivisioni, testimonianze sul tema dell’alterità.
Un tempo di ricchezza
esistenziale … incommensurabile.
Sono stata anche –
pochissimi giorni fa – ad ascoltare Luigi Ciotti … “voce di uomo che grida nel
deserto” … voce di chi si ostini a
credere che il deserto, ogni deserto … possa fiorire …
Poi … la cronaca
Massacri in Nigeria.
Migliaia di morti. Bambini/e usati come bombe.
Violenza ceca di Boko Haram. E dove non arriva il machete stanno
arrivando fame e sete.
E ancora … atti di
terrorismo in Francia.
La Francia dell’eguaglianza
e della libertà. La Francia della fraternità.
La Francia di fronte ad un
estremismo che affida alle stragi, alle teste mozzate, all’orrore … l’affermazione della propria “verità”.
Come se possa esistere una
verità di parte.
Gratitudine e cronaca …
sembrano obbligare ad una scelta: l’una o l’altra
Cosa scegliere?
Forse, però, la scelta vera …
è
consentire alla cronaca di cambiarci, di
“alterarci”, di perdere l’orizzonte, di concedere al male vecchie strategie per
abitare nuovi cuori, omologando risposte a domande,
difese ad offese
… oppure guardarci dentro e
trovare nel profondo di noi stessi quel desiderio di bene, quella compassione,
quella volontà di convivenza e pace e
affidare ognuno di questi sentimenti ai nostri gesti perché
possano fecondare questo tempo di ciò che non ha … più …
Ho trovato in rete una
bellissima affermazione presa dal Talmud:
"Non
vediamo le cose come sono, vediamo le cose come siamo"
E’ ciò che noi siamo che segna e … disegna …il mondo
E’ ciò che noi siamo che fa … le differenze
… che fa la pace … o le guerre …
E’ ciò che siamo … l’unica modalità per superare le sfide che
questo nostro tempo ci chiama ad affrontare
E le sfide si affrontano
ponendo in essere scelte.
Prima fra tutte sapere da
che parte stare.
Voglio allora stare dalla
parte della gratitudine.
Gratitudine verso ogni
incontro
Verso ogni parola ascoltata
Verso ogni essere umano
Gratitudine verso ciò che
sarà in sintonia con il mio pensare perché mi darà coraggio e forza per
affermare i valori in cui credo
E gratitudine verso ciò che
sarà in contrasto assoluto con le mie idee perché mi aiuterà a verificarle e ad
arricchirle di punti di vista opposti ai miei
Sto leggendo un bellissimo
libro di Massimo Recalcati: Ritratti del
desiderio.
“Da una parte abbiamo il
culto della personalità forte, centrata sul principio di prestazione, priva di
incertezze, fondata sulla credenza folle del proprio Io, mentre dall’altra
abbiamo una soggettività indebolita dove l’emergere dell’alterità del desiderio
costringe l’io a verificare tutti i suoi limiti, la sua arroganza narcisistica,
il suo ideale di falsa padronanza e ad accogliere l’Alterità dell’Altro”
Xenofobia, intolleranza,
superficialità, esclusione, paura, violenza: culti
della personalità forte, centrata sul principio di prestazione, priva di
incertezze
Mi chiedo, guardando quanto
sta accadendo intorno a noi… quanto questo mondo intento da anni a ridurre ogni
desiderio a bisogno … abbia contribuito
a compromettere la nostra convivenza …
I bisogni sono appagabili
con oggetti o prestazioni … ma sono anche sempre limitati e limitanti perché ci
illudono proprio attraverso questo appagamento materiale a credere di non dover
aver “bisogno” degli altri … a credere di potere prendere e “buttare” tutto e
tutti … i bisogni generano le paure …
I desideri invece sono
infiniti … ci precedono … ci spiazzano … ci portano sempre verso qualcosa di
“altro” da noi …i desideri ci mettono in contatto con i nostri limiti perché
spesso non dipende da noi appagarli ma dagli incontri, dalle occasioni, da esperienze
che possano essere o meno realizzabili …
però i desideri hanno il
dono di farci muovere … di farci sentire oltrepassati da energie più grandi noi
e di svegliarne sempre di nuove … e più di tutto i desideri ci fanno sentire
l’Altro, gli altri, come l’unica
possibilità per riuscire ad esaudirli … ogni desiderio che passa dentro di noi ci
porta verso qualcun’altro …
E se allora l’Altro è così
prezioso … difficilmente lo escluderò,
lo stigmatizzerò, lo annienterò.
Forse i cambiamenti epocali
che auspichiamo nel mondo non sono fuori … ma dentro noi stessi.
Forse dobbiamo iniziare a
liberarci da un vivere solo di bisogni – molti dei quali decisamente fittizi o
indotti – e riscoprire la grandezza dei nostri desideri.
Solo riscoprendo in noi il
coraggio di coltivare i desideri potremo rifondare questo tempo e
potremo ricostruire il nostro convivere.
Solo coltivando i nostri
desideri potremo aprirci ad una reale “alterità” … perché nessuno di noi potrà
mai sapere dietro quale “altro”, dietro a quale persona, si nasconda quel frammento di felicità che il
nostro desiderare ci spinge a cercare … dietro a quale “altro” si nasconda quell’incontro che risponderà alla domanda che
ogni desiderio consegna …
Nessuno può essere escluso,
crocifisso, emarginato, eliminato in un
mondo di desideri altrimenti si
rischierebbe di escludere, crocifiggere, emarginare, eliminare i nostri stessi desideri
…
Il mio desiderio di vita in
questi giorni di morte
mi ha guidata verso la
rilettura di un articolo di Tiziano Terzani scritto subito dopo la caduta delle
torri gemelle in una sorta di “botta e risposta” con Oriana Fallaci.
Un articolo pieno di
profezia … di cui lascio a seguire alcuni passaggi
“Pensare quel che pensi e
scriverlo è un tuo diritto. Il problema è però che, grazie alla tua
notorietà, la tua brillante lezione di
intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani e questo mi inquieta.
Il nostro di ora è un momento di straordinaria importanza. L’orrore indicibile
è appena cominciato, ma è ancora possibile fermarlo facendo di questo momento
una grande occasione di ripensamento. E un momento anche di enorme
responsabilità perchè certe concitate parole, pronunciate dalle lingue sciolte,
servono solo a risvegliare i nostri
istinti più bassi, ad aizzare la bestia dell’odio che dorme in ognuno di
noi ed a provocare quella cecità delle passioni che rende pensabile ogni
misfatto e permette, a noi come ai nostri nemici, il suicidarsi e l’uccidere.
“Conquistare le passioni mi pare di gran lunga più difficile che conquistare il
mondo con la forza delle armi. Ho ancora un difficile cammino dinanzi a me”,
scriveva nel 1925 quella bell’anima di Gandhi. Ed aggiungeva: “Finché l’uomo
non si metterà di sua volontà all’ultimo posto fra le altre creature sulla
terra, non ci sarà per lui alcuna salvezza”.
Purtroppo, oggi, sul palcoscenico del mondo noi occidentali siamo
insieme i soli protagonisti ed i soli spettatori, e così, attraverso le
nostre televisioni ed i nostri giornali, non ascoltiamo che le nostre ragioni,
non proviamo che il nostro dolore.
L’aver diviso il mondo in maniera – mi pare – “talebana”, fra
“quelli che stanno con noi e quelli contro di noi”, crea ovviamente i
presupposti per un clima da caccia alle streghe. Il tuo attacco, Oriana – anche a colpi di sputo – alle “cicale” ed
agli intellettuali “del dubbio” va in quello stesso senso. Dubitare è una
funzione essenziale del pensiero; il dubbio è il fondo della nostra cultura.
Voler togliere il dubbio dalle nostre teste è come volere togliere l’aria ai
nostri polmoni. Io non pretendo affatto d’aver risposte chiare e precise ai
problemi del mondo (per questo non faccio il politico), ma penso sia utile che
mi si lasci dubitare delle risposte altrui e mi si lasci porre delle oneste
domande.
In questi tempi di guerra non deve essere un crimine parlare di
pace.
Mi frulla in testa una frase
di Toynbee: “Le opere di artisti e letterati hanno vita più lunga delle gesta
di soldati, di statisti e mercanti. I poeti ed i filosofi vanno più in là degli
storici. Ma i santi e i profeti valgono di più di tutti gli altri messi
assieme”. Dove sono oggi i santi ed i
profeti? Davvero, ce ne vorrebbe almeno uno! Ci rivorrebbe un San Francesco. Anche i suoi erano tempi
di crociate, ma il suo interesse era per “gli altri”, per quelli contro i quali
combattevano i crociati. Fece di tutto per andarli a trovare. Ci provò una
prima volta, ma la nave su cui viaggiava naufragò e lui si salvò a malapena. Ci
provò una seconda volta, ma si ammalò prima di arrivare e tornò indietro.
Finalmente, nel corso della quinta crociata, durante l’assedio di Damietta in
Egitto, amareggiato dal comportamento dei crociati (“vide il male ed il
peccato”), sconvolto da una spaventosa battaglia di cui aveva visto le
vittime, San Francesco attraversò le linee del fronte.
Venne catturato, incatenato e portato al cospetto del Sultano. Peccato che non c’era
ancora la Cnn – era il 1219 – perchè sarebbe interessantissimo rivedere oggi il
filmato di quell’incontro. Certo fu particolarissimo perchè, dopo una
chiacchierata che probabilmente andò avanti nella notte, al mattino il Sultano lasciò che San Francesco tornasse, incolume,
all’accampamento dei crociati.
Mi diverte pensare che l’uno
disse all’altro le sue ragioni, che San Francesco parlò di Cristo, che il
Sultano lesse passi del Corano e che alla fine si trovarono d’accordo sul messaggio che il poverello di
Assisi ripeteva ovunque: “Ama il prossimo tuo come
te stesso”.
Mi diverte anche immaginare che, siccome il frate sapeva ridere come predicare,
fra i due non ci fu aggressività e che si lasciarono di buon umore sapendo che
comunque non potevano fermare la storia. Ma oggi? Non fermarla può voler dire
farla finire.
Ti ricordi, Oriana, Padre
Balducci che predicava a Firenze quando noi eravamo ragazzi? Riguardo all’orrore dell’olocausto atomico pose una bella domanda: “La sindrome da fine del
mondo, l’alternativa fra essere e non essere, hanno fatto diventare l’uomo più
umano?”. A guardarsi intorno la risposta mi pare debba essere “No”. Ma non possiamo rinunciare
alla speranza.
“Mi dica, che cosa spinge l’uomo alla guerra?”, chiedeva Albert Einstein nel
1932 in una lettera a Sigmund Freud. “E possibile dirigere
l’evoluzione psichica dell’uomo in modo che egli diventi più capace di
resistere alla psicosi dell’odio e della distruzione?” Freud si prese due mesi
per rispondergli. La sua conclusione fu che c’era da sperare: l’influsso di due
fattori – un atteggiamento più civile, ed il giustificato timore degli effetti
di una guerra futura – avrebbe dovuto mettere fine alle guerre in un prossimo
avvenire. Giusto in tempo la morte risparmiò a Freud gli orrori della Seconda
Guerra Mondiale. Non li risparmiò invece ad Einstein, che divenne però sempre più convinto della necessità del pacifismo. Nel 1955, poco prima di morire, dalla sua casetta di Princeton
in America dove aveva trovato rifugio, rivolse all’umanità un ultimo appello
per la sua sopravvivenza: “Ricordatevi che siete
uomini e dimenticatevi tutto il resto“.
Ti saluto, Oriana e ti
auguro di tutto cuore di trovare pace. Perchè se quella non è dentro di noi non
sarà mai da nessuna parte.
( per chi volesse rileggerlo
interamente:
consiglio anche , anche chi
l’avesse persa, la trasmissione su Tiziano terzano trasmessa da Rai 3 il 9
gennaio:
“Una civiltà si
rafforza con la sua determinazione morale molto più che con nuove armi”
(Tiziano Terzani)
Desidero sottoporre all’attenzione di tutti 3 “urgenze”
-
un SOS arrivato da una giornalista che sta portando
avanti un’inchiesta per una televisione britannica e che ha bisogno di aiuto
per trovare esperienze collegate a questa inchiesta
-
ricerca di ospitalità per
una mamma con due bambini temporaneamente ospitata presso una struttura di
suore che non possono però offrire tempi lunghi
-
alloggio/ospitalità più
lavoro per Charlie che è veramente strangolato dai tempi e rischia di restare
senza un “tetto”
e desidero ricordare che ogni
richiesta è sempre e comunque urgente per chi la presenti …
Due ulteriori condivisioni:
1) Chiunque voglia
segnalarmi iniziative da promuovere, NON mi mandi ALLEGATI, NE’
LOCANDINE … ma tutto il comunicato
direttamente come testo della mail
2) Nella
colonna di destra del BLOG c'è una finestrella
"CERCO … TROVO …"
basta digitare una parola chiave
e appariranno tutte le volte in cui, in una qualunque
Fatti Mail degli ultimi 2 anni, sia stata citata quella parola …
può essere un'utile strumento di prima ricerca
(ovviamente poi c'è sempre l’ archivio!)
AVVISATE LE PERSONE DA VOI SEGNALATE -
DI CUI FORNITE SOLO UN NUMERO DI TELEFONO - CHE POTREBBERO RICEVERE TELEFONATE IN CUI SI FARA’
RIFERIMENTO A Fatti Mail
… è importante aiutare due persone estranee
a superare il disagio iniziale … Considerate che l’espandersi di Fatti
Mail se da una parte aumenta i lettori (e le opportunità di risposte solidali)
dall’altra estende anche al di fuori delle spedizioni di Fatti Mail via e-mail
la possibile lettura del bollettino. Chiedete quindi a chi vi chiami o vi
contatti come sia venuto a conoscenza della vostra richiesta, regolandovi
conseguentemente.
BUONA
LETTURA :
Le richieste legate alla ricerca
di lavoro - oggi come sempre -
chiamano tutti coloro che vogliano “essere” solidali a “fare” un gesto in più: una lettura approfondita, un passa
parola, un’attenzione ad offerte che possano capitare alla nostra
attenzione. Non sono bigliettini
attaccati ad una bacheca … sono amici, persone che stanno portando un peso –
diverso ma gravoso in ogni caso – e chiedono il nostro sostegno … per non
restarne schiacciati. Grazie
1)
INCHIESTA
GIORNALISTICA:
Il Canale televisivo Channel
4 in Inghilterra si sta occupando di una inchiesta internazionale sulla tratta di giocatori di calcio
africani in Italia.
Stiamo cercando testimonianze
di ragazzi africani, che vivono al momento in Italia e che sono stati vittima
di truffa da parte di agenzie calcistiche nel loro paese (hanno pagato
soldi a queste agenzie in cambio di una carriera calcistica in Italia, ma
purtroppo appena arrivati in Italia sono stati abbandonati e lasciati a se'
stessi).
Il programma di inchieste si intitola UNREPORTED WORLD e
garantirebbe la massima sicurezza a colui che e' disposto a raccontare la sua
storia. Chiunque sia a conoscenza di storie simili o ha contatti utili a
riguardo, e' pregato di contattare Elena Mortelliti
Vi
ringrazio moltissimo,
Elena
2)
SOS
OSPITALITA’ URGENTE:
Cara Gaia,
rivolgiamo anche alla tua rete una richiesta di aiuto nella
ricerca di una casa per una mamma
ecuadoregna e i suoi tre bambini, rimasti senza alloggio da alcune
settimane.
Attualmente sono ospiti della nostra Comunità di famiglie e
delle Maestre Pie Venerini, che vivono accanto a noi.
Dormono
tutti e quattro dalla suore; i bambini, quando non sono a scuola e la mamma,
Ana, lavora, sono con noi; mangiano tutti insieme con noi o tra loro nella
nostra stanza comune.
Si tratta, evidentemente, di una soluzione di emergenza e per
questo stiamo aiutando Ana – in attesa di un alloggio popolare per il quale sta
presentando domanda – a cercare un piccolo appartamento in affitto qui dalle nostre
parti, tra Montesacro (dove i bimbi vanno a scuola), Vigne Nuove, Talenti,
Bufalotta, Cinquina. Per loro e per noi è molto importante riuscire a trovare
qualcosa nella nostra zona, mantenendo così la possibilità di continuare ad
aiutare Ana, soprattutto nella gestione quotidiana dei bambini.
Ana, nonostante le difficoltà, è una donna con tante
“risorse”: ha cominciato da poche settimane un nuovo lavoro con una cooperativa
che si occupa di assistenza domiciliare, sta seguendo un corso per acquisire il
titolo di Operatore Socio Sanitario. E’ in grado di pagare un affitto “contenuto”, per il quale,
nel caso dovessero esserci problemi, la nostra Comunità può comunque assicurare
la continuità, facendo da garante.
Chiediamo una mano
nella ricerca di questo appartamento, ringraziando tutti fin d’ora per quello che
potranno fare.
Eventuali opportunità possono essere segnalate a Dario
(Cel. ..... – Email: )
La Comunità
della Collina del Barbagianni
3)
CHARLIE CERCA
LAVORO:
Carissima
Gaia,
purtroppo
la situazione di Charlie non si è ancora risolta. E' ancora alla ricerca di un
lavoro in qualunque parte d'Italia …
Mi chiamo
Charles Simba Shadunka, sono africano dello Zambia, ho 30 anni e vivo in Italia
da circa 10 anni, con carta di soggiorno a tempo indeterminato.
Sono alla ricerca di un lavoro al più presto,
a Roma o fuori Roma, anche in altre regioni di Italia, in particolare
come custode/portiere/guardiano/giardiniere oppure badante a
tempo pieno, h24, comunque possibilmente con alloggio.
Sono un
gran lavoratore e ho molta forza fisica. Ho grande spirito di adattamento e
volontà.
Chi potesse
aiutarmi può contattarmi al n.....
Un caro
saluto
Charlie
4)
ALESSANDRA
SOS LAVORO:
Cara
Gaia,
Ti chiedo gentilmente se puoi pubblicare questa mia
richiesta di lavoro in un periodo molto delicato e buio della mia vita e della
mia famiglia, di cui, sono io il capo famiglia da piu' di dieci anni e affronto
difficoltà di ogni genere per garantire
ai miei due figli e mia mamma una vita quanto meno dignitosa.
Ho molta esperienza come baby sitter, arrivando
persino a gestirne ben 5, pulizie domestiche e industriali (il tutto
e' verificabile...) Mi permetto di
considerarmi una bravissima cuoca e ottima guidatrice che non guasta oggigiorno....
Coloro che
mi conoscono mi ritengono persona seria, affidabile, precisa e attenta alle
esigenze del prossimo. Spero tento, cara Gaia, di aver modo di dimostrare, con
il vostro aiuto, tutto' cio'.
Ringrazio per
l'attenzione concessami e ovviamente Fatti Mail per l'opportunita' che mi sta
donando.
Spero
quindi di condividere oltre alle mie speranze di oggi, le gioie di un domani
piu' sereno per me e la mia famiglia.
5)
SILVYA CERCA
LAVORO:
Buonasera sig.ra Gaia,
Sono Helga
ho da
segnalare una donna straordinaria ma molto provata dalla vita, si chiama Silvya
Hyristova - .... - e' bulgara è da quasi 10 anni in Italia al fianco di malati terminali o
sensibilmente infermi, ha prestato servizio nell'ospedale militare per
lungo degenti di Anzio e saltuariamente assiste pazienti nel post operatorio
nei vari nosocomi romani.
Da medico posso garantire sulla qualità dell'assistenza parainfermieristica,
come amica nella dolcezza e nell'affabilità della persona...mi rammarica non
poterla sostenere personalmente perché gravano sulle mie spalle due nuclei
familiari il mio e quello dei miei genitori.
Se ci fosse qualunque opportunità
professionale datemi notizie e' disperata
Grazie
6)
ANTONIO CERCA LAVORO
Cara Gaia,
sono
Patrizia,
cerco
lavoro per mio marito Antonio, ha molta
esperienza come autista (patente B), cameriere e anche manovale...è
iscritto al ruolo con patente B-CAP...ma comunque può adattarsi a qualsiasi tipo di lavoro (magazziniere,
giardiniere, facchino ecc...), siamo
anche disposti a lavorare insieme magari come guardiano, badante e
trasferirsi se è necessario!
Grazie
Mille
7)
URGENTE
BADANTE:
Ciao Gaia
sono Laura
mi serviva
urgentemente una badante per mia madre.
Mia madre è
una donna che da poco ha richiesto una persona con lei anche per la notte.
È un po'
esigente in quanto con la testa sta molto bene ma il suo corpo è rallentato. Ha
bisogno sia per vestirsi che per lavarsi e ovviamente cucinare e pulire. La
casa è piccola e non ci sono porte quindi la signora dovrebbe dormire in uno
studio.
… grazie
8)
SOS
RICONGIUNGIMENTO OSMAN
Osman è un
ragazzo eritreo che ha lavorato nelle campagne del sud, ora si trasferisce a
roma, in via curtatone 3, che già ospita 400 eritrei in asilo politico,
ha lasciato la moglie e i suoi due figli in sudan, in attesa di avere
almeno una casa dove portarli. Ha già avviato le pratiche di ricongiungimento
ma deve pagare una sorta di tassa perché vengano lasciati andare.
La somma da
raggiungere è di 500 euro e spero che con l’ aiuto di tutti riusciremo presto
ad avere questa famiglia riunita.
Osman è un cuoco
di cucina eritreo eccezionale, chiunque voglia organizzare una cena
eritrea può contattarlo, lui vi organizzerà la cena e porterrà gli ingredienti,
cucinerà a casa vostra e vi riordinerà la cucina al termine della preparazione
della cena.
non parla
italiano ma solo inglese, sta studiando italiano
potrà
prendere impegni dai primi di febbraio
Osman cell.....
INOLTRE:
Cara gaia,
in via curtatone 3, alloggio
di 400 eritrei in asilo politico, è
stata allestita una sala per barbiere e parrucchiere da uomo, i ragazzi
sono tutti bravissimi ed hanno fatto tutti una lunga esperienza in sudan ed in
libia, non hanno nessun titolo di studio ma sono bravi e creativi, i prezzi
sono veramente politici e comunque ci si viene incontro. Per il servizio
contattare adhanom mobile wind .... oppure gestore lyca
....
9)
ESTER CERCA
MONOLOCALE:
ciao sono Ester
cerco un
monolocale zona roma un po centrale basta che abbia la possibilità di prendere
mezzi e market.
non
esageratamente caro, ovviamente.
Grazie
10)
RACCOLGO
GIOCATTOLI:
Sto
raccogliendo giocattoli in buono stato dai 4 ai 7 anni, se qualcuno fosse
interessato puó contattarci alla mia mail per organizzarmi con la consegna.
Grazie
Un caro
saluto Valeria
CONDIVIDO:
EVENTI, ATTVITIVA’, INIZIATIVE A CARATTERE SOLIDALE E/O
CULTURALE.
A SEGUIRE ALCUNE SEGNALAZIONI DI EVENTI, ATTVITIVA’, INIZIATIVE A
CARATTERE SOLIDALE E/O CULTURALE. … vita e solidarietà … per imparare a
crescere insieme
BUONA LETTURA:
CINEFORUM & DIBATTITO
un ragazzo 16/17enne
la mattina a scuola, il pomeriggio in un cantiere edile a
lavorare, guadagnare soldi
... rabbia, inquietudine, sogni, mancanze, silenzi
... ma anche un incontro che lentamente ...
svelerà ... un senso ... oltre le apparenze
quel senso si chiama ...SAPERE
e quel SAPERE ... è l'unica via capace di renderci ....LIBERI
SE CHIUDO GLI OCCHI NON SONO PIU’ QUI
Incontrarci ... interrogarci
... confrontarci ...è un DONO
REGALIAMOCELO!
vi aspettiamo insieme al regista del film,
VITTORIO MORONI
15 GENNAIO
– ORE 20,00
Auditorium della Basilica di S. Maria degli Angeli
CINEFURUM + DIBATTITO
PER PARTECIPARE PRENOTARE A:
INVITIAMO TUTTI A PARTECIPARE
in modo
particolare ragazzi e giovani
PER CRESCERE INSIEME
NELLA SOLIDARIETA’ E NEL CONFRONTO
... FACCIAMO DELLE PAROLE I NOSTRI PASSI
SULLA STRADA DELLA COMPRENSIONE ...
Chi vuole muovere il mondo prima
muova se stesso
Con AMICIZIA
Song-Taaba ONLUS
100 ANNI DAL GENOCIDIO ARMANO
Sabato 17 gennaio alle ore 18,00 si terrà
nella nostra sede una tavola rotonda sul tema:
1915-2015: A 100 ANNI DAL GENOCIDIO
ARMENO
Relatori:
P. GEORGES
RUYSSEN S.I., Docente presso il Pontificio Istituto Orientale, Roma
P. LUCIANO
LARIVERA S.I., scrittore de La Civiltà Cattolica
Moderatore:
P.
FRANCESCO OCCHETTA S.I., scrittore de La Civiltà
Cattolica
Breve
profilo dei relatori:
Padre Georges-Henri Ruyssen è un
gesuita belga. Già assistente di diritto internazionale all’università di
Lovanio ha terminato i suoi studi con un dottore in Diritto canonico alla
Pontificia Università Gregoriana. È docente alla Facoltà di Diritto Canonico
del Pontificio Istituto Orientale e alle facoltà dei Gesuiti del Centro Sèvres
a Parigi.
P. Luciano Larivera si è
laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi nel 1992; ha concluso la
sua formazione accademica nel 2005 con la Licenza in Teologia Morale alla
Pontificia Università Gregoriana di Roma. Dal 2006 è iscritto all’albo dei
giornalisti professionisti. Scrive ordinariamente di politica estera ed
economia internazionale.
È
possibile seguire la conferenza in diretta streaming:
STATO ISLAMICO E MEDIO ORIENTE
Desideriamo
segnalare un percorso di studio sullo Stato Islamico e il Medio Oriente
promosso da tre licei romani - Morgagni, Avogadro, Orazio - e il mensile di
geopolitica LIMES. Il primo incontro - Cos'è lo
Stato Islamico con Lucio
Caracciolo direttore della rivista - si terrà al Liceo Morgagni, via Fonteiana 125, venerdì 16 gennaio ore
18:00.
In allegato
trovate il programma del percorso di studio articolato su quattro incontri.
Un caro
saluto
ZALAB
IN PRIMO PIANO
Per sapere come si vive
all’interno dei Mega-Campi, disumanizzanti e costosi, ZaLab mette on line gratuitamente dalle h.24.00
del 9 gennaio alle h.24.00 del 14 gennaio il documentario Container 158 , girato nel campo attrezzato di via Salone, uno dei più grandi
d’Italia, diretto da Stefano Liberti ed Enrico Parenti e prodotto con il
sostegno di Open Society Foundations. Collegati allo streaming
All'iniziativa è collegata la petizione Oltre I Mega-Campi per
chiedere il superamento delle politiche segreganti e anticostituzionali dei
MEGA-CAMPI per soli rom (in collaborazione con Associazione 21 Luglio) e il concorso per
le scuole ROMpiamo Pregiudizi .
MAFIA
CAPITALE O VIZIO NAZIONALE? STREAMING, PETIZIONE E CONCORSO PER DIRE NO
ALLA POLITICA DEI MEGA-CAMPI ROM E AI PREGIUDIZI
La recente inchiesta
denominata MAFIA CAPITALE ha finalmente svelato come rom e immigrati siano
stati negli ultimi anni un grande business per un ampio comitato d’affari,
composto da politici, funzionari, imprenditori e crimine organizzato. Così si
guarda ora con occhi nuovi anche ai MEGA-CAMPI
attrezzati della cosiddetta Emergenza Nomadi, che a Roma hanno permesso a
criminali senza scrupoli di arricchirsi e non hanno creato nessuna
integrazione.
NIMETOKA ITALIA
(Africa, Ebola … Chiara Castellani):
Il
30 Gennaio alle 18:30 presso la Sala Capitolare della Casa Generalizia dei
Missionari Comboniani, via Luigi Lilio 80, Roma, verrà presentato il libro
"Nimetoka Italia"
di
Marco de Feo con Francesca Faramondi
“ … ho dedicato un capitolo all'amica e
collega Chiara, dove, racconto in breve la sua storia ma soprattutto le sue
profonde riflessioni.
Il libro sarà presentato dal giornalista Piero Badaloni nella sala Capitolare
dei Missionari Comboniani di Roma il 30 gennaio (venerdi) alle 18.30.
E' un libro particolare, piuttosto crudo, ma commovente e doloroso allo stesso
tempo. Non dà respiro, perchè racconto, attraverso decine di interviste
vive, le testimonianze di chi si è trovato coinvolto in 27 anni di guerra in
Uganda nella difesa di ospedali, missioni, lebbrosari, scuole, orfanotrofi e
persone, molte , moltissime volte, lasciandoci la vita.
L'ebola, i bambini soldato, i campi profughi, le mine antiuomo e un'
inchiesta a 360° sugli appetiti internazionali (armi, coltan, oro, diamanti,
acqua...) che mantengono una guerra.
Un giornalista di Repubblica lo ha così recensito: di rara intensità, molto
valido ma difficile. E aggiungo io lungo (363 pagine).
Naturalmente il ricavato (poca cosa) andrà alle missioni dei Comboniani in
Uganda, ma lo scopo del testo è quello di far conoscere un pezzo d'Africa che
pochi o nessuno conosce e snobbato dai media e il sacrificio dei tanti Italiani
che mai hanno voltato le spalle di fronte alla guerra. Si chiama animazione
missionaria, quello che serve oggi.
Chiara s' inserisce perfettamente nel libro perché ci racconta anche il corto
circuito che c'è tra l'uganda e il Congo tra i ribelli per accaparrarsi le
risorse naturali e in più è un figura eccezionale degna di essere raccontata e
conosciuta” Marco de Feo
CIYO … NUOVE POTENZIALITA’…
Ciao
Gaia,
sono
Myriam Ines.
Con
alcune colleghe italiane e straniere stiamo portando in Italia un programma di
sviluppo della leadership delle donne che ci piace molto e che viene realizzato
in tutto in mondo da una faculty di donne che dopo aver partecipato hanno
deciso di contribuire a diffonderlo.
Coming
Into Your Own, così si chiama l'iniziativa, è un programma dinamico di crescita e di
sviluppo della leadership personale e professionale dedicato alle donne
desiderose di impegnarsi in un processo di riflessione, ricerca e
ri-generazione. Progettato dall’Ashland Institute - Oregon, USA - il
programma CIYO viene realizzato in tutto il mondo da oltre 20 anni per
sostenere le donne nel portare alla luce e sviluppare appieno le loro
potenzialità.
CIYO
offre la possibilità di scavare in
profondità in ciò che siamo oggi, ciò che siamo state e dove stiamo andando e
ci supporta nel comprendere il rapporto tra le nostre dinamiche interne e le
sfide esterne della vita e del lavoro. Si rivolge, quindi, alle donne che
desiderano intraprendere una nuova direzione nella vita professionale o
personale, che ritengono che per le sfide che devono affrontare (non solo nel
campo lavorativo) sia loro necessaria una leadership personale più forte e
autorevole o sentono la necessità di avere un po’ di tempo per la riflessione e
la rigenerazione godendo del sostegno di una comunità di pari matura.
I
metodi utilizzati considerano la persona nella sua completezza - nelle
dimensioni fisica, intellettuale e spirituale - per stimolare quel livello
della percezione di sé indispensabile per esercitare un’autogestione e una
leadership di qualità; la ricchezza delle esperienze di lavoro e di vita di
tutte le partecipanti e delle facilitatrici è utilizzata come base creativa; un solido e valido modello metodologico
ne consente la piena valorizzazione; vengono sperimentate diverse
forme di espressione quali narrazione di vissuti, poesie, fantasie, lavoro
creativo; si lavora allo sviluppo di percorsi individuali che si traducano in
piani d’azione concreti valorizzando e sostenendo l’autonomia e l’indipendenza
di ogni donna.
La prossima edizione italiana si terrà a Roma
dal 20 al 22 febbraio 2015. Per maggiori informazioni e per scaricare il
modulo di iscrizione leggi qui
grazie mille a presto
CASA EDITRICE & SOLIDARIETA’
Se avete
qualche minuto, vi chiedo di dare una mano agli amici della Carocci, una casa
editrice nata a Roma nel 1980.
Ne conosco
bene alcuni e so quanto hanno lavorato, sostenendo in pochi e con dedizione un
gran carico di lavoro. Sono stati assunti a tempo indeterminato dopo anni.
Giovanni
Carocci - che era ormai un signore di 87 anni - ha venduto a "Il
Mulino" di Bologna nel 2009. Ma nessuno si aspettava che, oltre a
trascurare ogni politica commerciale per la Carocci - molto nota per la
saggistica e le pubblicazioni d'interesse universitario - l'avrebbero
penalizzata addossandole spese attribuibili a "Il Mulino" (tra
l'altro per ora il deficit è irrisorio). I dipendenti de "Il Mulino"
sono in cassa integrazione e alcuni confluiranno in una nuova società; quasi
tutti i redattori della Carocci, invece, sono stati avvisati dell'imminente
licenziamento (dal 12 gennaio).
Oltre a
disperdere una squadra di persone in grado di fare un lavoro di qualità,
abbiamo un'eccellenza destinata al declino (una casa editrice che appalterà a
soggetti esterni testi e riviste specialistiche, poi abbasserà il livello
dell'offerta, cambierà prodotti e così via...)
Vi invito a
diffondere notizie e a firmare l'appello: ci sono i presupposti perché alcuni
soci possano avere così un po' più di voce in capitolo. Grazie!
Il
catalogo Carocci
THE ALBERO: LE NOVITA’
Attivita' invernali:
Sono ripresi gli incontri
del gruppo
TDO-UILDM Lazio, un gruppo integrato che esplora la cittadinanza attiva
attraverso il Teatro dell'Oppresso e metodi affini. Nel
2015 gli incontri saranno ogni martedi' a partire dal 13 gennaio fino a giugno,
ore 17.15-19.45, Via Prospero Santa Croce, 5, Roma. Il gruppo e' aperto a
nuove/i partecipanti!
Inizia a febbraio un percorso
sul Dragon Dreaming a Roma, presso la sede di
Interculturando Roma. Il Dragon Dreaming offre strumenti, teorie, suggerimenti
e tecniche per incrementare la capacità di progettare e realizzare i propri
progetti che si evolvono insieme alla nostra abilità di immaginare ilrisanamento
di un mondo ferito. Il metodo si ispira alla teoria del caos e della
complessità, alla teoria dei sistemi viventi, e all'antica spiritualità degli
aborigeni dell'Australia, punta a sostenere il Grande Cambiamento (come
descritto da Joanna Macy ed altri), cioè la trasformazione della consapevolezza
umana attraverso una nuova cultura di sostegno alla vita. Contattare urinoymeir@gmail.com per le date e maggiori
informazioni.
L'8 e
il 9 febbraio, nella Casetta del Nibbio, si svolgera' un'introduzione intensiva
al metodo del Dragon
Dreaming. Palmoli, Abruzzo. Possibilita' di alloggio. www.facebook.com/events/368882793279889/
PASSEGGIATEPERROMA
Domenica 11 gennaio 2015
IL RIONE BORGO
“Belle, intelligenti,
colte... cortigiane”
Dalla fine del 1300 alla seconda metà del 1500 in Italia fiorisce
il Rinascimento: una grande renovatio culturale e civile. Anche le
donne godono di questa congiuntura favorevole, anche a loro si dischiude
l’istruzione e in molte dominano il panorama politico e culturale di quegli
anni. A Roma è tutta un’altra storia: la Città Santa è anche “Città de’ donne”,
terreno fertile per il fiorire di figure femminili caratteristiche di tutto il
Cinquecento romano, le cortigiane. Bellissime, acculturate, mondane, stupende
conversatrici, musiciste, poetesse, amanti impareggiabili… Attorno a loro e
nelle loro case si raccolgono gli intellettuali creando dei veri e propri
cenacoli in cui l’arte, la cultura, la bellezza e il sesso si intrecciano
mirabilmente. Di tante di loro si è persa la memoria, ma alcune hanno lasciato
vive testimonianze del loro passaggio nell’arte, in letteratura e nei luoghi.
Nel Rione Borgo, in via Alessandrina, in una modesta abitazione presso la
Chiesa di S. Maria in Traspontina, il 3 agosto del 1486 nacque Imperia Cognati,
cortigiana amata e protetta dal ricco e raffinato Agostino Chigi, modella - e
quasi per certo amante - di Raffaello Sanzio che, come molti altri celebri
artisti, possedeva un palazzo in Borgo. Nel Cinquecento la Città Leonina,
abitata soprattutto da scapoli che amavano frequentare le tante stufe
disseminate nel Rione, era rinomata per gli splendidi palazzi e palazzetti
costruiti da nobili, prelati, artisti e ricchi borghesi.
L’incontro è condotto da Donatella Cerulli, storica e studiosa di
tradizione romana
Durata: 2 ore circa
Quota di partecipazione
Intero: € 7,00 - Ridotto: € 4,00 (da 10 a 18 anni) - Bambini:
gratuito
Appuntamento: Ore 10:30 – Via della Conciliazione (Chiesa di S. Maria in Traspontina)
Prenotazione obbligatoria
Info e prenotazioni:
Tel.
3471007191 - 3928561992
CONSAPEVOLEZZA&SOLIDARIETA’
Una cittadinanza consapevole è una cittadinanza più
solidale.
FREDDO, TOSSE, COPERTE: VOLONTARI RACCONTANO GLI
INCONTRI CON I SENZA DIMORA
La Caritas di Roma
rafforza gli interventi delle unità di strada notturne: nelle ultime notti
incontrate 200 persone, giovani e anziane.
ROMA - “Non si
può mostrare ai propri figli il fallimento di un padre”. Sono le parole
usate da un 60enne romano senza dimora per spiegare agli operatori e ai
volontari della Caritas di Roma il motivo per il quale da anni non ha contatti
con la famiglia. L’uomo, incontrato sotto le mura del cimitero del Verano, è
una delle decine di persone che le squadre di intervento della Caritas
diocesana hanno incontrato nelle ultime notti del 2014 e in queste prime del
2015 nell’ambito degli interventi straordinari per il freddo. Gli
interventi delle unità di strada notturne a sostegno dei senza dimora sono
stati rafforzati e agiscono anche su diretta segnalazione dei cittadini,
che possono comunicare al centralino 06.88815200 situazioni di persone senza
dimora, in particolare se isolate o con patologie psichiatriche. Operatori e
volontari (qui
l’opportunità di unirsi a loro o di aiutare con una donazione) avvicinano le persone, offrono assistenza e
sostegno, distribuiscono coperte e sacchi a pelo (centro di raccolta per chi
vuole donarle nella sede di via Casilina 144): ecco, direttamente dalle parole
degli operatori Caritas, il racconto di alcuni degli incontri notturni.
L’uomo che non può
mostrare ai propri figli il suo fallimento è molto sporco, ricoperto da uno
strato pesante di coperte: fatica a respirare, ha una tosse molto forte. Dice
di essere in strada da 4 mesi e di avere sempre avuto una casa, una vita
normale. Gli proponiamo l’accoglienza, ci dice che sarebbe venuto il giorno
dopo, che ormai si era sistemato per la notte. Insistiamo, mostriamo la nostra
preoccupazione per il suo stato di salute, ci dice che è in imbarazzo per il
suo cattivo odore e che preferisce rinviare al giorno dopo. Lo
tranquillizziamo, gli diciamo che avrebbe fatto una doccia con noi, che non
deve preoccuparsi. Si convince, decide di seguirci. Lo accompagniamo in
ostello. Prima di salire in macchina passa a salutare un uomo alla panchina
accanto. Sentiamo quest’ultimo dirgli: “hai fatto bene, vai con loro, stai
troppo male: almeno l’anno comincia bene”.
Nei pressi di Piazza
Bologna incontriamo L., quarantenne ungherese, in Italia da “qualche anno”,
vive da diverso tempo in strada. Faceva il muratore e, adesso, ha smesso anche
di cercar lavoro. Parla poco l’italiano ma cerca in tutti i modi di farsi
capire. Gli abbiamo chiesto se volesse una coperta ma ha rifiutato perché il
suo sacco a pelo era sufficiente e, andando in giro durante il giorno, avere
una coperta in più sarebbe stata solo un ingombro per lui. Gli abbiamo proposto
anche di venire con noi in ostello ma ha rifiutato categoricamente: non sembra
condividere molto le regole delle strutture, in particolare gli orari di
ingresso e di uscita. In quella zona, inoltre, molti lo conoscono e sembrano
aiutarlo, forse anche economicamente.
Vicino alla Basilica di
San Giovanni in Laterano c’è il signor G.,un uomo di 43 anni di nazionalità
romena: sulle prime non vuole dirlo (“se dici di essere romeno la gente pensa
subito male”) ma una volta rotto il ghiaccio, è molto disponibile, racconta
qualcosa di sé ponendo l’accento sulla sua situazione sanitaria. Soffre di
dolori alla schiena e sostiene di avere un’ernia al disco. Conosce molto bene
il circuito Caritas, ha usufruito della mensa di Colle Oppio e del
Poliambulatorio, ma non accede al servizio sanitario da oltre un anno. Lo
sollecitiamo a far ritorno dai nostri medici.
A Porta Cavalleggeri
(zona Vaticano) ci sono sette persone straniere ben equipaggiate con coperte,
sacchi a pelo e materassi ed anche un fornelletto. A., il più anziano, dimostra
più di 70 anni: ci racconta di essere in Italia da 11 anni e di essere stato un
grosso commerciante internazionale. Gli offriamo l’accoglienza in Ostello ma
con molta educazione rifiuta, e con un sorriso dice: “Venire in Ostello è come
sedersi ed aspettare la morte”.
In un sottopasso pedonale
della Gianicolense troviamo L. e B., una coppia di ragazzi (sui 30 anni) che
dormono su un grande materasso matrimoniale sistemato sul marciapiede. Lei
sostiene di avere appena partorito, ma del figlio non parla. Vivono e dormono
nel sottopasso con un cane, la sera lei se lo mette sulle gambe per
riscaldarsi. Sembra faccia uso di sostanze tossiche. Gli diamo delle coperte,
le gradiscono dicendo che questi giorni hanno sofferto molto il freddo. Vicino
a loro c’è D., un signore tedesco di 65 anni, dice di venire da una città
vicino Berlino. Ha una grande barba grigia, molto simpatico: rifiuta
l’accoglienza”.
A Prati Fiscali, dopo una
segnalazione, incontriamo A., uomo di 51 anni di origine sudanese: lo troviamo
lungo una pista ciclabile nei pressi di un piccolo parco. E’ in piedi,
intirizzito, trema dal freddo. Parla male italiano, dice di non avere una
famiglia e di essere da qualche anno in Italia Dopo un primo momento di
reticenza, accetta l’invito ad essere accompagnato in un posto caldo.
OLTRE I MEGA
CAMPI
Per rispondere all'emergenza abitativa di
8.000 rom e sinti la città di Roma ha speso 130 MILIONI DI EURO in 5 anni.
Quanto
ci costa la sistematica violazione dei diritti delle decine di migliaia di
persone segregate nei "mega-campi nomadi" di tutta Italia?
Leggete e firmate la petizione contro i
Mega-Campi promossa da Zalab e Associazione 21 luglio! #OltreiMegaCampi
Chiediamo che i sindaci e le amministrazioni
interessate si impegnino per il superamento della politica dei Mega Campi
attrezzati per soli rom
Il recente scandalo di MAFIA CAPITALE ha portato finalmente alla luce una situazione complessa, che
molti di noi denunciano da anni. Non solo quella della distrazione di milioni
di euro di fondi pubblici da parte di individui senza scrupoli, ma anche gli
interessi celati nell’alimentare con ingenti risorse pubbliche la profonda
iniquità e inefficienza del sistema dei "MEGA-CAMPI" PER SOLI ROM.
Sulla scia di quanto emerso a Roma, è
oggi quantomeno lecito porsi delle domande per accertarsi COME VENGANO SPESI I FONDI rivolti alle
comunità rom e sinte anche in altre parti d’Italia e chiedere dunque
trasparenza sull’impatto territoriale, sociale e umano di anni di politica dei
“mega-campi nomadi”.
Se solo Roma per rispondere
all'emergenza abitativa di 8.000 rom e sinti ha speso 130 MILIONI DI EURO in 5
anni, quanto è costato alla collettività italiana aver violato sistematicamente
i diritti umani di decine di migliaia di rom e sinti segregandoli nei
"mega-campi nomadi" in Italia?
Gli enormi esborsi economici necessari per
finanziare gli sgomberi, la progettazione, la costruzione e la gestione di
grandi insediamenti formali hanno di fatto istituzionalizzato, in molte città
italiane, la segregazione dei rom e acuito l’esasperazione delle comunità
residenti nelle zone limitrofe agli insediamenti, alimentando pregiudizi e odio
razziale.
Chiediamo perciò ai sindaci e alle
amministrazioni delle città italiane di impegnarsi concretamente per
PROMUOVERE REALE INCLUSIONE delle comunità rom e sinte
presenti sul territorio attraverso il superamento della politica ghettizzante
dei "mega-campi nomadi", come vuole la Strategia Nazionale
d’Inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti sottoscritta dal Governo italiano nel
febbraio 2012 e come raccomandato più volte da Commissione Europea, Consiglio
d’Europa e Nazioni Unite.
IGNAZIO MARINO ha già fatto la sua
dichiarazione in
questa direzione,invitiamo
anche gli altri sindaci delle città dove sono stati costruiti Campi attrezzati,
o dove ne è prevista la costruzione, a prendere pubblicamente posizione.
Maggiori info:
CONTAINER 158 il
documentario girato nel Mega Campo di Via di Salone a Roma
Nulla cambia a Rosarno,
dove di stagione in stagione sembra consolidarsi una vera e propria zona
franca di sospensione della dignità e dei diritti per i lavoratori
immigrati. Lavoro nero, sottosalario e strutture di accoglienza inesistenti
(vedi documentazione
fotografica). Degrado e grave
carenza di risorse negli ambulatori pubblici per i migranti. Solo il 6% dei
braccianti assistiti dalla clinica mobile di Medici per i Diritti Umani (MEDU)
vive in abitazioni dotate di servizi igienici, acqua ed elettricità mentre uno
su tre è costretto a dormire a terra per mancanza di un letto. MEDU si
rivolge alla nuova Giunta regionale e alle altre istituzioni affinché vengano
adottati provvedimenti immediati per garantire giuste condizioni di vita e di
lavoro nella Piana di Gioia Tauro.
Rosarno, Roma, 22
dicembre 2014 – A stagione abbondantemente avviata rimangono disastrose le
condizioni di vita e di lavoro degli oltre duemila braccianti stranieri giunti
nella Piana di Gioia Tauro per la raccolta degli agrumi. Nonostante i ripetuti
appelli della società civile, anche quest’anno le istituzioni non sono state in
grado di programmare alcun piano organico di accoglienza per i lavoratori
stranieri né di intervenire in modo sistematico sulle evidenti irregolarità che
caratterizzano la vita lavorativa dei braccianti (si veda la quasi totale
mancanza di contratti di lavoro) dimostrando nuovamente una grave inadeguatezza
nell’affrontare una delle situazioni più drammatiche e vergognose per il nostro
Paese.
Dai primi dati raccolti
dalla clinica mobile di Medici per i Diritti Umani (MEDU) – che da novembre
2014 è tornata ad operare nella Piana di Gioia Tauro prestando assistenza
sanitaria ai lavoratori stranieri stagionali - emerge un quadro molto simile a quello della
stagione precedente se non, per alcuni aspetti, peggiore (vedi comunicato
del 12 marzo 2014 ). Degli 81 pazienti visitati (114 visite tra
primi, secondi e terzi accessi), l’82% ha meno di 35 anni e i principali paesi
di provenienza sono Mali (33%), Ghana (17%), Burkina Faso (14%), Senegal (10%)
e Gambia (10%). La maggior parte dei pazienti (88%) è dotata di regolare
permesso di soggiorno e più della metà (63%) è titolare di un permesso per
protezione internazionale o per motivi umanitari. La regolarità del soggiorno
si scontra, tuttavia, con una quasi totale irregolarità delle posizioni
lavorative dei braccianti. L’85% dei pazienti impegnati nella raccolta degli
agrumi ha dichiarato, infatti, di lavorare senza alcuna forma di contratto per
una paga media di 25 euro al giorno, a cui il 38% degli intervistati deve
sottrarre in media 3 euro per il trasporto verso i campi. Il 44% dei braccianti
assistiti ha inoltre dichiarato di lavorare attraverso l'intermediazione di un
caporale. Nonostante la maggior parte dei lavoratori abbia un permesso di
soggiorno, il 36% dei pazienti regolarmente soggiornanti non ha la tessera
sanitaria. Le patologie più frequentemente riscontrate sono direttamente
collegate alle critiche condizioni di vita e di lavoro.
Nulla cambia dunque a Rosarno, dove di stagione
in stagione sembra consolidarsi una vera e propria zona franca di
sospensione della dignità e dei diritti per i lavoratori immigrati. In
una tale situazione è inaccettabile che, di fronte allo sconcertante vuoto
lasciato dalle istituzioni, le uniche risposte vengano dalle pur lodevoli
iniziative delle organizzazioni di volontariato. Del resto, se si ritiene che
il concetto di comunità nazionale debba avere ancora un senso, il caso Rosarno
non può essere considerato solo un problema locale ma una questione che
interpella l’intero Paese.Medici per i Diritti Umani si rivolge alla nuova
Giunta regionale, al Ministero dell’Interno, all’Ispettorato del Lavoro nonché
alle associazioni di categoria e alle sigle sindacali affinché - al pari di
quanto già sta avvenendo in altre regioni del Mezzogiorno (vedi report su Basilicata del 27 novembre 2014) - vengano presi provvedimenti immediati per garantire giuste
condizioni di vita e di lavoro nella Piana di Gioia Tauro. Un appello è
rivolto anche all’ASP di Reggio Calabria affinché venga ridata priorità
all’obiettivo di garantire servizi sanitari accessibili, fruibili e di qualità
per tutti i migranti che confluiscono nella Piana durante la stagione della
raccolta degli agrumi.
Ufficio stampa – 3343929765 / 0697844892 info@mediciperidirittiumani.org
Medici per i Diritti Umani (MEDU) ha avviato a gennaio 2014 il progetto “TERRAGIUSTA.
Contro lo sfruttamento dei lavoratori migranti in agricoltura” in
collaborazione con l’Associazione
per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) e il Laboratorio
di Teoria e Pratica dei Diritti (LTPD) del
Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre. Il progetto è
realizzato con il supporto della Fondazione
Charlemagne, di Open
Society Foundations, della Fondazione
con il Sud e della Fondazione Nando Peretti.
In nome della semplificazione, il nostro
Governo vorrebbe depenalizzare il reato di maltrattamento degli animali e
il Consiglio dei Ministri ha già dato il via libera...
Occorre condividere
e far firmare questa importante petizione perchè dobbiamo portare migliaia
di firme a Roma. Questa assurdità NON deve diventare legge.
E' di assoluta
importanza non tornare indietro al medioevo circa la tutela e i
diritti sugli animali conquistati dopo anni di lotte. E' impensabile che
uno Stato CIVILE non si renda conto che la tutela degli animali, come
esseri senzienti, è fondamentale per la sua cultura e civiltà.
E' impensabile non
condannare una persona che uccide o abbandona un animale in modo
premeditato. Non vogliamo i combattimenti clandestini fra cani che sono
specchio di grande crudeltà e inciviltà. Gli animali d'affezione devono
essere considerati parte integrante della famiglia.
Per questo diciamo
NO alla depenalizzazione dei reati contro gli animali. Questa petizione è promossa in tutta Italia
dall'Associazione Banco Alimentare Zoologico Onlus - BALZOO
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L’OLIO FRITTO
DOVE LO METTO?
RIFIUTI PERICOLOSI
L’olio fritto dove lo metto? Ecco
come smaltirlo in modo eco
Buttarlo nel wc o nel
lavandino è una pessima abitudine che provoca gravi danni
all'ambiente. Tramite processi di trattamento e riciclo, dall’olio usato
si possono ottenere svariati prodotti. Ecco come sbarazzarsene in maniera
ecologica
RETI AMICHE:
Segnalo a tutti gli amici di Fatti Mail la rete con cui spesso condividiamo sfide solidali:
- la rete di Raffaele Magrone
Lo spirito di gratuità che muove Fatti Mail implica che chiunque abbia ricevuto (o riceva)
ospitalità circa un proprio comunicato lo faccia in spirito di
condivisione dell'idealità solidale accettando
di essere parte di uno spazio in cui la comunicazione sia tanto un dire quanto
un ascoltare. La solidarietà ha infatti necessariamente due direzioni
quella del chiedere e quella dell'offrire. Se non sono entrambe vissute ed
accolte non potrà esserci spazio di solidarietà.
Nei
Fatti - e nelle Mail - questo significa
accettare:
-
che il proprio indirizzo e-mail entri
nella mailing list di Fatti Mail (che non ne farà uso alcuno al di fuori della
spedizione on-line delle news letter 2/3 volte al mese)
-
ed essere disponibili a leggere i
bollettini che si riceveranno con la stessa solidarietà che si è sperato altri
abbiano messo in gioco leggendo il
proprio annuncio
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