SOLIDARIETA' ... come altro?

SOLIDARIETA' ... come altro?
Ci impegniamo senza giudicare chi non s'impegna, senza accusare chi non s'impegna, senza condannare chi non s'impegna, senza cercare perché non s'impegna, senza disimpegnarci perché altri non s'impegna. Ci impegniamo per trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra vita, una ragione che non sia una delle tante che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore, un utile che non sia una delle solite trappole generosamente offerte ...dalla gente pratica. Si vive una sola volta e non vogliamo essere giocati in nome di nessun piccolo interesse. (Primo Mazzolari)

riflessiva ... mente

Ci impegnamo noi e non gli altri, unicamente noi e non gli altri,
ne' chi sta in alto ne' chi sta in basso, ne' chi crede ne' chi non crede.
Ci impegnamo senza pretendere che gli altri s'impegnino con noi o
per suo conto, come noi o in un altro modo.

Ci impegnamo senza giudicare chi non s'impegna, senza accusare
chi non s'impegna, senza condannare chi non s'impegna, senza
cercare perché non s'impegna, senza disimpegnarci perché
altri non s'impegna.

Ci impegnamo per trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra
vita, una ragione che non sia una delle tante che ben conosciamo e che
non ci prendono il cuore, un utile che non sia una delle solite trappole
generosamente offerte ai giovani dalla gente pratica. Si vive una sola
volta e non vogliamo essere giocati in nome di nessun piccolo interesse.

C'interessa di perderci per Qualcuno che rimane anche dopo che noi
siamo passati e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.
C'interessa di portare un destino eterno nel tempo, di sentirci
responsabili di tutto e di tutti, di avviarci, sia pure attraverso lunghi
erramenti, verso l'Amore.

Ci impegnamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo su misura,
ma per amarlo. Per amare anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non e' amabile, anche quello che pare rifiutarsi
all'amore perche' dietro ogni volto e sotto ogni cuore c'e',
insieme a una grande sete d'amore, il volto e il cuore dell'Amore.

Ci impegnamo perche' noi crediamo nell'Amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perdutamente.
 (Primo Mazzolari)


SE QUESTO E' UN BIMBO ...
Considerate se questo è un uomo
CONSIDERATE SE QUESTO È UN BAMBINO
Che lavora nel fango
CHE GIACE SULLA SPIAGGIA
Che non conosce pace
CHE NON CONOSCE AMORE
Che lotta per mezzo pane
CHE SCAPPA PER MEZZO PANE
Che muore per un sì o per un no.
CHE MUORE PER UN SÌ O PER UN NO
… NOSTRO …
Stamattina la leggo così …

Stamattina Primo Levi

ha “marchiato” il mio sentire
… dopo aver visto 

e rivisto 

la foto di questo bimbo
Postata e ripostata.
Perché guardare?

… ci si chiede ...
Perché no?

Mi verrebbe da rispondere
A casa mia 
se fai un danno
se fai del male
Guardarne le conseguenze
È il primo passo
Per spingere a rimediarvi
Ma noi - a casa “nostra”, nella casa di nome occidente – abbiamo invece imparato a 
scindere il male dalle conseguenze
Facciamo il primo

Ed evitiamo di guardare le seconde
Così quando sono talmente grosse come solo la morte di un piccolo uomo può essere

Ci scusiamo anche 
se le mostriamo
… se “feriamo” la sensibilità collettiva … 
perché – è bene saperlo - “ferire” la sensibilità collettiva occidentale oggi è molto molto più 
grave che uccidere un singolo essere umano …
Ci siamo tutti sempre profondamente indignati per lo sterminio degli ebrei
I nazisti … brutta gente
Ma i nazisti hanno potuto fare quel che hanno fatto perché 
I loro concittadini hanno
Come noi
salvaguardato la loro sensibilità
Proteggendola fuori dalle mura dei lager
Hanno guadato il fumo e i treni 
senza farsi troppe domande
Hanno visto entrare vagonate di gente 
(ce ne vuole per arrivare a 6 milioni …)
senza 
Chiedersi 
come mai
quei campi non aumentassero il loro perimetro
Però
Ognuna di quelle domande non fatte

un nome ce l'ha,
ed è anche 
semplice,
si chiama:
COMPLICITA’
La stessa
nostra
complicità
Che non “ti” vede
guardando partire i barconi
Che non s’indigna 
leggendo le “scuse” per le foto
Che non si vergogna
allontanando gli effetti dalle loro vere cause
io stamattina mi sono fermata a guardarti a lungo
Spiaggiato
Con il volto nella sabbia
Sentivo di doverti almeno questo:
Un po’ del mio tempo
Ti ho guardato 
e mi scorrevano davanti agli occhi 
I miei figli alla tua età
Anche loro sempre sul bagnasciuga
Anche loro sempre nell’acqua
Anche loro piccoli
I miei figli la tua età l’hanno avuta
È il loro passato
Per te invece segnerà
il tuo mutilato futuro
Se questo è un bimbo …
Io che madre sono?
Che padri e che madri di futuro siamo per questo nostro tempo?
Che genitori siamo quando non sentiamo più “nostro” ogni bambino?
Che uomini e donne siamo se amputiamo ogni domanda?
… ”mio” piccolo bimbo siriano
L’unica acqua salata che avresti dovuto conoscere
Doveva essere quelle delle tue lacrime 
Cadendo mentre correvi
Perdonaci
Perché la nostra sensibilità
Non solo ti nega le tue
Ma 
Anche le nostre
Perdonami …
piccolino
Saresti stato un “grande”
Certamente
Migliore di me …
(Gaia Spera, settembre 2015 ... Happy Hope)

“L'uomo ritorna: ma se non gli diamo il posto che merita e a cui ha diritto, se continuiamo a metterlo dopo il denaro, le spese da fare, il guadagno, la terra... l'ingiustizia farà scoppiare il mondo.
(don Primo Mazzolari)
Una colonna di persone
Accanto ad una colonna di macchine
Una foto
… ancora una foto …
La storia non si ferma
Si muove
Si muove prima e oltre i governi, la politica, le scelte
Mi sono chiesta cosa abbiano provato le persone in quelle macchine accanto a quel fiume di gente
Mi sono chiesta cosa avrei provato io
Ho visto servizi al telegiornale in cui uomini donne e bambini hanno camminato in queste ore sotto la pioggia … senza cibo … stremati dalla stanchezza … ho visto una disperazione che superava ogni perché.
E' questo uno di quei week end in cui ancora si scaglionano “i rientri”
Rientri a casa, al lavoro, a scuola …
Mi chiedo
come possa un mondo
che RI-ENTRA
capire,
decidere le sorti
di un mondo che ESCE,
scappa, fugge.
Un mondo che HA
può comprendere
un mondo che E’
senza più nulla…?
Un mondo
SEDUTO
alle scrivanie, sui divani, in macchina
può ancora abbracciare
un mondo che CAMMINA?
Ho partecipato pochi giorni fa al convegno di Ore Undici dove ho ascoltato Roberto Mancini.
Una riflessione importante è stata sul futuro.
Bisogna dar forma al futuro con la creatività
(prima ancora che con l’economia, la politica, la finanza …)
E’ la creatività che ha saputo trasformate le criticità della storia in opportunità … vedi la Perestroika di Gorbaciov o Solidarnosc in Polonia o la scelta della non violenza di Gandhi ....ci vuole qualcosa di analogo anche per il fenomeno dei flussi migratori ...
Non si può fare della paura la misura delle scelte,
individuali o collettive che siano,
perché qualunque scelta
sarà sbagliata.
La paura racconta un mondo vecchio.
Bisogna rimettere in questo nostro tempo
Coraggio, entusiasmo, speranza
Viviamo su un pianeta che ogni anno produce materie prime in grado di sfamare 14 miliardi di persone (dato FAO del 2014).
Lo abitiamo in 7 miliardi.
Di cosa dovremmo aver paura?
Abitiamo un mondo che ha risorse per tutti
Quello che manca
è
"solo"
la capacità di CONDIVIDERLE
Forse
a ben pensare
non dovremmo essere noi ad aver paura dei migranti
dovrebbero essere loro – i migranti – ad aver paura
di noi
dell’ egoismo di chi ha,
di chi chiude,
di chi,
mentre loro camminano,
si è invece
paurosamente
FERMATO
(Gaia Spera, settembre 2015)

Se puoi vedere distrutto il lavoro di tutta la tua vita
e senza dire una parola ricominciare,
se puoi perdere i guadagni di cento partite
senza un gesto e senza un sospiro di rammarico,
se puoi essere un amante perfetto
senza che l'amore ti renda pazzo,
se puoi essere forte senza cessare di essere tenero
e sentendoti odiato non odiare, pure lottando e difendendoti.
Se tu sai meditare, osservare, conoscere,
senza essere uno scettico o un demolitore,
sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,
pensare senza essere soltanto un pensatore,
se puoi essere sempre coraggioso e mai imprudente,
se tu sai essere buono e saggio
senza diventare nè moralista, nè pedante.
Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta
e ricevere i due mentitori con fronte eguale,
se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo
quando tutti lo perdono.
Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria
saranno per sempre tuoi sommessi schiavi
e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,
Tu sarai un uomo. (Rudjard Kipling)


Vi auguro sogni
a non finire
la voglia furiosa
di realizzarne qualcuno
vi au
guro di amare
ciò che si deve amare
e di dimenticare
ciò che si deve dimenticare
vi auguro passioni
vi auguro silenzi
vi auguro il canto degli uccelli
al risveglio
e risate di bambini
vi auguro di resistere
all’affondamento,
all’indifferenza,
alle virtù negative
della nostra epoca.
Vi auguro soprattutto
di essere voi stessi. (Jacques Brel)


Conservare lo spirito dell'infanzia
dentro di sé per tutta la vita
vuol dire conservare
la curiosità di conoscere
il piacere di capire
la voglia di comunicare. (Bruno Munari)


Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo. (Gandhi)


Se la nota dicesse: non è una nota che fa la musica...non ci sarebbero le sinfonie.
Se la parola dicesse: non è una parola che può fare una pagina ...non ci sarebbero libri.
Se la pietra dic
esse: non è una pietra che può alzare un muro...non ci sarebbero case.
Se la goccia d'acqua dicesse: non è una goccia d'acqua che può fare un fiume...non ci sarebbe l'oceano.
Se il chicco di grano dicesse: non è un chicco di grano che può seminare un campo...non ci sarebbe la messe.
Se l'uomo dicesse: non è un gesto d'amore che può salvare l'umanità
...non ci sarebbero mai né giustizia, né dignità, né felicità sulla terra degli uomini.
Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota
Come il libro ha bisogno di ogni parola
Come la casa ha bisogno di ogni pietra
Come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua
Come la messe ha bisogno di ogni chicco
l'umanità intera ha bisogno di te,
qui dove sei, unico, e perciò insostituibile. (Michel Quoist)




Non camminare davanti a me,
potrei non seguirti,
non camminare dietro di me,
potrei non saper dove andare,
cammina accanto a me
e sii per me un amico.
  (Albert Camus)


La libertà non verrà
oggi, quest'anno
o mai
tramite il compromesso e la paura.
Io ho gli stessi diritti
di chiunque altro
di camminare
con le mie gambe
e possedere la terra.
Sono stufo di sentirmi ripetere
"Lascia correre.
Domani è un altro giorno"
Non mi serve la libertà da morto.
Non posso vivere del pane di domani.
La libertà
è un seme robusto
seminato
nella grande necessità.
Io pure vivo qui.
E voglio la libertà
esattamente come te. (Langston Hughes)



Occorre fare la guerra più dura,

che è quella contro sé stessi.

Bisogna riuscire a disarmarsi.
Ho fatto questa guerra per anni ed è stata terribile.
Ma adesso, sono disarmato dalla cupidigia di aver ragione:
di giustificarmi squalificando gli altri.
Non sono più in guardia sospettosa e difensiva,
gelosamente aggrappato alle mie ricchezze.
Accolgo e condivido.
Non tengo, in modo particolare,
alle mie idee, ai miei progetti;
se me ne vengono presentati di migliori,
o anche non migliori ma buoni,
li accetto senza rimpianti.
Ho rinunciato al comparativo di maggioranza.
Ciò che è buono, reale, vero
È sempre il meglio per me.
Ecco perché non ho più paura.
Se ci si disarma, se ci si spossessa,
se lo Spirito ci da la grazia di aprirci al Dio-Uomo,
che fa nuove tutte le cose,
allora Lui cancella il brutto passato,
ci rende un tempo totalmente nuovo,
nel quale tutto è veramente possibile.

(Patriarca Atenagora)

Fatti Mail dicembre 2010:
O Dio, tu che hai del tempo per noi, donaci del tempo per te.
Tu che tieni nelle tue mani ciò che è stato e ciò che sarà,
fa' che sappiamo raccogliere nelle nostre mani i momenti dispersi della nostra vita.
Aiutaci a conservare il passato senza esserne immobilizzati, a vivere rendendoti grazie e senza nostalgia, a conservare fedeltà e non rigidità.
Libera il nostro passato da tutto ciò che è inutile che ci schiaccia senza vivificarci,
che irrita il presente senza nutrirlo.
Donaci di restare ancorati al presente senza esserne assorbiti,
di vivere con slancio e non a rimorchio, di scegliere l'occasione favorevole
senza aggrapparci alle occasioni perdute, di leggere i segni senza prenderli per oracoli.
Libera il nostro presente dalla febbre che agita e dalla pigrizia che spegne ogni decisione.
Donaci il sapore del momento presente e liberaci da ogni sogno illusorio.
Facci guardare al futuro, senza bramare la sua illusione,
né temere la sua venuta; insegnaci a vegliare.
Libera il nostro avvenire da ogni preoccupazione inutile,
da ogni apprensione che ci ruba il tempo, da tutti i calcoli che ci imprigionano.
Tu sei il Dio che mette il tempo
a disposizione della nostra memoria, delle nostre scelte,della nostra speranza.
(Joseph Rozier)
 

Fatti Mail 7 gennaio 2011:


Nessun uomo è un'isola,
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
la terra ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo
mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
essa suona per te. (John Donne) 


A chi misuri il dolore  non in base ai numeri 

A chi perseveri nel non mettere   se o  ma davanti alle  violenze 

A chi riesca a trovare sempre un perché nel contrastare il male 

A chi scopra un coraggio che non conosceva avversando un sopruso su chi sia  più debole

A chi non smetta mai di vigilare sulle proprie asprezze, antipatie, rigidità 

A chi reagisca ostinatamente di fronte alla tentazione quotidiana di girare la testa

A chi sappia fare di un sorriso, di un come va? di come posso aiutarti? la propria  resistenza e la propria disarmata rivoluzione 

A tutti questi uomini e donne …. e non solo a questi ….

Agli ortodossi, ai mussulmani, agli ebrei, ai cattolici, ai protestanti, ai buddhisti, gli induisti, agli uomini ed alle donne di tutti i credo e di ogni  fede … nel visibile come nell’invisibile

A chiunque  onori come  il più sacro dei luoghi lo sguardo  di chi gli sia di fronte 

A chi intraprenda  il più intenso, emozionante, sorprendente viaggio ad ogni incontro
A chi sia sempre pronto a barattare una parola detta con una ancora da ascoltare
A tutti i nodi di questa piccola grande rete solidale 
Buon Anno
(gaia)

Fatti Mail 15 febbraio 2011

Veniamo dal centro della terra, risaliamo la gabbia dei paralleli, non ci facciamo fermare da nessuna espulsione, da nessun campo di prigionia, nessun naufragio. Lastrichiamo di ossa il vostro mare, siamo la vostra nuova barriera corallina. Veniamo da così lontano che nessuna distanza ci sgomenta. Siamo scalzi e non sentiamo spine, scottature, morsi di scorpione, abbiamo un cuoio per pelle, un cuore pieno di ossigeno rosso e un colore imbrunito. 
Nessuna polizia ci può offendere più di quanto già siamo stati offesi. Nessuna prepotenza può pretendere da noi la minima sorpresa. Siamo lapilli usciti dal vulcano, siamo senza numero e anche ridotti a questo, a solo numero, ci moltiplichiamo all'orizzonte facendo scimunire i contatori. 
Appoggiatevi a noi, sopra di noi, vi reggeremo il corpo, pagheremo i tributi della vostra età di pensione, spaleremo la neve, sbatteremo i tappeti, allisceremo il prato perché noi siamo i piedi e conosciamo il suolo del mondo passo a passo” (Erri De Luca, Lettera ai piedi) 

Fatti Mail 28 aprile 2011 


Narra un  racconto chassidico:
"Il rabbino chiese ai suoi studenti: "Come possiamo determinare l'ora dell'alba, quando la notte finisce e il giorno inizia?"
Uno degli studenti suggerì: "Quando da lontano si riesce a distinguere fra un cane e una pecora?"
"No" rispose il rabbino.
"E' forse quando si riesce a distinguere fra un fico e una vite?" chiese un secondo studente.
"No" disse il rabbino.
"Allora, per favore, ci dica la risposta" dissero gli studenti
"Va bene" disse l'insegnante saggio " è quando potete guardare  il volto di un essere umano e avere in voi abbastanza luce per riconoscerlo fratello e sorella. Fino a quel momento è notte, e c'è ancora buio"


Fatti Mail 6 maggio 2011  

Come mia indole personale, non sono facile all’odio. Lo ritengo un sentimento animalesco e rozzo, e preferisco che invece le mie azioni e i miei pensieri, nel limite del possibile, nascano dalla ragione; per questo motivo non ho mai coltivato entro me stesso l’odio come desiderio primitivo di rivalsa, di sofferenza inflitta al mio nemico vero o presunto, di vendetta privata. Non vorrei tuttavia che questo mio astenermi da giudizio esplicito fosse confuso con un perdono indiscriminato. No, non ho perdonato nessuno dei colpevoli, né sono disposto ora o in avvenire a perdonare alcuno, a meno che non abbia dimostrato – coi fatti: non con le parole, e non troppo tardi – di essere diventato consapevole delle colpe e degli errori commessi e  deciso a condannarli, a sradicarli dalla sua coscienza e da quella degli altri. In questo caso si, io non cristiano sono disposto a seguire il precetto ebraico e cristiano di perdonare il mio nemico; ma un nemico che si ravvede ha cessato di esser un nemico” Primo Levi  

Viviamo in un’atmosfera di rumore assordante, non solo esteriore, ma anche interiore, i cui effetti ricadono su tutta la nostra vita, sempre più vuota, superficiale, impermeabile a ciò che richiede un ascolto e un’attenzione vigilante. Siamo saturi di informazioni, eccitati da impressioni e così ci sembra che l’unica difesa sia diventare a poco a poco indifferenti quasi a tutto, se non cinici. Parole, suoni, rumori, immagini vogliono calamitare la nostra attenzione e cercano l’emozione, la novità, il sensazionale, la sorpresa.
Il silenzio è il grande assente nella nostra vita quotidiana: “l’uomo è diventato un appendice del rumore”, osserva Picard, e di fatto la nostra parola è agonizzante per mancanza di silenzio. Già Pascal aveva intuito che la più grande disgrazia per gli uomini deriva dal loro non saper stare in silenzio e in solitudine per un’ora: il silenzio, infatti, è il principio da cui è generata la parola, ciò che le conferisce forza e autorevolezza. Eppure oggi questa esigenza antropologica è offesa e contraddetta più che mai, si ha paura del silenzio. il silenzio cui aneliamo è lo spazio in cui ridestiamo la nostra personalità, è la condizione per porre a noi stessi le domande più essenziali, per trovare le risposte da cui dipende il senso della vita, quello che possiamo sperare. Alle domande “Da dove veniamo? Dove andiamo? Chi siamo?” possiamo tentare di rispondere solo imparando il silenzio, custodendo una vita interiore autentica, perché esistono verità inespresse e inesprimibili che solo nel silenzio possiamo percepire.”  Enzo Bianchi

Fatti Mail agosto 2011   

 “La vita non è forse un lungo viaggio o un lungo pellegrinaggio, intrapreso, non si sa quando con esattezza, ma che instaura una relazione diversa con se stessi, con gli altri e con il cielo? Angelo Silesio lo esprimeva in poche, semplici parole, evocatrici di infinito: “C’è gente che va in pellegrinaggio in terre lontane. Va in processione attorno al tempio senza mai entrare nel santuario. Ma io vado in pellegrinaggio verso l’amico che dimora in me.” E poi molti sanno per esperienza che a volte il viaggio più lungo è quello tra due persone. Colui che parte alla ricerca dell’Assoluto è anche  - o impara ad esserlo – solidale. E se  è vero che  la solitudine fa parte di un viaggio come del pellegrinaggio e dell’esperienza più profonda del pellegrino, egli però spesso viene raggiunto da qualcuno per strada, oppure è lui ad unirsi ad altri. Un proverbio africano lo dice in poche semplicissime parole: Non perdi mai il tuo tempo quando cammini accanto ad un altro!” (Jacques Nieuviarts) 

Fatti Mail 13 ottobre 2011 

Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi mutiamo, si fa nuovo se l’uomo si fa nuova creatura, si imbarbarisce se scateni il peggio in te. L’ordine nuovo comincia se qualcuno si sforza di diventare un uomo nuovo (Primo Mazzolari) 

Fatti Mail 18 febbraio 2012 


Non credo granché.
Anzi non credo in verità che una cosa sola.
Ma questa certezza è colata dappertutto, ha tutto imbevuto.
Non un filo dell’esistenza è rimasto asciutto.
Essa si regge su due parole: la vita è sacra.” (Christiane Singer)


Fraternità du Romena:


la fraternità di “Romena”
di Agnese Moro
in “La Stampa” del 29 aprile 2012
Ogni persona che si avvicina a Romena deve sentire che può aggiungere qualcosa di sé, che quel
luogo è, in fondo, anche suo. Per questo la vita della Fraternità non è scandita né da una comunità
stabile, né da alcuna regola codificata. Un soffio di libertà, questo almeno nei desideri, deve
accompagnare chiunque passi di qui. Ma oltre che libero, il viandante deve anche sentirsi accolto: e
Romena cerca, attraverso piccole e grandi attenzioni verso il luogo e verso le persone, di offrire
segni di bellezza, di calore, di casa».
Queste sono le intenzioni con le quali vive e lavora «La fraternità» di Romena ( www.romena.it ),
fondata nel 1991 da don Luigi Verdi in, e attorno a una pieve del 1152, tra i boschi del Casentino, a
Pratovecchio vicino ad Arezzo. Tante le attività: un cammino strutturato in tre corsi, legati al
«rientrare in noi stessi», attraverso un incontro in profondità con le nostre radici e la nostra
personalità; alla «ricerca di quel soffio divino - si legge nel sito che possa colmare la nostra voglia
di infinito»; al «fare casa», ognuno nell’ambiente in cui vive. «Questo percorso di ricerca, in venti
anni, è stato compiuto da oltre diecimila persone provenienti da tutta Italia, che poi lo hanno
alimentato con uno spontaneo passaparola: i figli hanno invitato i genitori, i genitori i figli, gli amici
altri amici. Oggi ai corsi partecipano persone di tutte le età e di tutte le provenienze sociali,
culturali, religiose. Questa “apertura” è forse il tesoro più grande di Romena».
All’attività dei corsi, della durata di un fine settimana, si aggiungono gli incontri della domenica, le
attività editoriali, le Veglie organizzate in 50 città italiane, i viaggi in Terra Santa, in Uganda e
Congo, in Salvador e Guatemala, alla ricerca di un diverso contatto con la parola di Dio e con
l’umanità. Ci sono poi: la Compagnia delle arti di Romena, che realizza spettacoli e animazioni
creative in ospedali, case di riposo, centri per disabili, e il gruppo Nain, «formato da alcune decine
di famiglie unite dal dramma della perdita di un figlio che hanno trovato nella condivisione il
sostegno fondamentale al loro cammino di vita». Il 3 maggio Nain diventerà associazione.
Un luogo che cerca di rispondere - senza volerci possedere - al nostro crescente bisogno di
riscoprirci e sentirci fratelli, figli di un’unica umanità.




Il coraggio della parola
Don Tonio Dell'Olio

Dite la vostra. Non aspettate mai che altri parlino in nome vostro o per dire quello che voi avevate pensato o avreste voluto dire.
Dite la vostra. Pensateci prima, riflettete, ma dite la vostra. Con coraggio e senza il calcolo della convenienza. Senza la bilancia falsata del compromesso e mai per compiacere il capo, il leader, il potente.
Dite la vostra. Con la libertà che la vita stessa ha posto nella vostra coscienza e con la fierezza di chi sa di sbagliare. Con l’umiltà di chi sa di non avere sempre ragione, ma con la consapevolezza di chi non vorrà trovarsi domani a rimpiangere d’aver taciuto.
Dite la vostra. Senza spararla grossa, ma senza indugiare sulle finali. Per difendere un sopruso, per non tirarsi indietro per un’ingiustizia che, non voi, ma altri hanno subito. Per fare chiarezza senza la presunzione di possedere la verità, ma solo per spostare un po’ più avanti il carro pesante che la trasporta.
Dite la vostra. Perché a nessuno sia concesso di calpestare la dignità di un altro e per farvi voce di chi non può parlare o non può più parlare. E senza attendere di ascoltare il fragore degli applausi. Mai solo per essere riconosciuti o gratificati. Anche se disturba il manovratore.
Dite la vostra. Se non la dite resterà un posto vuoto che altri potrebbero riempire con qualcosa che è peggio del vuoto e si chiama ipocrisia, conformismo, omologazione, menzogna, disonestà.



“Cambia ciò che è superficiale
e anche ciò che è profondo
cambia il modo di pensare
cambia tutto in questo mondo.
Cambia il clima con gli anni
cambia il pastore il suo pascolo
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.
Cambia il più prezioso brillante
di mano in mano il suo splendore,
cambia nido l’uccellino
cambia il sentimento degli amanti.
Cambia direzione il viandante
sebbene questo lo danneggi
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.
Cambia, tutto cambia
cambia, tutto cambia
cambia, tutto cambia
cambia, tutto cambia.
Cambia il sole nella sua corsa
quando la notte persiste,
cambia la pianta e si veste
di verde in primavera.
Cambia il manto della fiera
cambiano i capelli dell’anziano
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.
Ma non cambia il mio amore
per quanto lontano mi trovi,
né il ricordo né il dolore
della mia terra e della mia gente.
E ciò che è cambiato ieri
di nuovo cambierà domani
così come cambio io
in questa terra lontana.
Cambia, tutto cambia…”.



































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mi chiamo Futuro ... tu come ti chiami ?

mi chiamo Futuro ... tu come ti chiami ?
Dio mi liberi dalla saggezza che non piange, dalla filosofia che non ride e dall'orgoglio che non s'inchina davanti ad un bambino" (K. Gibran)

LENTE D'INGRANDIMENTO - CITTADINANZA ATTIVA

COALIZIONE PER I BENI COMUNI:

Un’ampia delegazione della Coalizione per i Beni Comuni, ha depositato, presso gli uffici competenti del Comune di Roma, la proposta di delibera popolare per l’approvazione del regolamento per la gestione condivisa beni comuni.

Una rete informale di cittadinanza attiva – composta da 104 realtà romane - nata con l’obiettivo di presentare al Comune di Roma una Delibera di Iniziativa Popolare per l’approvazione di un “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione in forma condivisa dei beni comuni urbani” finalizzato non solo a definire i rapporti tra le amministrazioni locali e quanti vogliono offrire il proprio contributo volontario per la cura, la rigenerazione e la gestione dei beni comuni urbani, ma anche ad attivare nuove forme di collaborazione tra le parti, basate sul principio di sussidiarietà orizzontale e non sulla totale delega di responsabilità ai cittadini.

Questo l’obiettivo scaturito dalle 104 realtà romane che, con la consegna della proposta di delibera popolare, danno il via ufficiale alla RACCOLTA DELLE 5.000 FIRME valide necessarie per essere discussa in Consiglio.

Una rete informale che continuerà a crescere e a coinvolgere gruppi organizzati e non, comitati, associazioni e cittadini fino al raggiungimento dell’obiettivo: l’approvazione del “Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione in forma condivisa dei beni comuni”, per il benessere collettivo e il miglior utilizzo anche dal punto di vista dei bambini.

Una raccolta firme che avrà non solo l’importante compito di dotare anche Roma di uno strumento che avvicina cittadini e istituzioni, ma anche quello di sensibilizzare e informare le persone sulla sua importanza strategica

FACEBOOK

https://www.facebook.com/coalizioneperibenicomuni/


coalizioneperibenicomuni@gmail.com

389 5826326 - 3386587734

FORSE NON TUTTI SANNO CHE:

1) Mangiare, Dormire, Lavarsi ... è x tutti
sul sito della Comunità di S. Egidio è possibile "sfogliare" guide solidali che informano sulle realtà CITTADINE disponibili a sostenere chi si trovi in difficoltà

http://www.santegidio.org/index.php?&pageID=228


SOLIDARIETA' E AMBIENTE

ACQUA, un popolo di spreconi

ACQUA, un popolo di spreconi

Un popolo di spreconi.

Ne consumiamo ogni giorno più di 250 litri a testa, più di ogni altra nazione europea.

Non siamo i più puliti, ma solo i più spreconi.



Ogni giorno utilizziamo centinaia di litri d’acqua senza prestare molta attenzione; in genere l’atteggiamento più diffuso è quello di pensare che «basta aprire un rubinetto e servirsene a piacere», in realtà le cose non stanno proprio così, è necessario fermarsi a riflettere un attimo per dare il giusto valore ad una risorsa che purtroppo non è infinita.

Senza acqua nessuna forma di vita è possibile, è un bene d’assoluta necessità che diventa sempre più scarso con il passare del tempo per motivi sia di ordine quantitativi (l’acqua oggi a disposizione è pari a circa un terzo di quella disponibile negli anni ‘50 e tra cinquanta anni sarà ulteriormente dimezzata), sia qualitativi (per ogni litro d’acqua potabile, almeno otto risultano contaminati dall’attività umana).

Gli effetti di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti: casi crescenti di razionamento idrico; il consumo di acqua minerale o filtrata diventato quasi un obbligo; lievitazione del costo dell’acqua potabile ecc.

Se poi allarghiamo lo sguardo a livello mondiale, il panorama diventa ancora più preoccupante: circa un miliardo e mezzo di persone non dispongono di acqua potabile.

Di fronte ad un quadro tutt’altro che roseo, oltre ad avvicinarsi al rubinetto con maggiore rispetto, diventa importante porsi il problema di come contribuire in prima persona a migliorare la situazione.

D’altra parte, un uso più appropriato dell’acqua non fa bene solo all’ambiente, ma anche al portafogli e con molta probabilità anche alla pace tra i popoli, perché sono oramai numerosi gli analisti politici che individuano nella carenza d’acqua uno dei possibili motivi di conflitto armato tra i paesi.

Che fare?

Per eliminare gli sprechi idrici si può agire su tre fronti: -Ridurre i consumi d’acqua, in modo da erodere il meno possibile questa preziosa risorsa e contrarre l’impatto ambientale (produrre, trasportare e smaltire acqua potabile richiede energia e produce inquinamento). -Contrarre l’impiego di additivi per ridurre l’inquinamento dell’acqua, della natura e dell’ambiente domestico. -Diminuire il consumo energetico per scaldare e distribuire l’acqua al fine di ridurre l’inquinamento ambientale e il consumo di energia fossile. Per raggiungere questi obiettivi è necessario intervenire sia a livello degli stili di vita, modificando alcune abitudini radicate nel tempo, sia a livello di impiantistica, utilizzando apparecchiature progettate con particolare attenzione al risparmio idrico ed energetico per garantire un’efficacia uguale o superiore rispetto ai dispositivi convenzionali. Spesso si tratta di mettere mano al portafogli, ma il più delle volte il risparmio che deriva dall’uso di tali dispositivi ripaga in poco tempo la spesa affrontata per il loro acquisto. Il massimo dei risultati si ottiene quando entrambe queste strategie, cioè modifica delle abitudini e nuova impiantistica, sono adottate insieme. Vediamo ora in dettaglio le varie soluzion possibili.

Riduzione dei consumi

Iniziamo dalla tipologia di utilizzo che impatta maggiormente per poi passare alla seconda e così via prendendo come riferimento il diagram-ma a torta (vedi il grafico ripartizione dei consumi domestici), in altre parole guardiamolo con occhi famelici e gettiamoci a capofitto sulla fetta più grossa per poi passare a quella di dimensioni immediatamente inferiori e cosi via!

  • Docce e bagni.
  • La doccia presenta un minor consumo d’acqua, rispetto al bagno, soprattutto se si tiene l’acqua aperta solo quando serve.
    Inoltre è possibile adottare docce a risparmio energetico, in grado di ridurre i consumi oltre il 70%. In termini pratici, considerando una doc-cia al giorno si possono risparmiare in un anno oltre 50.000 litri d’acqua e diverse centinaia di euro.
    La cosa importante è di utilizzare docce che non si limitino a ridurre il consumo d’acqua (allora tanto vale non aprire totalmente il rubinetto, con il risultato che s’impiega più tempo a lavarsi e si consuma lo stesso quantitativo di acqua), ma sfruttino in maniera più intelligente l’acqua, garantendo un elevato potere lavante a fronte di minori consumi.
    Vi sono inoltre vantaggi secondari interessanti: nel caso di boiler elettrico, più persone riescono a fare la doccia consecutivamente e minori sono i cali di portata per gli altri utenti, l’unico rovescio della medaglia è che, passando meno acqua nei tubi, si deve attendere più tempo l’arrivo dell’acqua calda.

  • Lavaggio stoviglie e biancheria.
  • Nel caso in cui si utilizzino lavatrici o lavastoviglie è bene farle girare sempre a pieno carico; nel caso dei lavaggi a mano evitare l’uso d’acqua corrente e preferire l’acqua raccolta in un lavabo o in una bacinella.
    Sempre per ridurre gli sprechi, non lasciate diventare vecchio lo sporco dei piatti e le macchie ostiche dei tessuti perché richiedono un lavaggio più impegnativo sia da un punto di vista chimico (detersivi) sia energetico (tempi e temperature più elevate); lavare separatamente i pezzi a seconda del grado di sporco.
    Molti si chiederanno: si consuma più acqua, energia e detersivi lavando a mano o a macchina?
    Per rispondere in maniera corretta a questa domanda è necessario conoscere due fattori: grado di riempimento ed «economicità» della macchina da una parte e capacità di lavaggio manuale dall’altra.
    Comunque alcuni studi in materia hanno dimostrato che per lavare lo stesso quantitativo di stoviglie, pari ad un carico intero di una lavapiatti, mediamente si consumano 80 litri d’acqua se lavati a mano; 60 se lavati a macchina; 12 litri nel caso di apparecchi ad elevata efficienza, i quali oltre al risparmio d’acqua consentono una notevole contrazione dei consumi di detersivi ed energia.

  • Vaschette del WC.
  • Le vaschette tradizionali, in genere contengono circa 24 litri, un volume d’acqua tale da permettere una buona azione lavante nel caso di presenze solide…, ma eccessivamente elevata nel caso di rifiuti liquidi.
    Mediamente, con tali sciacquoni si ha un consumo giornaliero di circa 100 litri a persona, in gran parte sprecati.
    Più efficienti sono le vaschette a due mandate, una da 3 e l’altra da 6 litri, grazie alle quali il consumo giornaliero, a parità di funzione, scende a 15 litri d’acqua.
    Se utilizzate in maniera corretta, ossia schiacciando il tasto giusto al momento giusto, con le vaschette a doppia mandata si arriva a risparmiare circa 17.000 litri d’acqua l’anno a persona.
    Quando non si hanno a disposizione vaschette ad hoc, è possibile modificare i tradizionali cassonetti introducendo dei pesi che permettono di ottenere le stesse prestazioni.
    Un altro metodo è di inserire nella vaschetta un mattone o più semplicemente una bottiglia piena d’acqua.
    In quest’ultimo caso si risparmia molta acqua, ma si riduce anche la quantità disponibile per ogni scarico con l’inconveniente di ridurre l’azione lavante.

  • Rubinetti.
  • Vanno aperti solo quando serve e tenuti chiusi mentre ci si insapona o ci si lava i denti; analogamente per lavare la frutta e la verdura è sufficiente usare acqua raccolta in una bacinella e non quella corrente.
    Per dare un’idea concreta di quanto questi gesti quotidiani possano far variare notevolmente il livello dei consumi idrici, analizziamo in dettaglio cosa accade durante il lavaggio dei denti: tenendo aperto il rubinetto per tutto il periodo di pulizia, si arriva a consumare 10.000 litri l’anno a persona; quando il rubinetto viene aperto solo per il risciacquo il consumo d’acqua si riduce a 1600; se poi invece dell’acqua corrente si utilizza quella contenuta in un bicchiere, si arriva a non più di 200 litri d’acqua l’anno!
    Un bel risparmio, vero?
    Per quanto concerne interventi di tipo impiantistico, è possibile sostituire i normali filtrini dei rubinetti (quelli che ogni tanto dobbiamo pulire dal calcare e da altre sporcizie) con dei modelli risparmio energetico (aeratori).
    Come per le docce vale il discorso di acquistare dei modelli che non si limitino a ridurre la portata dell’acqua, ma che producano un getto di eguale capacità lavante con consumi inferiori.

  • Perdite dalle guarnizioni.
  • L’acqua, che a causa di perdite delle guarnizioni gocciola dai rubinetti o dallo sciacquone, sembra poca cosa, ma essendo continuativo, anche il semplice gocciolamento comporta uno spreco inutile di migliaia di litri d’acqua (e di euro).
    Nel caso in cui l’impianto è dotato di accumuli dell’acqua calda, come ad esempio i boiler elettrici, oltre al consumo d’acqua le perdite idriche si tramutano anche in uno spreco d’energia elettrica.
    È pertanto consigliabile di sostituire immediatamente le guarnizioni danneggiate.

  • Ridurre l’Impiego di Additivi
  • Tutti i detergenti, compresi quelli ecologici, comportano un impatto ambientale per la loro produzione, il trasporto e lo smaltimento.
    Inoltre, soprattutto nel caso di detergenti convenzionali, si ha una liberazione di residui tossici nell’ambiente che poi vengono assimilati attraverso la respirazione, la pelle e il consumo di alimenti.
    Ecco perché è bene ridurre al minimo l’impiego di detergenti e detersivi e in ogni caso preferire i prodotti ecologici.
    Ma cosa c’entrano i detersivi con l’acqua?
    È molto semplice: in tutti i processi di pulizia viene utilizzata l’acqua come diluente che, se usata in modo intelligente, riserva ottime sorprese!
    Per il lavaggio di stoviglie e del bucato è possibile trattare energicamente l’acqua con opportuni dispositivi da applicare direttamente alle condotte dell’acqua o direttamente nelle macchine da lavare o sotto forma di additivi, ottenendo circa un dimezzamento dei consumi dei detersivi.
    Per quanto concerne la pulizia delle superfici è consigliabile impiegare dei panni in microfibra dove l’azione chimica degli additivi è completamente sostituita dall’azione meccanica, ossia si pulisce e si sgrassa unicamente utilizzando l’acqua.
    Ma anche in questo caso, per non avere risultati deludenti, è necessario scegliere prodotti d’elevata qualità.

  • Combattere il Calcare
  • Il calcare è ben noto per la tendenza a creare incrostazioni, assai difficili da rimuovere da box doccia, lavelli e rubinetteria in generale; ma i maggiori inconvenienti, il calcare li crea all’interno dell’impianto idraulico, ossia nelle condutture e, soprattutto, nei generatori d’acqua calda (elettrici o a gas).
    Tali depositi creano due tipi di barriere: una termica e una fisica.
    La prima si traduce in un maggior consumo di energia per nulla trascurabile, infatti, per ogni millimetro di deposito di calcare nei tubi, si registra un aumento dei consumi elettrici di circa il 10% e siccome lo strato accumulato in un generatore d’acqua calda può diventare molto spesso, nel tempo, i consumi possono crescere vertiginosamente.
    Analogamente, lo strato di calcare crea anche una barriera fisica al passaggio dell’acqua che, nel caso d’impianto dotato di autoclave, fa anch’esso aumentare i consumi di elettricità.
    Infine va detto che il calcare sollecita maggiormente l’impianto idraulico riducendone la durata.
    Una verifica della presenza di calcare all’interno dei tubi può essere realizzata con una semplice prova.
    Aprite al massimo il rubinetto dell’acqua fredda e notate la portata; dopo qualche istante ripetete la stessa cosa con il rubinetto dell’acqua calda.
    La minore portata dell’acqua calda è essenzialmente dovuta alle incrostazioni di calcare presenti nel generatore di calore!
    Le soluzioni utili per vincere il calcare si dividono in due categorie: trattamenti in grado di inibire il potere di coesione del calcare che, pur continuando ad essere presente nell’acqua, non è più in grado di for-mare incrostazioni; trattamenti di rimozione del calcare dall’acqua.

Ecologia Domestica

Del primo gruppo fanno parte i trattamenti energetici dell’acqua, i catalizzatori ceramici e i campi magnetici.

I primi uniscono le proprietà anticalcare alla riduzione dei consumi di detersivi ed all’eliminazione del problema della formazione della ruggine (molti modelli possono essere installati senza ricorrere all’idraulico).

I catalizzatori ceramici sono estremamente efficaci, ma richiedono un intervento impiantistico così come i dispositivi basati sull’effetto dei campi magnetici.

Tra i dispositivi che operano la rimozione parziale del calcare dall’acqua vi sono gli addolcitori, il cui impiego richiede periodicamente l’aggiunta di sale e un’accurata manutenzione.
Inoltre, sia l’installazione che la manutenzione richiede l’intervento di tecnici specializzati.

SOLIDARIETA' E CONSUMI

L’economia solidale

è, prima di tutto, un atteggiamento da cui derivano dei comportamenti che determinano un particolare stile di vita. Non si tratta solo, infatti, di aderire alle formule del commercio equo solidale, ma anche, e soprattutto, di rivoluzionare le nostre abitudini quotidiane: l’economia solidale comprende anche il nostro modo di lavare e lavarsi, ossia la quantità e la qualità di acqua, sapone e detersivi che utilizziamo.

Partire, quindi, dalle piccole cose, dalle attività quotidiane che, alla fin fine, costituiscono, in termini di tempo d’esecuzione, una porzione molto ampia di ogni nostra giornata. Limitare i consumi, specie d’acqua, evitare gli sprechi, cooperare con gli altri, sostituire la moda dell’ “usa e getta” con quella del recupero, utilizzare prodotti ecocompatibili, utilizzare l’automobile solo in casi di estrema necessità, impegnarsi a non inquinare, scambiare (tipo libri, cd, attrezzi, ecc.) per evitare di acquistare, sono alcuni imperativi per uno stile di vita un po’ più sobrio.

Zucchero equo-solidale

La nostra società si basa su un flusso continuo di merci e prodotti, e per questo viene definita consumistica. E, certamente, per cambiare le cose occorre intervenire (interferire) su questi automatismi.

Potremmo abbozzare una sorta di decalogo: compra leggero (ovvero prodotti con uno “zaino ecologico” non troppo pesante); compra durevole; compra semplice (in genere, gli oggetti più sofisticati sono meno durevoli, più delicati); compra vicino (per ridurre i danni ambientali che ogni trasporto comporta); compra sano; compra più giusto (e qui ci avviciniamo al discorso del commercio equo); compra prudente (a dispetto di normative e regolamentazioni, non è detto che il materiale acquistato non sia nocivo); compra sincero (evitare cioè i prodotti troppo pubblicizzati, dato che la pubblicità ce la paghiamo noi ed è spesso lontana dalla verità); compra mano d’opera (un metodo per aumentare l’occupazione); investi in futuro

INDIRIZZI UTILI

http://www.retelilliput.org/

http://www.utopie.it/http://www.retecosol.org/

http://www.networketico.it/

http://www.volint.it/http://www.zoes.it/

http://www.vita.it/

http://www.nuovomunicipio.org/

http://www.decrescita.it/

http://www.equonomia.it/

http://www.altreconomia.it/

http://www.altroconsumo.it/

http://www.valori.it/



COMMERCIO EQUO SOLIDALE

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http://www.equoland.it/

http://www.transfair.it/

http://www.agices.org/

http://www.commercioetico.it/

http://www.equo.it/

http://www.mondosolidale.it/

http://www.cooperativaisola.org/

http://www.equociqua.it/

GAS

http://www.economia-solidale.org/

http://www.retegas.org/



FINANZA ETICA

http://www.bancaetica.com/

http://www.finanza-etica.itt/



TURISMO RESPONSABILE

http://www.aitr.org/

http://www.tures.it/

http://www.viaggiemiraggi.org/

http://www.viaggisolidali.it/

http://www.humanaitalia.org/



BARATTO

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http://www.tuttobaratto.it/

http://www.suesu.it/

da Fatti Mail a ... Song-Taaba ONLUS - Africa e Solidarietà

da Fatti Mail, da una mail spedita per chiedere una mano per il Burkina Faso, l'incontro con Padre Jean Ilboudo e la nascita, nel 2008, di Song-Taaba ONLUS.... Song-Taaba incontra Chiara Castellani, il suo Congo ed inizia un'esperienza umana di amicizia e solidarietà ... di conoscenza e consapevolezza ... che fa compiere ogni giorno nuovi passi ... guardando avanti ...

"A salvare veramente l’Africa non saranno i fondi e gli aiuti. Salveranno vite umane, permettendo loro di sopravvivere, ma non salveranno la vita dell’Africa. Cio’ che importa non sono i mezzi, ma le condizioni. Bisogna permettere all’Africa di ricostruirsi. Bisogna aiutarla a ricostruirsi. L’Africa deve essere prima che avere". (Joseph Ki-Zerbo)

L'Africa deve essere prima che avere ...

e come l'Africa, ognuno di noi

La strada dell'essere è quella i cui passi sono domande e la meta non è un dove ma un chi ...

Una strada che lo sguardo lungo e visionario di Padre Jean Ilboudo ha fatto intravedere a tutti noi

Song-Taaba è e vuole essere questo: la possibilità di percorrere questa strada

http://song-taabaonlus.ning.com/

Be Ye Ka Ye?: cosa c'è lì che non c'è qui?

Nulla o forse tutto: la voglia di muoversi, di interrogarsi,
di cercare il valore della vita ...

http://www.youtube.com/watch?v=WQGF1fqEruQ

la vita di Chiara Castellani

http://www.youtube.com/watch?v=HON6FoFUPnI

e di chiunque abbia voglia di vivere la solidarietà ...
se sei fra questi ... contatta:
segreteria@song-taabaonlus.org,


.... x iniziare a guardare l'Africa dal ... lato giusto:
Nel suo docu-film, Silvestro Montanaro, svela un'Africa
consapevole, dignitosa, aperta al futuro, segnata da ferite interne ed esterne,
creativa, saggia. Un' Africa da ascoltare, da capire, da scoprire e da cui
imparare:
http://www.ceraunavolta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-5a587b72-ded6-4320-942f-572599d3406c.html,